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venerdì 8 febbraio 2013

Venti anni della nostra vita!


“Purtroppo il partito , il movimento era andato troppo in basso e allora sono stato a forza richiamato, con la scusa che io fossi l’unico che poteva tenere insieme i moderati e costituire un’alternativa alla sinistra che sembrava ormai sicura vincitrice.” (Parole di Silvio Berlusconi).

Queste parole sono state riportate così come furono pronunciate a Ballarò il 5 febbraio 2013 dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Dalle quali emergono alcune ammissioni molto utili per inquadrare la situazione del PDL. Infatti durante la passata legislatura di centro-destra si diceva spesso, da parte di vari esponenti dell’opposizione, che il PDL si reggeva grazie alla presenza di Berlusconi.
Si diceva anche che nel caso lui si fosse allontanato dall'agone politico il PDL si sarebbe frantumato. 
Era una pura supposizione, ma al momento in cui Berlusconi annunciava di lasciare spazio ad Alfano per le future elezioni e di tornare ad occuparsi del Milan, il partito cominciava ad andare in basso e i “moderati” non riuscivano più a stare insieme e a sentirsi parte di un unico movimento.
E’ quello che veniva ripetuto: il PDL si regge intorno alla figura di Berlusconi, se manca lui il PDL si frantuma. 
Non è più un’ipotesi, lo vediamo nei fatti, suffragati dalla stessa ammissione di Berlusconi. 

Questa è la più evidente dimostrazione che il movimento non si regge su degli ideali, non perché gli ideali non siano condivisi, è proprio che gli ideali non ci sono. 
Soltanto affermazioni populistiche e contraddittorie sono il terreno su cui si basa la pretesa superiorità politica del movimento.
Ergo, la fine è solo procrastinata e legata alla presenza carismatica di un uomo che è unico nella sua capacità di affermare tutto e il contrario di tutto e di ‘abbindolare le persone’, giusto per ripetere una frase del Cardinale Bagnasco.
Al ché mi chiedo che senso ha oggi votarlo? Lo dico per chi ha il cuore a destra, come fa a non rendersi conto che questo PDL è una semplice anomalia e che ha finito la sua traiettoria?
Lo stesso Berlusconi aveva cominciato a pensare di cambiare nome al partito , con un po’ di nostalgia di Forza Italia dentro.
Che poi ha lasciato perdere dal momento che ha deciso di rimettersi in gioco in questo revival di cui non possiamo prevedere né il successo né la durata.
Dopo lo sfascio dei partiti di maggioranza DC e PSI, in occasione dei tempi di ‘mani pulite’, Forza Italia prometteva una rinascita della buona amministrazione nel Paese, mettendosi insieme le forze più innovative e oneste della nazione, per costruire una seconda Repubblica migliore della prima.
Forza Italia era un movimento entusiasmante: basta con i giochi della politica e le truffe a danno dei cittadini. Un uomo che sa amministrare le realtà aziendali e senza alcuna esperienza di politica quale è Berlusconi porterà avanti l’impresa Italia con gli stessi criteri con cui si può governare e far crescere una realtà aziendale.
Entusiasmante. Promettente. Convincente.
Poi piano piano sono sorti i problemi giudiziari  e abbiamo dovuto rassegnarci a mettere in secondo piano tutti i problemi di riforma e di crescita dell’Italia perché la precedenza doveva essere data alla lotta contro i ‘magistrati comunisti’.
L’immunità, il legittimo impedimento, le leggi ad personam per depenalizzare certi reati…le feste di Arcore, le olgettine, Ruby, e siamo ancora in questo pantano.
Berlusconi avrebbe potuto fare molto per l’Italia, portare avanti riforme che erano volute da tutti ma sostenute da nessuno, prevedere la crisi e agire immediatamente con strumenti adeguati, rappresentare l’Italia in un consesso internazionale in modo ufficiale e non quasi privato con alcuni simpatici amici dittatori, più o meno. Avrebbe potuto ‘allevare’ dei successori capaci di interpretare una idea liberista adeguata ai tempi, nuova e favorevole alla crescita. Avrebbe potuto coltivare un consenso basato sulle idee e non sulle trovate del momento.
Avrebbe potuto dare del filo da torcere alla sinistra che sarebbe cresciuta nelle idee e non nell’antiberlusconismo, e questo sarebbe stato favorevole al bene dell’Italia in una misurata alternanza di idee.
E invece abbiamo lasciato lo spazio alla furberia, al ricatto, alla corruzione. Dico abbiamo perché la prima responsabilità di noi cittadini è di non aver saputo usare gli strumenti della democrazia, primo il voto, per cambiare le cose in meglio. E poi ci siamo lasciati avviluppare dalla rete, il berlusconismo non soltanto come idea parapolitica, ma come stile di vita basato  sulla furberia e l’inganno, l’evasione delle tasse, lo scambio di favori, la religiosità millantata piuttosto che vissuta, il menefreghismo nei confronti dei nostri fratelli sfortunati che hanno cercato un po’ di sopravvivenza in Italia, l’indifferenza davanti ai problemi sociali, quando non ne siamo toccati.
Questi non sono necessariamente difetti personali di Berlusconi, ma lui è come un aereo che rilascia le scie chimiche e poi come la va la va.
Credo proprio che queste elezioni siano particolarmente importanti, non si può affidarsi al caso, o allontanarsi dalle urne per il cattivo odore. 
E' fondamentale: dobbiamo assolutamente uscire dal guado e migliorare.
Io non so ancora per chi votare, ma sicuramente lo saprò il 24 febbraio, è certo che Berlusconi da parte mia no, ma essere presenti è importante, e credo che non mi lascerò deviare dall'idea di non voler votare un piccolo partito, cercherò quello che meglio rispecchia la mia anima, piccolo o grande che sia, e così non potrò pentirmi della scelta fatta. 

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