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domenica 3 marzo 2013

I morti viventi



Fino all'ultimo momento prima  di mettere una croce su un simbolo mi sono chiesto a  chi potevo dare la fiducia del voto e a chi potevo appellarmi per una speranza di cambiamento.
In particolare da quando ho iniziato a postare in questo blog ho cercato di condividere la mia insofferenza per la presenza in politica di Silvio Berlusconi che ho  visto sempre come una presenza anomala e tutt'altro che democratica, una presenza che non mi è mai parsa politica, ma piuttosto orientata a fare il meglio dei fatti suoi, fra i quali liberarsi dai processi in cui è sempre più avviluppato. 
Per questa insofferenza avrei votato per chiunque mi avesse dato il massimo delle garanzie di eliminare le leggi ad personam, varare una legge anticorruzione e una legge volta a regolare il conflitto d’interessi.
Ebbi vari ondeggiamenti fra Vendola, Ingroia, Bersani, (Monti non mi sembrava il tipo, nonostante ne avessi apprezzato la linea austera, sicura e rappresentativa che esibiva prima della campagna elettorale). 
Una volta in cabina mi ricordai che Bersani aveva proprio affermato che le prime cose che avrebbe fatto sarebbero state proprio quelle cui accennavo sopra, legge anticorruzione, regolazione del conflitto d'interessi, eliminazione delle leggi ad personam, e pensai che per battere Berlusconi era necessario far convergere i voti su un solo competitor che avesse le caratteristiche necessarie per farlo.
Perché avevo escluso Grillo? Perché quando lo sentii dire che si devono abolire i sindacati lo cancellai dalla mia prospettiva e non lo presi più in considerazione. 
Quindi il mio voto anche se non pienamente convinto, per una mancanza di trasparenza che caratterizzava e caratterizza il PD, andò direttamente a Bersani.
Errore che non ripeterò mai; una volta arrivati i risultati sono emersi tutti gli errori di Bersani, primo fra tutti, quando Berlusconi insisteva sul concetto che PD=comunisti, non andava presa l’affermazione come una battuta , ma andava spiegato riga per riga alla gente che fra il PD e il vecchio comunismo c’è una differenza abissale, che il PD è una sinistra nuova moderna che si può paragonare al sentiment di Obama e non certo di Lenin. Queste cose ovvie andavano ridette perché per molti anziani fa presa il concetto che bisogna combattere il comunismo votando l’altra parte che oggi non è più la DC ma è il PDL. Ridicolo? Si ma terribilmente reale.
Questa paura del comunismo c’è ancora e Bersani ricordo di averlo sentito una volta sola a inizio della campagna elettorale: ‘noi non siamo comunisti’, poi qualcuno deve averlo silenziato perché non l’ha più detto.
E adesso ci accorgiamo che il PD ha tante anime, oggi parlano D’Alema, Cofferati, Veltroni e quant'altro e colui che forse aveva i numeri per ricreare un’anima unita e rinnovata nel PD (Prodi) pare che sia stato silenziato e messo fuori gioco da una manovra ignobile degli avversari.
Bersani parla a nome dei morti viventi che ho citato sopra (Pare che D’Alema accetterebbe un Presidente del Senato nel figuro Berlusconi) e... sfido che si becca del morto vivente da Grillo!
Poi ci sono i più giovani che non riescono a capire  cosa è questa storia del comunismo, né che importanza abbia (giustamente) e stufi dei partiti si coalizzano attorno a Grillo per risolvere i problemi  reali da cui siamo sempre più attanagliati.
I partiti sono stati previsti dalla Costituzione come strumento perché i cittadini possano raggrupparsi intorno a delle idee, mettersi in competizione democratica fra loro, e determinare attraverso il meccanismo delle maggioranze le linee della politica nazionale. Strumento. Non ricchi soggetti di potere come sono diventati negli anni che ci separano dalla stesura della Costituzione.
Un ulteriore aiuto  al buon senso costituzionale lo dà l’evoluzione tecnologica che rende più facile raccogliere il sentiment dei vari gruppi attraverso internet che ora sta dimostrando il grande potere comunicativo anche nella politica. Vari gruppi che la Costituzione chiama appunto partiti.
I vari partiti attuali deformati dall’abuso e dal discredito non hanno saputo guardare avanti e oggi vediamo l’alba di un unico partito, che è quello nel quale sfocerà il movimento m5s, che non solo si trova l’onere ovvio di governare, ma anche quello di tracciare una nuova strada per la realizzazione del percorso costituzionale che è  basato sulla democrazia e sul lavoro, nonché sul riappropriarsi della sovranità popolare ceduta per sfiducia, indifferenza, fatalismo.
Ci riuscirà? 
Riuscirà a esprimere la libertà di milioni di persone che lo hanno votato? 
Vediamo!


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