“Purtroppo il partito , il movimento era andato troppo in
basso e allora sono stato a forza richiamato, con la scusa che io fossi l’unico
che poteva tenere insieme i moderati e costituire un’alternativa alla sinistra
che sembrava ormai sicura vincitrice.” (Parole di Silvio Berlusconi).
Queste parole sono state riportate così come furono pronunciate a Ballarò il 5 febbraio 2013 dall’ex Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi.
Dalle quali emergono alcune ammissioni molto utili per
inquadrare la situazione del PDL. Infatti durante la passata legislatura di
centro-destra si diceva spesso, da parte di vari esponenti dell’opposizione, che
il PDL si reggeva grazie alla presenza di Berlusconi.
Si diceva anche che nel caso lui si
fosse allontanato dall'agone politico il PDL si sarebbe frantumato.
Era una
pura supposizione, ma al momento in cui Berlusconi annunciava di lasciare spazio
ad Alfano per le future elezioni e di tornare ad occuparsi del Milan, il
partito cominciava ad andare in basso e i “moderati” non riuscivano più a stare
insieme e a sentirsi parte di un unico movimento.
E’ quello che veniva ripetuto: il PDL si regge intorno alla
figura di Berlusconi, se manca lui il PDL si frantuma.
Non è più un’ipotesi, lo
vediamo nei fatti, suffragati dalla stessa ammissione di Berlusconi.
Questa è
la più evidente dimostrazione che il movimento non si regge su degli ideali,
non perché gli ideali non siano condivisi, è proprio che gli ideali non ci sono.
Soltanto affermazioni
populistiche e contraddittorie sono il terreno su cui si basa la pretesa superiorità
politica del movimento.
Ergo, la fine è solo procrastinata e legata alla presenza
carismatica di un uomo che è unico nella sua capacità di affermare tutto e il
contrario di tutto e di ‘abbindolare le persone’, giusto per ripetere una frase
del Cardinale Bagnasco.
Al ché mi chiedo che senso ha oggi votarlo? Lo dico per chi
ha il cuore a destra, come fa a non rendersi conto che questo PDL è una
semplice anomalia e che ha finito la sua traiettoria?
Lo stesso Berlusconi aveva cominciato a pensare di cambiare
nome al partito , con un po’ di nostalgia di Forza Italia dentro.
Che poi ha lasciato perdere dal momento che ha deciso di
rimettersi in gioco in questo revival di cui non possiamo prevedere né il successo né la
durata.
Dopo lo sfascio dei partiti di maggioranza DC e PSI, in
occasione dei tempi di ‘mani pulite’, Forza Italia prometteva una rinascita
della buona amministrazione nel Paese, mettendosi insieme le forze più
innovative e oneste della nazione, per costruire una seconda Repubblica
migliore della prima.
Forza Italia era un movimento entusiasmante: basta con i
giochi della politica e le truffe a danno dei cittadini. Un uomo che sa
amministrare le realtà aziendali e senza alcuna esperienza di politica quale
è Berlusconi porterà avanti l’impresa Italia con gli stessi criteri con cui si
può governare e far crescere una realtà aziendale.
Entusiasmante. Promettente. Convincente.
Poi piano piano sono sorti i problemi giudiziari e abbiamo dovuto rassegnarci a mettere in
secondo piano tutti i problemi di riforma e di crescita dell’Italia perché la precedenza doveva essere data alla lotta contro i ‘magistrati comunisti’.
L’immunità, il legittimo impedimento, le leggi ad personam
per depenalizzare certi reati…le feste di Arcore, le olgettine, Ruby, e siamo
ancora in questo pantano.
Berlusconi avrebbe potuto fare molto per l’Italia, portare
avanti riforme che erano volute da tutti ma sostenute da nessuno, prevedere la
crisi e agire immediatamente con strumenti adeguati, rappresentare l’Italia in
un consesso internazionale in modo ufficiale e non quasi privato con alcuni simpatici
amici dittatori, più o meno. Avrebbe potuto ‘allevare’ dei successori capaci di
interpretare una idea liberista adeguata ai tempi, nuova e favorevole alla
crescita. Avrebbe potuto coltivare un consenso basato sulle idee e non sulle
trovate del momento.
Avrebbe potuto dare del filo da torcere alla sinistra che
sarebbe cresciuta nelle idee e non nell’antiberlusconismo, e questo sarebbe
stato favorevole al bene dell’Italia in una misurata alternanza di idee.
E invece abbiamo lasciato lo spazio alla furberia, al
ricatto, alla corruzione. Dico abbiamo perché la prima responsabilità di noi
cittadini è di non aver saputo usare gli strumenti della democrazia, primo il
voto, per cambiare le cose in meglio. E poi ci siamo lasciati avviluppare dalla
rete, il berlusconismo non soltanto come idea parapolitica, ma come stile di vita
basato sulla furberia e l’inganno, l’evasione
delle tasse, lo scambio di favori, la religiosità millantata piuttosto che
vissuta, il menefreghismo nei confronti dei nostri fratelli sfortunati che
hanno cercato un po’ di sopravvivenza in Italia, l’indifferenza davanti ai
problemi sociali, quando non ne siamo toccati.
Questi non sono necessariamente difetti personali di
Berlusconi, ma lui è come un aereo che rilascia le scie chimiche e poi come la
va la va.
Credo proprio che queste elezioni siano particolarmente
importanti, non si può affidarsi al caso, o allontanarsi dalle urne per il
cattivo odore.
E' fondamentale: dobbiamo assolutamente uscire dal guado e migliorare.
Io non so ancora per chi votare, ma sicuramente lo saprò il 24 febbraio,
è certo che Berlusconi da parte mia no, ma essere presenti è importante, e
credo che non mi lascerò deviare dall'idea di non voler votare un piccolo
partito, cercherò quello che meglio rispecchia la mia anima, piccolo o grande
che sia, e così non potrò pentirmi della scelta fatta.
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