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venerdì 5 aprile 2013

La confusione di Onida



Ecco che a complicare il garbuglio della politica italiana esce il caso Onida. Un imitatore della zanzara imitando la voce di Margherita Hack telefonava al ‘saggio’ Onida chiedendogli se a parer suo la scelta del Presidente della Repubblica di nominare i dieci saggi si dimostrava efficace. Come è noto lui dimostrava perplessità e in più diceva che Berlusconi cerca protezione nell'elezione di un Capo dello Stato che non sia di sinistra.
A me pare che scusarsi con il Capo dello Stato,  offrire le dimissioni non irrevocabili a Napolitano, scusarsi anche con Berlusconi non sia stato il massimo per lui. Addirittura è andato a considerare che quello della zanzara è un reato per i vari motivi che lui conosce bene essendo stato Presidente della Corte Costituzionale.
A me pare che gli scherzi della zanzara non possono essere qualificati come reati, ma come pungoli per far affiorare meglio la verità di quel che alcune persone pensano. 
E poi secondo me, Onida si è perso un’ottima occasione per dimostrare la propria coerenza.
Se avesse confermato di pensare quel che ha detto e avesse dato dimissioni irrevocabili a Napolitano dall'incarico di ‘saggio’ ci avrebbe guadagnato addirittura anche come possibile candidato al Colle.
E in più avrebbe contribuito a sbloccare la situazione nella quale lo stesso Presidente della Repubblica è rimasto incastrato.
E poi perché scusarsi con Berlusconi? Cosa c’era di infamante in un affermazione che Berlusconi stesso potrebbe confermare?

domenica 31 marzo 2013

Col Movimento Cinque Stelle per realizzare una vera democrazia parlamentare.



Oggi, giorno di Pasqua 2013, superando qualche dubbio che ancora mi lasciava nell'indecisione  ho fatto la scelta di iscrivermi al M5S. E’ proprio il mio amore per la Costituzione più bella del mondo, la mia adesione piena ai princìpi della democrazia parlamentare, la voglia di veder realizzato nel mio Paese un programma di   libertà e progresso veri, un potere espressione della sovranità popolare e non di un assetto dittatoriale di cui non ho perso la memoria avendo vissuto da bambino gli ultimi anni del fascismo e avendo ancora nelle orecchie la voce del dittatore che risuonava continuamente nelle trasmissioni EIAR alla radio, e sotto l’aspetto suadente di una Italia vittoriosa e gloriosa, portava tutto il popolo verso una catastrofica fine.
Il potere cieco ha cambiato volto nel tempo , fino a strutturarsi in una dittatura di partiti apparentemente contrapposti , ma in realtà occultamente alleati per gli interessi personali e spesso per sottrarre risorse a cittadini onesti ed ignari che continuano a votare credendo di cambiare le cose verso il meglio, ma che in realtà fanno il gioco dei nuovi dittatori che neanche più in nome di ideali illusori, ma in funzione di mazzette spesso milionarie , sacrificano la buona fede di chi lavora in perdita portandoli verso il peggio.
Un’eccezione è data da uno che non sembra cercare mazzette come molti dei suoi amici, ma salvacondotti per il rischio costante di essere ammanettato e arrestato, o essere costretto ad allontanarsi dai suoi interessi e ‘fare la fine di Craxi’ come lui stesso dice e ha detto anche recentemente.
Uno che comunque fa le leggi per proprio uso e consumo e odia i giudici che definisce politicizzati, e cancro della democrazia,  e che crea nel Paese uno squilibrio per cui coloro che hanno il sacrosanto compito di garantire la legalità, sono posti in una bieca ottica di cattivi che pretendono di fare il golpe e prendere  il potere.
Questa eccezione è un grave impedimento al normale decorso della democrazia, anche in quella forma rattrappita che si è delineata in questi ultimi tempi, per cui non è così importante punirlo, quanto far sì che scompaia definitivamente dalla scena politica di questo paese, e che lasci libero il campo al ‘nuovo che avanza’, che certo non è lui!
Tornando alla mia speranza (il M5S), mi rendo conto che il compito è molto difficile, ma non è impossibile se continuiamo a porci come protagonisti del cambiamento senza aspettare che qualcuno ce lo regali dall’alto, e contribuiamo con le nostre idee di cambiamento a ragionare con Beppe Grillo di tutto ciò che possiamo e vogliamo fare.
Se da martedì prossimo ci saranno 10 badanti per supportare la vecchia ‘democrazia’, oggi ci sono  
otto milioni di badanti o forse più per accompagnare il cambiamento verso una democrazia che sia parlamentare, diretta e costituzionale.
Non lasciatevi rubare la speranza , dice il papa, parole sante!

venerdì 8 marzo 2013

Elezioni ad personam



Eccoci qua! Ancora una volta siamo chiamati a mettere da parte i problemi del paese e a dare la priorità alla difesa di un uomo solo e triste che, sentendosi giudicato ingiustamente dalla magistratura, vuole nuove elezioni.
E possiamo giurarci che farà tutto quanto è in suo potere per ottenerle. Ancora una volta in primo piano i suoi interessi privati, se non può fare leggi ad personam cercherà di fare elezioni ad personam.
Con la speranza che ha di suscitare un vento di indignazione che gli consenta di vincere e di fare delle leggi toste contro i giudici, da lui classificati come nemici della Repubblica e cancro della democrazia (quale?).
Le sofferenze degli italiani, il lavoro che manca, le imprese che chiudono, la gente che si  suicida, tutto passa in secondo piano davanti alla sete di vendetta contro i giudici che sarebbero rei di aderire al PD e di far emergere la vittoria di questo partito attraverso gli intrighi della magistratura.
La confusione mentale degli esponenti del PDL emerge sovrana, mentre Grillo cerca di introdurre un concetto pulito di democrazia e il PD cerca di superare vecchi errori strategici che ne frenano la vittoria. Il PDL che fino a ieri perorava un governo di larghe intese, ora, per le vicissitudini dell’ ex-premier, vuole rigiocarsi una rivincita che costerebbe moltissimo agli italiani.
Costerebbe non solo in termini di spese elettorali, ma anche in termini di  freno alle energie pulite che stanno emergendo dal popolo, attraverso il M5S e la parte di PD che sta lavorando per un rinnovamento radicale della sinistra italiana.
Mi auguro che tutte le forze in campo facciano il possibile per evitare nuove elezioni che, senza passare per una nuova legge elettorale, non farebbero che riaffermare la confusione che stiamo vivendo. 

mercoledì 6 marzo 2013

Grillo e il passato



L’addebito più grande che faccio a Berlusconi non si riferisce a quel che  ha fatto di sbagliato, ma molto di più a quel che avrebbe potuto fare e non ha fatto.
Aveva in mano una maggioranza straordinaria, avrebbe potuto occuparsi con lungimiranza dei problemi che avanzavano sempre più velocemente nel Paese e prendere provvedimenti per tempo, dando una prova di essere al di fuori del teatrino della politica, come spesso diceva, e far approvare tutti quei provvedimenti che oltre a giovare al popolo italiano avrebbero giovato anche al suo buon nome senza neanche danneggiare i suoi interessi personali, che il popolo per lungo tempo gli ha perdonato.
Ora siamo nel 2013, anno in cui l’elettorato si è trovato con il culo per terra e milioni di voti sono mancati all'appello  decretando quasi la fine del suo infausto ventennio.
Ora c’è una forza nuova che è esplosa affossando i precedenti equilibri e portando una ventata di grande novità e dinamismo alla politica italiano: Il Movimento Cinque Stelle.
Grillo, a differenza di Berlusconi nel 94, non ha da difendersi da possibili processi di mani pulite, non ha problemi simili a quelli di Berlusconi che non sto a enumerare perché tutti già li conoscono.
Può impiegare la sua grande energia, cavalcare quest’onda che si è presentata come uno tsunami, per forza e per espansione, allo scopo di dare una scialuppa di salvataggio a tanta gente che oggi si accorge che fare politica non è dissertare nei talk show, ma difendersi da una prospettiva di suicidio collettivo. 
E’ un’impresa difficilissima perché anche le cose più semplici saranno ostacolate da quelli che hanno fatto del denaro facile e abbondante lo scopo principale della loro vita, e che non temono la vendetta divina per qualsiasi malvagità mettano in opera.
C’è bisogno quindi di un grande sostegno e che tutti coloro cui sta a cuore la dignità di tutti non facciano mancare l’adesione a tutte queste persone che con meravigliosa ingenuità si predispongono a fare dei veri miracoli capaci di dare un nuovo volto all'Italia.

domenica 3 marzo 2013

I morti viventi



Fino all'ultimo momento prima  di mettere una croce su un simbolo mi sono chiesto a  chi potevo dare la fiducia del voto e a chi potevo appellarmi per una speranza di cambiamento.
In particolare da quando ho iniziato a postare in questo blog ho cercato di condividere la mia insofferenza per la presenza in politica di Silvio Berlusconi che ho  visto sempre come una presenza anomala e tutt'altro che democratica, una presenza che non mi è mai parsa politica, ma piuttosto orientata a fare il meglio dei fatti suoi, fra i quali liberarsi dai processi in cui è sempre più avviluppato. 
Per questa insofferenza avrei votato per chiunque mi avesse dato il massimo delle garanzie di eliminare le leggi ad personam, varare una legge anticorruzione e una legge volta a regolare il conflitto d’interessi.
Ebbi vari ondeggiamenti fra Vendola, Ingroia, Bersani, (Monti non mi sembrava il tipo, nonostante ne avessi apprezzato la linea austera, sicura e rappresentativa che esibiva prima della campagna elettorale). 
Una volta in cabina mi ricordai che Bersani aveva proprio affermato che le prime cose che avrebbe fatto sarebbero state proprio quelle cui accennavo sopra, legge anticorruzione, regolazione del conflitto d'interessi, eliminazione delle leggi ad personam, e pensai che per battere Berlusconi era necessario far convergere i voti su un solo competitor che avesse le caratteristiche necessarie per farlo.
Perché avevo escluso Grillo? Perché quando lo sentii dire che si devono abolire i sindacati lo cancellai dalla mia prospettiva e non lo presi più in considerazione. 
Quindi il mio voto anche se non pienamente convinto, per una mancanza di trasparenza che caratterizzava e caratterizza il PD, andò direttamente a Bersani.
Errore che non ripeterò mai; una volta arrivati i risultati sono emersi tutti gli errori di Bersani, primo fra tutti, quando Berlusconi insisteva sul concetto che PD=comunisti, non andava presa l’affermazione come una battuta , ma andava spiegato riga per riga alla gente che fra il PD e il vecchio comunismo c’è una differenza abissale, che il PD è una sinistra nuova moderna che si può paragonare al sentiment di Obama e non certo di Lenin. Queste cose ovvie andavano ridette perché per molti anziani fa presa il concetto che bisogna combattere il comunismo votando l’altra parte che oggi non è più la DC ma è il PDL. Ridicolo? Si ma terribilmente reale.
Questa paura del comunismo c’è ancora e Bersani ricordo di averlo sentito una volta sola a inizio della campagna elettorale: ‘noi non siamo comunisti’, poi qualcuno deve averlo silenziato perché non l’ha più detto.
E adesso ci accorgiamo che il PD ha tante anime, oggi parlano D’Alema, Cofferati, Veltroni e quant'altro e colui che forse aveva i numeri per ricreare un’anima unita e rinnovata nel PD (Prodi) pare che sia stato silenziato e messo fuori gioco da una manovra ignobile degli avversari.
Bersani parla a nome dei morti viventi che ho citato sopra (Pare che D’Alema accetterebbe un Presidente del Senato nel figuro Berlusconi) e... sfido che si becca del morto vivente da Grillo!
Poi ci sono i più giovani che non riescono a capire  cosa è questa storia del comunismo, né che importanza abbia (giustamente) e stufi dei partiti si coalizzano attorno a Grillo per risolvere i problemi  reali da cui siamo sempre più attanagliati.
I partiti sono stati previsti dalla Costituzione come strumento perché i cittadini possano raggrupparsi intorno a delle idee, mettersi in competizione democratica fra loro, e determinare attraverso il meccanismo delle maggioranze le linee della politica nazionale. Strumento. Non ricchi soggetti di potere come sono diventati negli anni che ci separano dalla stesura della Costituzione.
Un ulteriore aiuto  al buon senso costituzionale lo dà l’evoluzione tecnologica che rende più facile raccogliere il sentiment dei vari gruppi attraverso internet che ora sta dimostrando il grande potere comunicativo anche nella politica. Vari gruppi che la Costituzione chiama appunto partiti.
I vari partiti attuali deformati dall’abuso e dal discredito non hanno saputo guardare avanti e oggi vediamo l’alba di un unico partito, che è quello nel quale sfocerà il movimento m5s, che non solo si trova l’onere ovvio di governare, ma anche quello di tracciare una nuova strada per la realizzazione del percorso costituzionale che è  basato sulla democrazia e sul lavoro, nonché sul riappropriarsi della sovranità popolare ceduta per sfiducia, indifferenza, fatalismo.
Ci riuscirà? 
Riuscirà a esprimere la libertà di milioni di persone che lo hanno votato? 
Vediamo!


martedì 19 febbraio 2013

Un mezzo golpe dai giornalisti!



Ok, tutto sommato sono contento di questa campagna elettorale!
Infatti sono convinto che l’importante di queste elezioni sia battere Berlusconi e lasciare lo spazio agli altri partiti che sia di  destra che di sinistra non presentano anomalie e considerano positivo il fatto di vivere in un paese democratico.
Noto infatti con piacere (sic!) che l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si rivela sempre più per quello che è: anti democratico e anticostituzionale. 
Queste qualità le sta esplicitando sempre di più, per cui a nessuno di quelli che in passato lo votarono può sfuggire il fatto che la sua unica mira è vincere e accentrare potere nelle sue mani, senza regole, ma basandosi su quello che gli dice la testa.
Non gli basta più inveire sulla magistratura, che dice essere cancro della democrazia (già per questo dovrebbe essere spiazzato),  ora accusa i giornalisti di aver esercitato un mezzo golpe facendo credere all'opinione pubblica che l’Italia era sull'orlo del baratro, mentre invece veleggiava benissimo su mari tranquilli. 
Quindi contro la magistratura, contro i giornalisti, contro il Presidente della Repubblica, contro le lentezze del Parlamento, contro la Corte costituzionale, contro le televisioni, insomma dovrebbe comandare, più che governare, soltanto lui, e con questa strategia suicida dovrebbe poter vincere le elezioni? Non posso crederlo.
Mi aspetto che nessuno che in passato ha votato diversamente lo possa votare, e mi aspetto che chi in passato lo ha votato credendo alle sue menzogne ora faccia scelte diverse.                     
Credo che nessuna campagna elettorale del passato ci abbia immersi nella ricerca della verità e nella denuncia della menzogne come questa, e nonostante parte dell’elettorato si ritrae essendosi stufato di questa campagna fatta di accuse reciproche e di promesse infondate, un’altra parte prende coscienza della delicatezza del momento e si impegna nel miglior modo possibile per la speranza di raggiungere la meta di un governo che faccia dell’onestà e del lavoro la base per dare un nuovo volto all'Italia.
E che i giornalisti abbiano il massimo della libertà di stampa, sempre.



sabato 16 febbraio 2013

Se Berlusconi fosse diverso...



Se Berlusconi avesse usato un’altra strategia elettorale.
Proviamo a ricorrere alle nostre migliori possibili capacità visionarie e immaginiamo un Silvio Berlusconi che non fa cadere il governo Monti dopo 13 mesi, ma continua ad accompagnarlo per la fine naturale della legislatura.
Le elezioni sono indette per marzo e Berlusconi si fa vanto di aver determinato l’avvio del governo tecnico e di averlo sostenuto per tirar fuori l’Italia dal baratro in cui l’aveva confinata la crisi internazionale. Encomia il  prof. Monti  per l’ottimo lavoro svolto e condivide con il resto dell’Europa e con Obama la fiducia di una Italia che riprende vittoriosamente il cammino sotto la sua guida che riprende con immutato senso di responsabilità. 
Prenderà infatti come riferimento programmatico l’agenda del prof. Monti e incurante delle lamentele della sinistra che non vuole proseguire un cammino di sacrifici, promette una graduale ripresa e un alleggerimento delle condizioni onerose inflitte alla popolazione, promettendo una ripresa nel mercato del lavoro simile a quella che già si manifesta negli USA.
Accetta il fatto che Monti senta la spinta di entrare in politica e promette collaborazione con la sua lista civica, abbandonando definitivamente le urgenze della lega.
Anzi ha buon gioco a imputare a quest’ultima il mancato raggiungimento di alcuni obbiettivi nell’ultima legislatura. Il movimento di Grillo sarebbe molto più contenuto e ci sarebbero meno partiti più o meno stravaganti.

Credo che se così fosse, NON potremmo scrollarci di dosso Berlusconi/Alfano per i prossimi cinque anni, rinnovamento addio, porcellum apparentemente variato  ma non sostanzialmente, tutti i giochi rimandati al 2018.

Per fortuna S.B. è molto diverso, condanna Monti, la magistratura, i comunisti, mette in imbarazzo le donne, depreca i 13 mesi di Monti assumendosi il mea culpa per aver sbagliato e aver rischiato il golpe. E poi fa una quantità  di promesse irrealizzabili, si contraddice, si fa deprecare dagli altri stati europei, trasmette  solo odio e distruttività.
Per fortuna! Perché in questo modo ce lo toglieremo dalla scena politica e potremo andare avanti fra mille casini, ma anche con la speranza di una svolta che ci faccia respirare più democrazia e più giustizia.

giovedì 14 febbraio 2013

Al di là della legalità



Potevamo aspettarci le reazioni di Silvio Berlusconi a questa confluenza di provvedimenti giudiziari che, come normalmente avviene, lui e Maroni definiscono provvedimenti a orologeria da parte dei giudici comunisti in vista del giorno elettorale.
Oggi con tristezza dobbiamo constatare che fra i valori da abbattere include quello della legalità. La legge non deve produrre effetti in tutte le circostanze. Le tangenti, anche se la legge le vieta, devono essere accettate come un normale modo di fare affari con alcuni paesi dove così fan tutte e quindi non dobbiamo essere da meno per non mettere in difficoltà l’industria italiana.
Per cui mi domando: che ci sforziamo a fare nel promettere al popolo una legge anticorruzione più severa se poi dovrebbe vigere un etica berlusconiana di tolleranza e accettazione del sistema?
Allora anche il pizzo potrebbe essere considerato una salvaguardia dell’economia nazionale e dovrebbe essere accettata senza farsi troppi problemi. Se tanto mi da tanto…
Accettare un principio sbagliato è sempre pericoloso perché le implicazioni a volte sono imprevedibili e possono andare oltre le stesse intenzioni iniziali.
Mi permetto di osservare che con il diffondersi di questa mentalità ordinariamente chiamata berlusconismo, gli scandali sono aumentati a dismisura, e dal finanziamento illecito dei partiti della prima repubblica, siamo passati al depauperamento sistematico di quella parte d’Italia che non fa parte dei furbi e  che si identifica sempre più in un movimento di protesta quale è quello di Grillo,  che si alimenta a più non posso di antiberlusconismo.
Mi chiedo spesso perché non dobbiamo avere una democrazia imperniata su un centrodestra e un centrosinistra normali, a somiglianza di quel che avviene negli Stati Uniti e in tanti altri paesi che riflettono lo stesso modo di vedere. Perché dobbiamo continuare a sorbirci l’anomalia?

lunedì 11 febbraio 2013

E se Berlusconi, già papi, volesse candidarsi Papa?



Ecco, proprio quando Berlusconi orchestrava una scenetta hard a Mirano destinata a riacchiappare i voti dei vecchietti nostalgici del sesso che lo hanno votato la volta scorsa e che erano disposti a perdonargli tutto a fronte dell’ammirazione per uno che, nonostante l’età, ama esibire una capacità amatoria giovanile, ecco che capita l’imprevisto!
Già c’era il festival di S,Remo ad offuscargli i piani della campagna elettorale, ora anche le dimissioni di Benedetto XVI.  Ma proprio ora doveva dimettersi? Non poteva aspettare il dopo elezioni italiane?
E va bene, siccome non è il tipo da scoraggiarsi facilmente , ora penserà come fare per volgere a proprio favore l’onda emotiva di questo evento che ci riallaccia al 1294, tipo le dimissioni di Celestino V, che però avevano una connotazione del tutto diversa (almeno si spera!)
Quanto alla decisione di Benedetto XVI, essa va appresa e considerata con grande rispetto come ha detto il Presidente della Repubblica, e non dimentichiamo che le condizioni di sofferenza e di indebolimento fisico del papa sono dovute in buona parte a una parte dei suoi  figli (i preti pedofili) che hanno palesemente tradito gli ideali pastorali della Chiesa, mettendolo in  una situazione di grande rammarico e di rassegnazione in Dio. 
Forse ci vorranno cento anni per capire le ragioni collaterali che hanno portato a una decisione così eccezionale nella storia della Chiesa. 
Tuttavia potremmo pensare che urge un cambiamento nell'organizzazione della Chiesa stessa, che deve fare un passo avanti o un passo indietro, dipende dai punti di vista, e che questo può avvenire solo con un cambio di pontificato. Ma questa idea sarebbe in contraddizione con quanto già dichiarato da Lombardi, che nessun fattore esterno ha portato a questa decisione. Quindi staremo a vedere quale sarà l’orientamento dello Spirito Santo che è solito stravolgere regolarmente i piani degli ecclesiali!
Dei politici italiani no? NO!!!!! 

sabato 9 febbraio 2013

La protezione dei fuori legge.




Il condono tombale è già una frase che fa venire i brividi al solo sentirla pronunciare, se poi ci mettiamo anche la parola edilizia come ha fatto Berlusconi, ancora peggio.
Si, perché gira e rigira gli aiuti finanziari li dovremmo attingere sempre o dagli evasori o da chi è in situazione di illegalità, favorendoli.
Come dire: tutto quello che hai fatto era illegale,  ma grazie a me, e al voto che tu mi dai, diventa legale. Pagherai pochissimo a fronte di una bella lavata di faccia che ti farà circolare a testa alta fra gli onesti del tuo paese.
Naturalmente questo avviene perché l’aspirante Presidente del Consiglio  fa tutto per il bene del Paese. Purtroppo ha la sfortuna…di essere circondato e avversato da comunisti che cercano di soffocare sul nascere le sue ottime idee, e di riportare il bolscevismo in Italia(!).
Io sono convinto che nel PDL ci sia una parte più o meno numerosa che vorrebbe essere paladina di una sana destra liberista, capace di alternarsi idealmente a una sinistra operosa e democratica quale dovrebbe essere quella che oggi abbiamo in campo. E’ quella parte, ne sono certo, che vive con serio sconcerto e imbarazzo la sequela del Capo e che avrebbe preferito un nuovo assetto nel ventaglio destra-sinistra. Voglio dire che questo tipo di campagna elettorale dove l’unico successo di Berlusconi e’ quello di far parlare di sé, scandalizzando quanto più gente possibile, non porta fortuna a nessuno.
Qualche tempo fa disse che solo i coglioni possono votare schieramenti contrari al suo partito, e molti si dichiaravano orgogliosamente coglioni.
Adesso, mentre Tremonti ha definito scimmiette gli italiani che corrono dietro alle noccioline che graziosamente vengono lanciate, il Cavaliere, ospite di Leader, intervistato da Lucia Annunziata, afferma che gli italiani devono imparare a votare.
Questa secondo me è un’offesa al popolo sovrano.
Un’offesa abbastanza pesante che la dice tutta sul concetto che lui ha della gente italiana e come cerchi di dividerla in buoni e cattivi, in berlusconiani e comunisti.
La litigiosità anziché diminuire come sarebbe auspicabile, aumenta dopo le elezioni, ed è per questo che si è dovuto invocare un governo tecnico, per l’incapacità di auto regolarsi e di procedere insieme in momenti di estrema difficoltà per le sorti dell’Italia.
Che ce ne facciamo di un governo che non ci sa accompagnare nelle difficoltà emergenti e che deve chiedere aiuto a dei tecnici? 

venerdì 8 febbraio 2013

Venti anni della nostra vita!


“Purtroppo il partito , il movimento era andato troppo in basso e allora sono stato a forza richiamato, con la scusa che io fossi l’unico che poteva tenere insieme i moderati e costituire un’alternativa alla sinistra che sembrava ormai sicura vincitrice.” (Parole di Silvio Berlusconi).

Queste parole sono state riportate così come furono pronunciate a Ballarò il 5 febbraio 2013 dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Dalle quali emergono alcune ammissioni molto utili per inquadrare la situazione del PDL. Infatti durante la passata legislatura di centro-destra si diceva spesso, da parte di vari esponenti dell’opposizione, che il PDL si reggeva grazie alla presenza di Berlusconi.
Si diceva anche che nel caso lui si fosse allontanato dall'agone politico il PDL si sarebbe frantumato. 
Era una pura supposizione, ma al momento in cui Berlusconi annunciava di lasciare spazio ad Alfano per le future elezioni e di tornare ad occuparsi del Milan, il partito cominciava ad andare in basso e i “moderati” non riuscivano più a stare insieme e a sentirsi parte di un unico movimento.
E’ quello che veniva ripetuto: il PDL si regge intorno alla figura di Berlusconi, se manca lui il PDL si frantuma. 
Non è più un’ipotesi, lo vediamo nei fatti, suffragati dalla stessa ammissione di Berlusconi. 

Questa è la più evidente dimostrazione che il movimento non si regge su degli ideali, non perché gli ideali non siano condivisi, è proprio che gli ideali non ci sono. 
Soltanto affermazioni populistiche e contraddittorie sono il terreno su cui si basa la pretesa superiorità politica del movimento.
Ergo, la fine è solo procrastinata e legata alla presenza carismatica di un uomo che è unico nella sua capacità di affermare tutto e il contrario di tutto e di ‘abbindolare le persone’, giusto per ripetere una frase del Cardinale Bagnasco.
Al ché mi chiedo che senso ha oggi votarlo? Lo dico per chi ha il cuore a destra, come fa a non rendersi conto che questo PDL è una semplice anomalia e che ha finito la sua traiettoria?
Lo stesso Berlusconi aveva cominciato a pensare di cambiare nome al partito , con un po’ di nostalgia di Forza Italia dentro.
Che poi ha lasciato perdere dal momento che ha deciso di rimettersi in gioco in questo revival di cui non possiamo prevedere né il successo né la durata.
Dopo lo sfascio dei partiti di maggioranza DC e PSI, in occasione dei tempi di ‘mani pulite’, Forza Italia prometteva una rinascita della buona amministrazione nel Paese, mettendosi insieme le forze più innovative e oneste della nazione, per costruire una seconda Repubblica migliore della prima.
Forza Italia era un movimento entusiasmante: basta con i giochi della politica e le truffe a danno dei cittadini. Un uomo che sa amministrare le realtà aziendali e senza alcuna esperienza di politica quale è Berlusconi porterà avanti l’impresa Italia con gli stessi criteri con cui si può governare e far crescere una realtà aziendale.
Entusiasmante. Promettente. Convincente.
Poi piano piano sono sorti i problemi giudiziari  e abbiamo dovuto rassegnarci a mettere in secondo piano tutti i problemi di riforma e di crescita dell’Italia perché la precedenza doveva essere data alla lotta contro i ‘magistrati comunisti’.
L’immunità, il legittimo impedimento, le leggi ad personam per depenalizzare certi reati…le feste di Arcore, le olgettine, Ruby, e siamo ancora in questo pantano.
Berlusconi avrebbe potuto fare molto per l’Italia, portare avanti riforme che erano volute da tutti ma sostenute da nessuno, prevedere la crisi e agire immediatamente con strumenti adeguati, rappresentare l’Italia in un consesso internazionale in modo ufficiale e non quasi privato con alcuni simpatici amici dittatori, più o meno. Avrebbe potuto ‘allevare’ dei successori capaci di interpretare una idea liberista adeguata ai tempi, nuova e favorevole alla crescita. Avrebbe potuto coltivare un consenso basato sulle idee e non sulle trovate del momento.
Avrebbe potuto dare del filo da torcere alla sinistra che sarebbe cresciuta nelle idee e non nell’antiberlusconismo, e questo sarebbe stato favorevole al bene dell’Italia in una misurata alternanza di idee.
E invece abbiamo lasciato lo spazio alla furberia, al ricatto, alla corruzione. Dico abbiamo perché la prima responsabilità di noi cittadini è di non aver saputo usare gli strumenti della democrazia, primo il voto, per cambiare le cose in meglio. E poi ci siamo lasciati avviluppare dalla rete, il berlusconismo non soltanto come idea parapolitica, ma come stile di vita basato  sulla furberia e l’inganno, l’evasione delle tasse, lo scambio di favori, la religiosità millantata piuttosto che vissuta, il menefreghismo nei confronti dei nostri fratelli sfortunati che hanno cercato un po’ di sopravvivenza in Italia, l’indifferenza davanti ai problemi sociali, quando non ne siamo toccati.
Questi non sono necessariamente difetti personali di Berlusconi, ma lui è come un aereo che rilascia le scie chimiche e poi come la va la va.
Credo proprio che queste elezioni siano particolarmente importanti, non si può affidarsi al caso, o allontanarsi dalle urne per il cattivo odore. 
E' fondamentale: dobbiamo assolutamente uscire dal guado e migliorare.
Io non so ancora per chi votare, ma sicuramente lo saprò il 24 febbraio, è certo che Berlusconi da parte mia no, ma essere presenti è importante, e credo che non mi lascerò deviare dall'idea di non voler votare un piccolo partito, cercherò quello che meglio rispecchia la mia anima, piccolo o grande che sia, e così non potrò pentirmi della scelta fatta. 

martedì 5 febbraio 2013

Perché non abbassiamo la spesa pubblica?


Lo stesso Berlusconi ha affermato in occasione della sua proposta choc che i costi per far funzionare la macchina dello stato in Italia sono altissimi, addirittura un terzo in più di altri paesi. E perché in 8 anni non ci ha lavorato, anzi questi costi sono aumentati nel corso delle sue legislature? Quanto si potrebbe fare risparmiando anche soltanto 200 miliardi su 850 miliardi di uscite annuali, senza ricorrere a sottili alchimie di tassazione o ad uno sconcertante condono fiscale!
Di questo non solo Berlusconi ne parla come fosse colpa degli altri dimenticando che non è un esordiente, ma nessuno comunque presenta un piano ragionato di rientro per evitare gli sprechi e dare nuovo ossigeno all'economia. Ma anche per diminuire il debito pubblico e i conseguenti interessi.
Per quanto attiene alla sanità, che è la più grossa voce di uscita credo, si potrebbe risparmiare moltissimo senza diminuire la qualità del servizio, anzi migliorandola (e ce n'è bisogno). Basterebbe andare a fondo di ogni voce di spesa ed eliminare tante visite, analisi e interventi che non servono al malato, ma servono alla struttura per dimostrare che c'è una grande richiesta di servigi e non si può tagliare nulla.
E che c'entra questo con la salvaguardia della salute? Centra solo col fatto che molti ospedali piccoli per paura di essere ridimensionati o tagliati aumentano le prestazioni per garantirsi la sopravvivenza. E la spesa invece di diminuire aumenta senza alcun beneficio per la salute. Un piano di riduzione della spesa pubblica sarebbe una vera proposta choc, ma nessuno si fa avanti! Neppure Monti che ha cominciato ad andar giù morbido, visto che la gente crede più volentieri ai miracoli infondati che alla realtà, ritiene di poterla fare. 

domenica 3 febbraio 2013

La promessa shock di Silvio Berlusconi




E’ arrivato il giorno della promessa di Berlusconi, promessa shock, come da lui preannunciato.
Crede che gli italiani siano una massa di conigli pronti a dargli il voto a fronte di qualunque cazzata da lui pronunciata? 
Ha tutta l’aria di voler rimettere a posto questa Italia sconquassata, e da chi se non da lui? 
Si fa vanto di aver mantenuto tutte le sue promesse elettorali, ma dove mai? 
Ha tolto l’ICI sulla prima casa e i comuni messi in ginocchio hanno dovuto tagliare i servizi ai cittadini. Ha rimediato inventandosi l’IMU e adesso ne dà il demerito al governo tecnico da lui invocato, ora è chiaro, solo per salvarsi la faccia.
Eh si! L’Italia era sull'orlo del baratro e non era conveniente che il suo fosse l’ultimo governo su cui far pesare il fallimento, ci voleva un nuovo governo, tecnico appunto, sul quale far ricadere le colpe di una gestione sprovveduta che ci rendeva ridicoli anche agli occhi degli osservatori internazionali. 
Gestione che però non possiamo imputare al governo tecnico che è riuscito a salvare il salvabile durando in carica soltanto un anno, ma a quello del predecessore che fra la gestione del paese e la gestione delle olgettine preferiva la seconda chance.
Ormai sappiamo tutti che la proposta shock da lui preannunciata era restituire l'Imu sulla prima casa, quei 4 miliardi che verrebbero da lui cancellati anche per gli anni a venire.
Poi promette l’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti e il dimezzamento dei parlamentari.
Ma si rende conto che se tutto andasse secondo i suoi piani lui dovrebbe essere il ministro dell’economia e non il Presidente del Consiglio che a quanto ci viene preannunciato  potrebbe essere anche Tremonti o Tosi? E se anche fosse Alfano è sicuro che lo stesso farà parte del suo teatrino dei burattini e non metterà cappello, visto che i precedenti non mancano (V. Fini nella passata legislazione)? 
Mettere le mani sulle istituzioni sarà un compito molto difficile per chiunque dovesse governare, e lui sicuramente lo sa, ma promette il vulcanico vecchietto, promette, promette….

venerdì 1 febbraio 2013

Berlusconi propone il ritorno alla lira



Ma com'è che Berlusconi ogni giorno ne spara una di nuove? Certo è per far parlare di sé in omaggio alla legge di marketing per cui per aumentare la domanda si deve parlare molto del prodotto, se anche se ne parla male, non importa: il prodotto è là sotto i riflettori, e tanto basta per aumentarne la domanda.
Però pur senza essere un berlusconologo ho notato qualche altra cosa.
Credo che si tenga aggiornato con i sondaggi non solo per capire se va avanti o va indietro con le previsioni di voto, ma anche per scoprire quali sono gli argomenti degli avversari che fanno presa sulla gente. 
Ad esempio se Grillo esordisce dicendo che bisogna tornare alla lira e questo gli crea consenso, lui, il vulcanico vecchietto,  si appropria dell’idea e ne fa una promessa elettorale come in tanti altri casi per altri argomenti, e comincia a spiegare le cose che mi spiegavano in seconda ragioneria , che stampando moneta aumentano le esportazioni e questo va a beneficio dell’economia.
Infatti noi non possiamo autonomamente stampare moneta perché siamo legati all'euro, ma se tornassimo alla lira…
Il fatto che questo genera inflazione creando una specie di taglio lineare occulto a tutti i livelli passa sotto silenzio. 
Il fatto che per equilibrare il conseguente aumento del costo della vita bisogna riesumare la scala mobile innescando un circuito perverso tipo quello che ha portato alla fine della prima repubblica non lo spiega, tanto l’importante è far scena sparandole grosse, poi si fa sempre a tempo a dire che in Italia il Presidente del Consiglio non ha poteri e che ci vuole troppo tempo a votare le leggi perché abbiamo una Costituzione comunista.
Però ricordiamoci: Berlusconi, ‘se lo conosci non ti uccide!’ e se non lo voti hai già vinto!

lunedì 28 gennaio 2013

Il Monte dei Paschi


#Mps: dice Profumo che va tutto bene. Vorrei capire però nella mia ignoranza com'è che un apporto dal Tesoro di 3,9 miliardi, che sono un debito oneroso prelevato dai nostri deficitari bilanci, vanno a riequilibrare il patrimonio della banca. Un debito può riequilibrare un patrimonio?
Non serve unicamente a ridare liquidità? E che serva liquidità lo si vede anche dall'invito che fa Profumo a un qualunque finanziatore anche straniero ad intervenire.
E poi quei 3,9 miliardi li ha prestati lo Stato, cioè noi cittadini con le nostre tasse, Quando torneranno indietro? E come faremo ad accorgercene?
E poi quando sono stati stanziati quei 3,9 miliardi, come mai non ce ne siamo accorti? Non dovevano essere un argomento di cui parlare sui giornali?
E se la risposta fosse che prestare dei soldi non costa allo Stato e non interferisce con i conti pubblici, allora non potremmo finanziare gli studi a studenti bravi che non possono più permettersi di portare avanti gli studi universitari promuovendo i debiti d’onore che già funzionano benissimo in altri paesi?
Che cosa? Ah , non conviene perché  una volta laureati se ne vanno all'estero a beneficiare qualche paese che non ha speso niente per prepararli…è vero non abbiamo fondi per la cultura.
E allora pensiamo a finanziare le banche in attesa di capitali stranieri. Pare che sia più importante.
E poi, e poi...

giovedì 24 gennaio 2013

Destra e sinistra



Destra e sinistra si (Bersani e Berlusconi), destra e sinistra non più (Monti e Grillo). Chi di loro ha ragione? 
Se per Bersani c’è il ricordo di un fascismo e antifascismo, per Berlusconi c’è il ricordo di un comunismo e un anticomunismo.
Sono situazioni vecchie e superate di cui oggi è anacronistico parlare.
Monti e Grillo giustamente affermano che questa destra e sinistra non c’è più. Però trovo esagerato affermare che si debbano bandire dal vocabolario questi termini.
Dare la precedenza all’innovazione è  una grande necessità,   attualmente sotto gli occhi di tutti. Ma qual è l’obbiettivo finale? L’obbiettivo finale può essere soltanto il bene del nostro Paese e non certo il bene dei furbi. Solo che il bene del nostro Paese è visto in modo diverso da destra e da sinistra.
Da destra si pensa che devono star bene le persone che hanno capitali, imprese, banche, perché da loro dipende il benessere di chi accetta le regole pur di lavorare e guadagnare una retribuzione. Le regole le pone chi dispone di capitali e i sindacati dovrebbero essere una struttura che sta a legittimare questa situazione appunto di destra.
Da sinistra si pensa che devono star bene tutti e che investire il denaro è un impegno come un altro, anzi una responsabilità che si assume chi avendone la possibilità fornisce capacità e mezzi per realizzare un benessere collettivo, dove il lavoro non significa soltanto adempimento contrattuale, ma anche realizzazione umana e consapevole di tutti coloro che impegnano le proprie forze per mantenersi, mantenere le famiglie e avere via libera per crescere in base alle qualità che ognuno sa dimostrare a beneficio della collettività.
Dalla descrizione fatta è facile desumere che la mia simpatia corra più che altro verso sinistra, ma è un sentimento di sinistra che secondo me è condiviso anche da Obama ( che certamente non è comunista!) le cui linee di tendenza tendono verso un benessere globale del popolo americano, in cui tutti sono inclusi. 
In quest’ottica la lotta di classe va superata  a favore di un’ottica in cui  tutti dovrebbero cooperarsi per il bene di tutti gli altri.
Francamente Bersani non lo vedo in questa ottica, la contrapposizione di principio agli avversari è netta e decisa da parte sua e poi lui vede come destra un berlusconismo che non ha niente della destra in quanto quando era al governo non faceva nessuna politica se non quella di accaparrarsi i voti con le promesse mai mantenute, perdere tempo prezioso per risolvere i suoi problemi personali, e fare comunque tutto in vista di mantenere le clientele che ricevevano ‘qualcosa’ in cambio del loro sostegno.
Direi che una vera destra in Italia non c’è, e chiunque sente in sé il  trasporto certamente legittimo verso gli ideali della destra, non li trova certo in Berlusconi, teoricamente dovrebbe trovarli in Fini, ma come vediamo Fini si è mimetizzato nel centro, perché lui stesso deve aver capito che gli ideali di destra stanno diventando sempre più anacronistici, rovinati palesemente dal centrodestra berlusconiano.
Oppure ci potrebbe essere uno che al tempo stesso che nega significato alla parola destra, la incarna mirabilmente e che potrebbe essere il seme di una nuova destra , moderna e costruttiva, capace di disgregare tutte le precedenti botteghe post-manipulite. Naturalmente parlo di Monti.
Non vedo in lui i segnali di un interesse Obamiano verso tutte le ali del popolo, anzi non parliamo di ali, che quelle secondo lui dovrebbero essere tagliate, vedo piuttosto le capacità di un uomo di notevole statura politica in nuce, che ha i numeri per sbaragliare molte delle forze in campo. E’ un bravo economista, è molto rappresentativo, è veramente lungimirante,  ha capito che se si fosse rimesso da parte sarebbe stato distrutto senza possibilità di difesa e quindi ha preferito l’agone politico, per distruggere gli altri con la sua logica stringente, e ci sta lavorando.
Al congresso cui sta partecipando in questi giorni in Svizzera, si è posto addirittura come l’ultimo anello di una politica europea iniziata con De Gasperi che ha citato. Vi rendete conto? De Gasperi diceva così, io dico colì! Per lui il fatto di aver assolto il mandato chiamato dal parlamento come tecnico, e non sulla base di elezioni popolari, è irrilevante, si è sentito e si sente tuttora l’erede legittimo di tutta la democrazia italiana fin dal suo nascere. Non gliene faccio una colpa perché è facile che quando tutti litigano, uno prenda in mano le redini della situazione. Lui le ha prese in mano con autorità, un’autorità che va oltre i limiti del mandato come governo tecnico e tende a costruire una nuova democrazia, e meno male che non mostra tendenze dittatoriali!
Bersani ha ripetuto spesso che il suo avversario è Berlusconi  e anche Berlusconi indica le vie del bipolarismo a cui l’elettorato dovrebbe guardare: PD e PDL. 
In realtà Monti intende, secondo me, costruire una nuova destra, e per fare questo  muove critiche ai due partiti e mette l’accento sull'innovazione, le riforme e l’esautorazione dei sindacati.
Grillo ancor più esplicitamente chiede l’abolizione dei sindacati e tanta tanta innovazione per guardare a un futuro completamente diverso da quello di questi ultimi anni e da quello auspicato da Monti. Attorno a Grillo anche se in modo spesso scomposto e disordinato , si va costruendo una nuova sinistra anomala, molto diversa dall’antiberlusconismo di Bersani, qualcosa di veramente opposto a Monti, all’Europa, al passato. Sarebbero queste idee nuove il bene o il declino dell’Italia futura? Al momento non ci è dato saperlo, ma certo il bene dell’Italia futura sta nella determinazione positiva di tutti quelli che fanno parte dei vari movimenti, a confrontarsi con la propria coscienza e dare il meglio di sé senza preoccuparsi del tornaconto personale. E’ un utopia questa? Certo, è un’utopia, ma sono le utopie che cambiano il mondo.  



lunedì 21 gennaio 2013

I crucci del Cavaliere


E’ in corso, mentre scrivo mancano quattro ore, il completamento delle liste che al momento attuale riguarda il PDL che in quest’ultima fase encomiabilmente ha escluso vari candidati che essendo indagati o condannati, e non rientrando in quelle regole di liste pulite che si è posto il PDL, devono rinunciare a far parte del gioco elettorale, pur   comportando queste scelte la rinuncia a un congruo numero di voti, che sarà compensato però da un maggior numero di voti da parte di chi auspica un rinnovamento etico nella politica.
Il Cavaliere è molto provato da questo tipo di attività, tanto più che non tutti sono disposti ad accettare con spirito di italianità e di rispetto per la democrazia sacrifici così nuovi nel concerto sinfonico del porcellum.  
Ce n’è in particolare uno, Cosentino, che non ha condanne, ma soltanto l’invito a comparire dei PM, stroncato sul nascere da un voto a maggioranza del disciolto  parlamento. 
Qualunque sia l’esito del contendere, mi chiedo che cosa sarebbe successo se l’incarico di ripulire le liste invece che prenderselo Berlusconi l’avesse preso Alfano. Era proprio lui che fin dall'inizio si sentiva a disagio per la presentazione di tanti impresentabili nelle liste del PDL, e lo aveva lamentato con il capo della coalizione Berlusconi.
Alfano , se fosse stato lui ad avere l’incarico, avrebbe dovuto escludere anche Berlusconi le cui caratteristiche non quadrano con le regole stabilite, e che non si capisce perché comunque lui è sempre al di là delle regole che riguardano gli altri. 
Indagato e anche condannato, pur se ingiustamente  da parte di giudici comunisti, come lui sostiene, e come potrebbe anche essere vero, sta di fatto che la pulizia delle liste è solo apparente se lui è sempre presente in una sorta di regalità incontrovertibile. 
E allora gli esclusi hanno ragione nel sentirsi traditi e abbandonati, dal momento che il capitano della nave si rifugia in una scialuppa di salvataggio e lascia morire gli altri. E’ questo il fare politica? E’ questo che dovrebbero fare anche tutti gli altri? A chi dovesse replicare che senza di lui il PDL sarebbe già finito e frantumato non posso che dare ragione. Tuttavia mi chiedo: ci vogliamo rendere conto che continuiamo ad accettare che uno  solo continui a mantenere il dominio della situazione e che tutti accettiamo questo come una cosa normale?
Uno che ha tanti interessi in gioco, E NON C’E’ CONFLITTO!    

sabato 19 gennaio 2013

La più grande cavolata di Grillo!




Eliminare i sindacati. Come gli viene in mente? Sarebbe come eliminare le palafitte da una capanna che sta sul pelo dell’acqua, dove le palafitte sono quella dialettica di cui i sindacati sono parte integrante. 
Tutto è migliorabile, ciò che è inutile va soppresso, ma i sindacati devono solo riacquistare credibilità, eliminando le contrapposizioni e unificandosi nelle lotte che le sono appropriate: quelle a favore dei lavoratori. Un sindacato super partes non avrebbe senso perché i sindacati devono essere di parte e non di sostegno delle forze avversarie.
Detto  questo dobbiamo fare i  conti con una realtà molto cambiata nel tempo, di cui i sindacati dovrebbero prendere atto.
La situazione che ha la miglior leggibilità è quella classica , dove c’è un capitalismo fiorente, utili crescenti, pil in aumento e vantaggi per i lavoratori al di sotto di quelle che dovrebbero essere le aspettative legittime da parte di questi. 
E’ noto che in questi casi un‘arma in mano ai lavoratori è lo sciopero, forti del fatto che l’impresa ha bisogno di loro e che non potendo fare a meno del  fattore di produzione che è il lavoro deve scendere a patti.
E’ noto che i lavoratori per avere una forza contrattuale devono essere rappresentati da un organismo elettivo forte, capace di contrapporsi agli organi direttivi dell’impresa e di dialogare con essa.
Questa era la situazione ideale del '68, ad esempio, dalla quale scaturì quel gioiello che è lo Statuto dei lavoratori, e che comunque non può essere un modello statico perché le dinamiche del mondo del lavoro lo renderebbero anacronistico, e che  quindi ha bisogno di essere rivisitato annualmente per un adeguamento alle nuove situazioni. 
Lo scopo finale è sempre lo stesso : adeguarsi alle esigenze dei lavoratori tenendo conto delle nuove variabili poste dall'economia non solo italiana, ma internazionale, e  conformando i principi ai mutamenti del mercato e alla nuova ottica per gli interessi attuali e futuri dei lavoratori, conservazione del posto di lavoro e retribuzione adeguata, nonché garanzie per la salute che non deve essere compromessa per gli interessi degli imprenditori.
Gli attuali sindacati sono in grado di fare questo salto di qualità e adeguarsi alle nuove esigenze dei lavoratori o sono arroccati su vecchie posizioni che non hanno più rilevanza e che quindi li allontanano dai lavoratori stessi?
Credo ci sia bisogno di più ascolto e di un maggior rinnovamento senza credere che il cambiamento consista in una maggior morbidezza nelle contrattazioni, e non la miglior focalizzazione su quelli che sono gli interessi attuali dei lavoratori in una società che è profondamente cambiata non solo a livello nazionale , ma anche a livello internazionale.
Vigilare sull'inquinamento è importante come adeguare gli stipendi al costo della vita. Adeguare lo stipendio al costo della vita può diventare secondario rispetto alla conservazione del posto di lavoro e non solo,  oggi anche i disoccupati che sono lavoratori mancati hanno peso nella voce dei sindacati. Io poi uso il plurale per la voce sindacato, seguendo un abitudine che ci siamo data a considerare che i sindacati siano più di uno ma, secondo me, una sola dovrebbe essere la rappresentanza, la molteplicità dipende dal fatto che non si sa più bene quali siano i compiti dei sindacati e c’è discussione su questo fra di loro…
Alcuni cambiamenti:
Lo sciopero non è più un’arma efficace nella lotta sindacale. La forza lavoro non è più circoscritta e non soltanto c’è esuberanza di potenziali lavoratori disposti a lavorare anche in nero pur di  lavorare, ma la nuova arma in mano agli imprenditori è la delocalizzazione con la quale si trasferiscono altrove le macchine e i lavoratori possono solo piangere e rimpiangere il passato. In quell'altrove ci sono uomini e donne disposti a lavorare per la sussistenza, che a loro manca e che quindi è un bene grande. Tutti i diritti cadono nel nulla davanti al diritto di alimentarsi. Questa però è l’anticamera della schiavitù. E comunque dovrebbe essere  una situazione del tutto transitoria. Lo vediamo in Cina dove dopo qualche tempo di lavoro per sussistere, iniziano le esigenze di migliorare le condizioni di lavoro, e mi pare che comincia ad esserci qualche sciopero. E allora? vogliamo abolire i sindacati? Bella comodità per pochi papaveri! Come si concilia questo con la necessità di una rappresentanza dei lavoratori che dia loro voce? O dovremmo silenziare la parte umanamente più rilevante delle nazioni?
Vorrei sentir parlare di costruzione e non di inopinate distruzioni!







Servono sette miliardi, chi li ha?


Una considerazione fatta sui giornali di oggi è che si è scoperto che dobbiamo colmare un buco di sette miliardi con nuove imposizioni fiscali e che la causa di questo, che diventa un ulteriore fattore di recessione, è la politica di austerity del governo tecnico. 
Ora io non voglio apparire come il difensore di Mario Monti che condivido in parte si e in parte no, ma mi chiedo con quale senso logico si può sostenere che Monti  ha sbagliato tutto imponendo nuove tasse.
 Come si riempiono i buchi? Con il nulla? Un qualsiasi nuovo governo che si troverà a dover aumentare le entrate fiscali di altri sette miliardi, potrà essere incolpato di aumentare le tasse e quindi di aggravare la crisi?
E’ troppo comodo per il predecessore di Monti, dopo aver generato i disastri economici e finanziari nel paese con una politica sbagliata,    e anzi inesistente per quanto attiene all'economia  per anni, e non per mesi, usare Monti accusandolo di essere il generatore di tutti i problemi attuali, colpevole di aver aumentato le tasse ! 
Perché non li ha fatti lui questi interventi dato che aveva il tempo per intervenire con meno invasività? Per non perdere popolarità?
Se questo signore vuole passare per quello che ha imposto meno tasse della sinistra, deve rassegnarsi a passare anche per quello che non intervenendo ha portato il paese sull'orlo del baratro al punto di assegnare a una persona terza il compito di raddrizzare il timone e arginare la falla della nave Italia prima che la nave andasse a fondo. 

Ora si attende un nuovo governo di centro sinistra per dare allo stesso la colpa di aver aggravato l’imposizione con altri sette miliardi.
Non se ne può più!

giovedì 17 gennaio 2013

Investire in Italia?


Quando è stato mostrato a Bersani il video: l’Italia se ne va a pezzi, accennando al fatto che molti capitali italiani investiti nelle imprese vengono sostituiti da capitale straniero e ci sono molti di questi investitori sul nostro territorio, ho avuto l’impressione che ci fosse un imbarazzo di Bersani quando affermava che se non ci sono soldi in Italia per investire, vanno bene anche gli investimenti stranieri, purché vengano rispettate le regole.
Quest’ imbarazzo per me non è giustificato, anzi dovremmo rendere più facile l’insediamento di imprese straniere sia con una più efficace legge anti corruzione , sia con una semplificazione vera della burocrazia che faciliterebbe sia investimenti di capitali stranieri in Italia , sia l’apertura di nuove piccole attività da parte di risparmiatori italiani.
Un esempio sotto gli occhi di tutti è l’operazione Alitalia compiuta quattro anni fa da Berlusconi che con il pallino di conservare capitale italiano per la compagnia di bandiera ci ha fatto spendere tre miliardi come contribuenti, ci ha fatto rinunciare all'offerta francese che avrebbe portato ossigeno alla nostra economia e ci ha  portato dopo quattro anni alla medesima situazione di prima, aggravata dal fatto che quei tre miliardi oggi ci servirebbero, magari per evitare l’aumento dell’IVA di un punto.
Quindi vedrei molto bene che il futuro governo facilitasse l’insediamento di imprese straniere di qualunque provenienza, migliorando i servizi e abbreviando le procedure nonché sveltendo i percorsi giudiziari per le eventuali controversie civili e commerciali.
Uscire dalla crisi per l’Italia è possibile aumentando l’occupazione, aumentando la produzione e le esportazioni, evitando comunque sgravi e facilitazioni fiscali per le nuove imprese che alimenterebbero solo la speculazione di società che smantellano tutto alla fine dei benefici (questa esperienza l’abbiamo già fatta). Se l’Italia diventa un paese semplice e affidabile questo è già un buon incentivo ad attirare capitale straniero.
E poi aumentare le tasse su una economia ridotta a pelle e ossa significa continuare a diminuire il gettito fiscale, mentre un pil in aumento consente un maggior gettito fiscale pur diminuendo le tasse e migliorando i servizi.
Non mi lascerei affascinare da ipotetici e impossibili miracoli italiani, ma dalla possibilità di riagganciare la nostra economia a una crescita che ci consenta di  partecipare alla costruzione di una Europa politicamente unita e democratica.
Chi seguirà un programma di crescita nei fatti e non a parole? 


mercoledì 16 gennaio 2013

Le rovine dell'Aquila


L’Aquila, non è un argomento elettorale, è solo un imbarazzante “ peso morto” cui non dare “peso” nella competizione elettorale nazionale.
Le  erbacce crescono sulle macerie a conferma che dopo le strumentalizzazioni di comodo arriva il silenzio e come gli alberi secolari hanno avvolto i templi buddisti della Cambogia, relegandoli a un secolare silenzio, altrettanto avverrà per una delle più belle città d’arte italiane la cui ricostruzione  non abbiamo il piacere di vedere delineata in alcuna agenda politica. Ci sono i map di Berlusconi e tanto basta.  La protezione civile, già interessantissimo strumento per vuotare le casse dello Stato, non considererà un Grande Evento la ricostruzione della città dell’Aquila, tanto i rubinetti sono chiusi , e chi voleva approfittare delle disgrazie altrui , l’ha già fatto. E gli onesti preferiscono girare la testa dall’altra  parte, e pensare ad essere eletti per rinnovare il gioco della democrazia, che dovrebbe essere il sacrosanto diritto di tutti di decidere la gestione del denaro di tutti e che invece diventerà ancora una volta, se vogliamo mantenere una visione pessimistica delle cose, come ci insegna il passato, il gioco del monopoli.  Di chi potremo fidarci?

lunedì 14 gennaio 2013

Per chi votare?


Qualcuno mi ha chiesto: ma insomma secondo te per chi dovrei votare?
Infatti ci troviamo davanti a una massa di partiti che piuttosto che cercare la via migliore per fare gli interessi dell’Italia, cercano la via migliore per sistemare i protetti sulle poltrone del  potere.
Una risposta sarebbe  di lasciar perdere i partiti e magari anche il voto elettorale, ma questa risposta viscerale e rabbiosa va evitata nel modo più assoluto perche è contro i nostri interessi, di  qualunque natura siano questi interessi. Tutto ciò che danneggia l’Italia in generale, danneggia noi stessi, lo abbiamo visto in varie fasi della vita politica italiana.  Quei pochi che possono essere avvantaggiati dal disordine non sono certo nella legalità, ad esempio gente che ride per un terremoto pregustando i lauti guadagni che ne deriveranno incuranti di quelli che già stanno morendo sotto i crolli.
I partiti devono essere più democratici per assolvere i loro compiti previsti dalla Costituzione. Ogni partito nel quale non c’è democrazia potrebbe assimilarsi a partito che tende alla ricostituzione del  disciolto partito fascista. L’affermazione può apparire forte ma in realtà  la mancanza di democrazia del fascismo partiva dalla mancanza di democrazia all'interno del partito e naturalmente dalla determinazione  di non accettare altri partiti. I giovani dovrebbero procedere alla invasione dei vari partiti e a generare movimenti decisionali democratici all'interno di essi confrontando posizioni ideologiche vere e non di comodo.
E’ ridicolo ad esempio entrare nel PDL accettando l’assioma di combattere il comunismo, che non c’è più nemmeno in Cina, nonostante le loro etichette di comodo.
E’ ridicolo ad esempio entrare nel PD con il principio di combattere il berlusconismo che neanche l’ultimo Berlusconi, il non più aspirante Presidente del Consiglio è disposto a sostenere.
E’ ridicolo ad esempio entrare in qualunque partito che promette basta tasse, senza demarcare il limite invalicabile fra imposizione fiscale e servizi sociali che rappresenta  la vera differenza ideologica fra destra e sinistra (usando il vecchio vocabolario).
Questi nuovi movimenti all'interno dei partiti dovrebbero essere il punto di rinnovamento e di riesame di ogni gruppo politico. E allora? Dovrebbe essere semplificata la possibilità dell’alternanza senza che un gruppo di potere già insediato si possa inventare i mille cavilli per essere rinnovato usque ad mortem del leader!
Il risultato dev'essere una prospettiva migliore per il futuro e non qualcosa che getti fumo negli occhi agli elettori in vista delle successive elezioni, bensì una politica lungimirante per costruire il futuro, senza chiudere gli occhi sui cambiamenti inevitabili e continui che si verificano negli altri paesi del globo.
Pretendere di ricostruire ciò che è già finito, fondato su ideologie superate, è solo una perdita di tempo.
Un eventuale successione a un governo di centro-sinistra non è un dare la vittoria al comunismo, come sostiene ancora qualcuno, ma prendersi la responsabilità di introdurre  più democrazia e dare il tempo al centro destra di riconsiderare se stessa e di prepararsi a una rimonta vera, positiva, non berlusconiana, non nostalgica di ideologie passate, capace di migliorare ulteriormente le cose magari dopo che saranno passati i prossimi cinque anni!
Dico questo considerando che destra e sinistra non significano più berlusconismo e comunismo, bensì modi diversamente validi per migliorare l’economia e il benessere degli italiani, dopo che si saranno sanate le ferite ancora sanguinanti della dispersione dei posti di lavoro.
Il mio consiglio quindi è di andare a votare, magari tapparsi il naso, ma votare per chi si percepisce il meno peggio nella variegata girandola di simboli disponibili, e questo eviterà che un 20% degli italiani decida tutto per tutti gli altri fra i quali noi!

sabato 12 gennaio 2013

Berlusconi tried to delude 9 millions people!


It is a trial! I give automatique translation to see if it is readable. I try!


Last night there was in TV the highly anticipated match Santoro / Berlusconi, all well prepared in every detail, victim Marco Travaglio, unwitting victims of the many undecided voters with a little heated soup could be determined. Today, many news outlets talk about the comeback of the rider, all drunk by his words, very discounted for the truth to every question I already knew what he would answer, I learned to recognize his lies, after so many years has repeated so many times. So it is useless to return to bunga bunga, doubts collision with the mafia, the conflict of interests, etc., are made to last.
After that he said to retire and leave the field open to Alfano and others of the PDL, began a process of disintegration within the party, maybe change the name, perhaps divide. With the league, with the league not, many uncertainties and internal conflicts.
Missed him, the point of reference only glue as there is no absolute sense ideas that offer a link just perfect to what began as a movement of Forza Italy.
He started this government time by diverting public opinion from the realization of his promises and continually throwing darts on "communist magistrates" that he felt took aim, huge losses of wasted time to find a way to be not viable in the office of President of the Council. Meanwhile, the crisis progressed and he did not want to see it. Bersani was seen as a sad man, because he tried to show that needed urgent action to stem the crisis. On the other side was answered with discussions if it was true or false that there were feasts in Arcore, something he had not the slightest practical interest for us and for those of us who had voted for him.

So what? When Mediaset shares began to fall and loomed major losses in the economic realm of him the only option was to do the famous step back and find a future scapegoat giving up everything in his hands. 
So there was Monti, for one year, to save what can be saved in stunned silence of the parties.
Now what? The members of the PDL still believe in the miraculous ability of their leader, who could keep their seats so soft and comfortable with much gratitude held in recent years. For them, the dream is to continue to have a "daddy" that preserves the well-being as subjects who are ready to follow him anywhere. That for them is Italy, themselves!
However, it seems to me that Berlusconi has closed. Despite the noise that he is creating and obstacles that he put to a healthy alternation, which is certainly desired by the Italians, is based on a number of followers that are intended for the personal well-being rather than a real recovery in Italy conditions and in any case are disjointed and confused. 
We no longer in front of the Berlusconi assured of 94, but an animal that despite being able to defend themselves to the last, it is now without stain and without follow-up. Berlusconi if he could rebuild his army, would be enough for any reason to leave the scene to generate a widespread confusion and discord among his people.
At the end of the broadcast public service in off the air, as he was leaving, you could hear his words: "Boys, do not be fool by these...".
By the way, let's not make a fool of him! His ability to revive Italy whose critical conditions have been exacerbated by his inability to govern, are almost ZERO. He proved very good at doing personal interests and to cast a large wool over the eyes of our people.
Monti, regardless of any evaluation of its policy, has shown us that Berlusconi is not unique. To the right and left, there are many people who can do much better than him, so even the false idea that he is still the only one who can govern Italy we can throw in the bathroom, and remember to flush the toilet! 

Berlusconi ha tentato di illudere 9 milioni di persone!


L’altra sera c’è stato l’attesissimo match Santoro/Berlusconi, tutto ben preparato fin nei minimi particolari, vittima designata Marco Travaglio, vittime inconsapevoli i numerosi elettori indecisi che con un po’ di zuppa riscaldata potrebbero diventare decisi.
Oggi molti organi di informazione parlano della rimonta del cavaliere, tutti ubriacati dalle sue parole, molto scontate per la verità, ad ogni domanda sapevo già cosa avrebbe risposto, ho imparato a riconoscere le sue bugie, dopo che in tanti anni le ha ripetute così tante volte. 
Quindi è inutile tornare sul bunga bunga, i dubbi di  collisione con la mafia, il conflitto d’interessi ecc, stiamo agli ultimi fatti.
Dopo che ha dichiarato di ritirarsi e di lasciare campo libero ad Alfano e agli altri  del PDL, è iniziato un percorso di disgregazione all’interno di quel partito, forse cambiare il nome, forse dividersi. Con la lega si, con la lega no, molte incertezze e contrasti interni.
Mancava lui , il punto di riferimento unico collante, mancando in senso assoluto le idee capaci di offrire un legame appunto ideale a quello che nacque come movimento di Forza Italia.
Ha iniziato questa legislatura distogliendo l’opinione pubblica dalla realizzazione delle sue promesse e scagliando continuamente strali sui magistrati comunisti che secondo lui  lo prendevano di mira, enormi perdite di tempo sprecato a trovare il modo di essere non perseguibile nella funzione di Presidente del Consiglio. Intanto la crisi avanzava e lui non voleva vederla. Bersani era visto come un uccello del cattivo augurio, perché si sforzava di dimostrare che servivano provvedimenti urgenti per arginare la crisi. 
Dall’altra parte si rispondeva con le discussioni se era vero o falso che ci fossero i festini ad Arcore, cosa che non aveva il benché minimo interesse pratico per noi e per quelli di noi che lo avevano votato.

E allora? Quando le azioni Mediaset cominciarono a scendere e si profilavano perdite importanti nel regno economico di sua Grazia l’unica possibilità era fare il famoso passo indietro e trovare un futuro capro espiatorio mollando tutto nelle sue mani. Così c’è stato Monti, per un anno, a salvare il salvabile, nel silenzio attonito dei partiti. 
E adesso? Gli esponenti del PDL credono ancora nelle capacità miracolistiche del loro capo, che potrebbe far loro conservare le poltrone così morbide e comode con tanta gratitudine ricoperte in questi ultimi anni. Per loro il sogno è continuare ad avere un “papi” che conserva il benessere a quelli che come sudditi son pronti a seguirlo ovunque. Quella per loro è l’Italia, loro stessi!

Comunque a me pare che Berlusconi ha chiuso. Nonostante il rumore che sta creando e gli ostacoli che sta ponendo per una sana alternanza, che sicuramente è voluta dagli italiani, si regge su un numero di seguaci che hanno come fine il benessere personale piuttosto che una vera ripresa dell’Italia e che comunque sono slegati e confusi. Non abbiamo più davanti il Berlusconi rassicurante del 94, ma un animale che pur essendo capace di difendersi fino all’ultimo , è ormai senza mordente e senza seguito. Ammesso che Berlusconi riuscisse a ricostituire un suo esercito, basterebbe che per un motivo qualsiasi uscisse di scena per lasciare il nulla e una diffusa confusione e discordia fra i suoi.
Alla fine della trasmissione Servizio Pubblico in fuori onda , mentre stava uscendo , si sentivano le sue parole:” ragazzi, non lasciatevi infinocchiare da questi…”.
A proposito, non lasciamoci infinocchiare da lui! Le sue capacità di rimettere in piedi l’Italia le cui condizioni critiche sono state aggravate dalla sua incapacità di governare, sono pressoché ZERO. Si è dimostrato bravissimo a fare i suoi interessi e a gettare un gran fumo negli occhi del nostro popolo. 
Monti, indipendentemente da qualsiasi valutazione della sua politica, ci ha dimostrato che Berlusconi non è unico. A destra e a sinistra ci sono tante persone che possono fare molto meglio di lui, quindi anche quella falsa idea che comunque lui è l’unico che può governare l’Italia possiamo buttarla nel vater, e ricordiamoci di tirare lo sciacquone!
  

giovedì 10 gennaio 2013

Una girandola impazzita


Siamo nel breve periodo elettorale, il tempo in cui meglio di qualunque altro si esplicita la nostra possibilità di esprimerci come popolo sovrano e decidere da chi e come vogliamo essere governati. Qualcuno che ci ispiri più fiducia sia quando preleva le tasse , sia quando le spende, che dovrebbe avere la diligenza del buon padre di famiglia.
Quindi se è vero che siamo elettori è vero anche che questo è il nostro tempo, in cui finalmente, dopo cinque anni, contiamo qualcosa. Poi non ci resterà che subire le conseguenze delle scelte fatte, giuste o sbagliate che siano. Il presupposto di questa scelta importante sarebbe capire bene quello che sta succedendo e non essere catapultati in una cabina elettorale con gli occhi chiusi, che si aprono al momento di vedere tanti quadretti con tanti simboli e con una matita in mano che geme: fai presto , fai presto! 
Insomma chi ci capisce niente sui giochi del porcellum, le coalizioni non annunciate, i premi di maggioranza che porteranno le scelte di un 20 per cento effettivo degli elettori  a una indiscutibile maggioranza che deciderà per tutti. Ai tempi in cui sinistra significava comunismo e destra significava anticomunismo, la DC sentiva il bisogno di un premio di maggioranza che rendesse governabile il paese, che diversamente aveva delle legislature lampo che cambiavano a ogni solstizio. In una di quelle circostanze il PCI tacciò come legge truffa questo tentativo, in quanto limitava il potere degli elettori, e faceva abbassare la voce delle sinistre un po’ artificialmente.
E oggi ? Diciamocelo: oggi la legge truffa è il porcellum che oltre che instaurare un parlamento di non eletti dal popolo che vota, crea una tal incomprensibilità dei giochi politici che la libertà di voto viene vanificata dalla confusione per cui il PDL gioca ancora la carta anticomunista che oggi non è altro che un fantasma del passato, il PD si gioca come unico partito democratico, e Monti si esibisce come l’innovatore di tutto il casino in cui ci ha costretto il passato governo.
La scelta non è facile per un elettorato confuso e con le orecchie frastornate dai proclami di un certo SB che non dovrebbe contare più niente e continua ad assordarci con i mezzi radiotelevisivi.
Insomma quello che dovrebbe essere il nostro tempo, il breve periodo di preparazione all’election day, è  il tempo di quelli che si devono arrabattare per la poltrona.  Si è vero, qualcuno dice che fa tutto per l’Italia, dice, però…

mercoledì 9 gennaio 2013

Un ritorno burrascoso


Buongiorno a tutti, e ben ritrovati. Un paio di mesi in Myanmar , ma anche un paio d’anni dopo il ritorno per riorganizzare la mia vita, dopo che sono qua con la mia compagna birmana e i suoi due figli che dovrebbero diventare figli della nuova Italia.
Ci credo ancora a questa nuova Italia, nonostante il decorso sia molto lento e difficile. Quanto abbiamo parlato su questo blog delle telenovele berlusconiane , il bunga bunga , le olgettine, le feste di Arcore, ma siamo stati ingannati!
La nostra attenzione era focalizzata su queste cose, piuttosto che sulla crisi economica crescente che stava per divorare irrimediabilmente la nostra economia.
Se ne accorse il Berlusconi, che piuttosto che rischiare la perdita del suo impero economico con la nave Italia che stava per andare a fondo, mollava tutto sperando che un governo di tecnici rimediasse a tutti gli errori fatti nel passato nel giro di un anno, prima delle elezioni.
Potevamo giustamente aspettarci che Berlusconi decidesse di ritirarsi dall’agone politico e che Monti dopo aver assolto nel migliore possibile dei modi il suo ruolo di chirurgo, si facesse da parte lasciando lo spazio a Bersani per un’ alternanza quasi sicura.
E invece no. Ma che avrà quest’Italia per attirare così tanto la voglia di governarla?
Monti corre per essere il primo e dar luogo a un Monti bis, questa volta politico, Berlusconi randella Monti facendolo passare per un guastatore, nel frattempo illude se stesso e gli altri di poter ricostituire la maggioranza del 2008, a costo di rimescolarsi con la lega, a costo di accontentarsi del dicastero dell’economia, che dice essere più importante anche del ruolo di Presidente.
Eh si, quel ruolo era importante per le leggi ad personam, acqua passata ormai, le “giudichesse femministe comuniste” gli possono dare fastidio solo su un piano privato tipo 200000 euro al giorno
come assegno di divorzio per la ex moglie Veronica Lario. (Veramente si era parlato di 3 milioni al mese. Ma!).  E i movimenti? Emergono come funghi d’autunno in un rimescolamento continuo.
E quindi? Ormai sul PDL c’è poco da dire, non è un partito che possa promettere una crescita per l’Italia, lo abbiamo visto, si spera che gli elettori non si lascino più ingannare dalle bugie sostenute con incredibile faccia tosta… Ma ci ritorneremo.