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mercoledì 16 gennaio 2013

Le rovine dell'Aquila


L’Aquila, non è un argomento elettorale, è solo un imbarazzante “ peso morto” cui non dare “peso” nella competizione elettorale nazionale.
Le  erbacce crescono sulle macerie a conferma che dopo le strumentalizzazioni di comodo arriva il silenzio e come gli alberi secolari hanno avvolto i templi buddisti della Cambogia, relegandoli a un secolare silenzio, altrettanto avverrà per una delle più belle città d’arte italiane la cui ricostruzione  non abbiamo il piacere di vedere delineata in alcuna agenda politica. Ci sono i map di Berlusconi e tanto basta.  La protezione civile, già interessantissimo strumento per vuotare le casse dello Stato, non considererà un Grande Evento la ricostruzione della città dell’Aquila, tanto i rubinetti sono chiusi , e chi voleva approfittare delle disgrazie altrui , l’ha già fatto. E gli onesti preferiscono girare la testa dall’altra  parte, e pensare ad essere eletti per rinnovare il gioco della democrazia, che dovrebbe essere il sacrosanto diritto di tutti di decidere la gestione del denaro di tutti e che invece diventerà ancora una volta, se vogliamo mantenere una visione pessimistica delle cose, come ci insegna il passato, il gioco del monopoli.  Di chi potremo fidarci?

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