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lunedì 14 gennaio 2013

Per chi votare?


Qualcuno mi ha chiesto: ma insomma secondo te per chi dovrei votare?
Infatti ci troviamo davanti a una massa di partiti che piuttosto che cercare la via migliore per fare gli interessi dell’Italia, cercano la via migliore per sistemare i protetti sulle poltrone del  potere.
Una risposta sarebbe  di lasciar perdere i partiti e magari anche il voto elettorale, ma questa risposta viscerale e rabbiosa va evitata nel modo più assoluto perche è contro i nostri interessi, di  qualunque natura siano questi interessi. Tutto ciò che danneggia l’Italia in generale, danneggia noi stessi, lo abbiamo visto in varie fasi della vita politica italiana.  Quei pochi che possono essere avvantaggiati dal disordine non sono certo nella legalità, ad esempio gente che ride per un terremoto pregustando i lauti guadagni che ne deriveranno incuranti di quelli che già stanno morendo sotto i crolli.
I partiti devono essere più democratici per assolvere i loro compiti previsti dalla Costituzione. Ogni partito nel quale non c’è democrazia potrebbe assimilarsi a partito che tende alla ricostituzione del  disciolto partito fascista. L’affermazione può apparire forte ma in realtà  la mancanza di democrazia del fascismo partiva dalla mancanza di democrazia all'interno del partito e naturalmente dalla determinazione  di non accettare altri partiti. I giovani dovrebbero procedere alla invasione dei vari partiti e a generare movimenti decisionali democratici all'interno di essi confrontando posizioni ideologiche vere e non di comodo.
E’ ridicolo ad esempio entrare nel PDL accettando l’assioma di combattere il comunismo, che non c’è più nemmeno in Cina, nonostante le loro etichette di comodo.
E’ ridicolo ad esempio entrare nel PD con il principio di combattere il berlusconismo che neanche l’ultimo Berlusconi, il non più aspirante Presidente del Consiglio è disposto a sostenere.
E’ ridicolo ad esempio entrare in qualunque partito che promette basta tasse, senza demarcare il limite invalicabile fra imposizione fiscale e servizi sociali che rappresenta  la vera differenza ideologica fra destra e sinistra (usando il vecchio vocabolario).
Questi nuovi movimenti all'interno dei partiti dovrebbero essere il punto di rinnovamento e di riesame di ogni gruppo politico. E allora? Dovrebbe essere semplificata la possibilità dell’alternanza senza che un gruppo di potere già insediato si possa inventare i mille cavilli per essere rinnovato usque ad mortem del leader!
Il risultato dev'essere una prospettiva migliore per il futuro e non qualcosa che getti fumo negli occhi agli elettori in vista delle successive elezioni, bensì una politica lungimirante per costruire il futuro, senza chiudere gli occhi sui cambiamenti inevitabili e continui che si verificano negli altri paesi del globo.
Pretendere di ricostruire ciò che è già finito, fondato su ideologie superate, è solo una perdita di tempo.
Un eventuale successione a un governo di centro-sinistra non è un dare la vittoria al comunismo, come sostiene ancora qualcuno, ma prendersi la responsabilità di introdurre  più democrazia e dare il tempo al centro destra di riconsiderare se stessa e di prepararsi a una rimonta vera, positiva, non berlusconiana, non nostalgica di ideologie passate, capace di migliorare ulteriormente le cose magari dopo che saranno passati i prossimi cinque anni!
Dico questo considerando che destra e sinistra non significano più berlusconismo e comunismo, bensì modi diversamente validi per migliorare l’economia e il benessere degli italiani, dopo che si saranno sanate le ferite ancora sanguinanti della dispersione dei posti di lavoro.
Il mio consiglio quindi è di andare a votare, magari tapparsi il naso, ma votare per chi si percepisce il meno peggio nella variegata girandola di simboli disponibili, e questo eviterà che un 20% degli italiani decida tutto per tutti gli altri fra i quali noi!

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