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giovedì 24 gennaio 2013

Destra e sinistra



Destra e sinistra si (Bersani e Berlusconi), destra e sinistra non più (Monti e Grillo). Chi di loro ha ragione? 
Se per Bersani c’è il ricordo di un fascismo e antifascismo, per Berlusconi c’è il ricordo di un comunismo e un anticomunismo.
Sono situazioni vecchie e superate di cui oggi è anacronistico parlare.
Monti e Grillo giustamente affermano che questa destra e sinistra non c’è più. Però trovo esagerato affermare che si debbano bandire dal vocabolario questi termini.
Dare la precedenza all’innovazione è  una grande necessità,   attualmente sotto gli occhi di tutti. Ma qual è l’obbiettivo finale? L’obbiettivo finale può essere soltanto il bene del nostro Paese e non certo il bene dei furbi. Solo che il bene del nostro Paese è visto in modo diverso da destra e da sinistra.
Da destra si pensa che devono star bene le persone che hanno capitali, imprese, banche, perché da loro dipende il benessere di chi accetta le regole pur di lavorare e guadagnare una retribuzione. Le regole le pone chi dispone di capitali e i sindacati dovrebbero essere una struttura che sta a legittimare questa situazione appunto di destra.
Da sinistra si pensa che devono star bene tutti e che investire il denaro è un impegno come un altro, anzi una responsabilità che si assume chi avendone la possibilità fornisce capacità e mezzi per realizzare un benessere collettivo, dove il lavoro non significa soltanto adempimento contrattuale, ma anche realizzazione umana e consapevole di tutti coloro che impegnano le proprie forze per mantenersi, mantenere le famiglie e avere via libera per crescere in base alle qualità che ognuno sa dimostrare a beneficio della collettività.
Dalla descrizione fatta è facile desumere che la mia simpatia corra più che altro verso sinistra, ma è un sentimento di sinistra che secondo me è condiviso anche da Obama ( che certamente non è comunista!) le cui linee di tendenza tendono verso un benessere globale del popolo americano, in cui tutti sono inclusi. 
In quest’ottica la lotta di classe va superata  a favore di un’ottica in cui  tutti dovrebbero cooperarsi per il bene di tutti gli altri.
Francamente Bersani non lo vedo in questa ottica, la contrapposizione di principio agli avversari è netta e decisa da parte sua e poi lui vede come destra un berlusconismo che non ha niente della destra in quanto quando era al governo non faceva nessuna politica se non quella di accaparrarsi i voti con le promesse mai mantenute, perdere tempo prezioso per risolvere i suoi problemi personali, e fare comunque tutto in vista di mantenere le clientele che ricevevano ‘qualcosa’ in cambio del loro sostegno.
Direi che una vera destra in Italia non c’è, e chiunque sente in sé il  trasporto certamente legittimo verso gli ideali della destra, non li trova certo in Berlusconi, teoricamente dovrebbe trovarli in Fini, ma come vediamo Fini si è mimetizzato nel centro, perché lui stesso deve aver capito che gli ideali di destra stanno diventando sempre più anacronistici, rovinati palesemente dal centrodestra berlusconiano.
Oppure ci potrebbe essere uno che al tempo stesso che nega significato alla parola destra, la incarna mirabilmente e che potrebbe essere il seme di una nuova destra , moderna e costruttiva, capace di disgregare tutte le precedenti botteghe post-manipulite. Naturalmente parlo di Monti.
Non vedo in lui i segnali di un interesse Obamiano verso tutte le ali del popolo, anzi non parliamo di ali, che quelle secondo lui dovrebbero essere tagliate, vedo piuttosto le capacità di un uomo di notevole statura politica in nuce, che ha i numeri per sbaragliare molte delle forze in campo. E’ un bravo economista, è molto rappresentativo, è veramente lungimirante,  ha capito che se si fosse rimesso da parte sarebbe stato distrutto senza possibilità di difesa e quindi ha preferito l’agone politico, per distruggere gli altri con la sua logica stringente, e ci sta lavorando.
Al congresso cui sta partecipando in questi giorni in Svizzera, si è posto addirittura come l’ultimo anello di una politica europea iniziata con De Gasperi che ha citato. Vi rendete conto? De Gasperi diceva così, io dico colì! Per lui il fatto di aver assolto il mandato chiamato dal parlamento come tecnico, e non sulla base di elezioni popolari, è irrilevante, si è sentito e si sente tuttora l’erede legittimo di tutta la democrazia italiana fin dal suo nascere. Non gliene faccio una colpa perché è facile che quando tutti litigano, uno prenda in mano le redini della situazione. Lui le ha prese in mano con autorità, un’autorità che va oltre i limiti del mandato come governo tecnico e tende a costruire una nuova democrazia, e meno male che non mostra tendenze dittatoriali!
Bersani ha ripetuto spesso che il suo avversario è Berlusconi  e anche Berlusconi indica le vie del bipolarismo a cui l’elettorato dovrebbe guardare: PD e PDL. 
In realtà Monti intende, secondo me, costruire una nuova destra, e per fare questo  muove critiche ai due partiti e mette l’accento sull'innovazione, le riforme e l’esautorazione dei sindacati.
Grillo ancor più esplicitamente chiede l’abolizione dei sindacati e tanta tanta innovazione per guardare a un futuro completamente diverso da quello di questi ultimi anni e da quello auspicato da Monti. Attorno a Grillo anche se in modo spesso scomposto e disordinato , si va costruendo una nuova sinistra anomala, molto diversa dall’antiberlusconismo di Bersani, qualcosa di veramente opposto a Monti, all’Europa, al passato. Sarebbero queste idee nuove il bene o il declino dell’Italia futura? Al momento non ci è dato saperlo, ma certo il bene dell’Italia futura sta nella determinazione positiva di tutti quelli che fanno parte dei vari movimenti, a confrontarsi con la propria coscienza e dare il meglio di sé senza preoccuparsi del tornaconto personale. E’ un utopia questa? Certo, è un’utopia, ma sono le utopie che cambiano il mondo.  



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