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giovedì 14 febbraio 2013

Al di là della legalità



Potevamo aspettarci le reazioni di Silvio Berlusconi a questa confluenza di provvedimenti giudiziari che, come normalmente avviene, lui e Maroni definiscono provvedimenti a orologeria da parte dei giudici comunisti in vista del giorno elettorale.
Oggi con tristezza dobbiamo constatare che fra i valori da abbattere include quello della legalità. La legge non deve produrre effetti in tutte le circostanze. Le tangenti, anche se la legge le vieta, devono essere accettate come un normale modo di fare affari con alcuni paesi dove così fan tutte e quindi non dobbiamo essere da meno per non mettere in difficoltà l’industria italiana.
Per cui mi domando: che ci sforziamo a fare nel promettere al popolo una legge anticorruzione più severa se poi dovrebbe vigere un etica berlusconiana di tolleranza e accettazione del sistema?
Allora anche il pizzo potrebbe essere considerato una salvaguardia dell’economia nazionale e dovrebbe essere accettata senza farsi troppi problemi. Se tanto mi da tanto…
Accettare un principio sbagliato è sempre pericoloso perché le implicazioni a volte sono imprevedibili e possono andare oltre le stesse intenzioni iniziali.
Mi permetto di osservare che con il diffondersi di questa mentalità ordinariamente chiamata berlusconismo, gli scandali sono aumentati a dismisura, e dal finanziamento illecito dei partiti della prima repubblica, siamo passati al depauperamento sistematico di quella parte d’Italia che non fa parte dei furbi e  che si identifica sempre più in un movimento di protesta quale è quello di Grillo,  che si alimenta a più non posso di antiberlusconismo.
Mi chiedo spesso perché non dobbiamo avere una democrazia imperniata su un centrodestra e un centrosinistra normali, a somiglianza di quel che avviene negli Stati Uniti e in tanti altri paesi che riflettono lo stesso modo di vedere. Perché dobbiamo continuare a sorbirci l’anomalia?

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