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mercoledì 24 novembre 2010

Superare il berlusconismo

Tutte le discussioni politiche sono articolate su una terminologia sempre più obsoleta che fa riferimento alla destra e alla sinistra. Sempre più queste parole fanno riferimento al passato più che a significati validi per il domani.
Gli elenchi presentati a Vieni via con me da Bersani e Fini non hanno mostrato significative differenze fra destra e sinistra, solo riferimenti poetici e generici molto belli a qualcosa che non c’è più.
Destra e sinistra in genere non sono usate senza premettere la parolina centro. Centro-destra e centro-sinistra, mentre Casini punta il dito verso il centro, ma si vede solo il dito e non una consistenza reale di centro, ormai anacronistica. Oggi potremmo dire che Fini è il centro-destra, Berlusconi il centro, Vendola il centro-sinistra e Bossi l’anomalia.
Oppure potremmo dire che Bossi è il centro del centro-destra con Berlusconi, ma potrebbe essere il centro del centro-sinistra con Bersani. Cosa cambierebbe? Al di là di queste classificazioni storiche in realtà abbiamo davanti agli occhi una realtà politica divisa fra conservatori e  innovatori.
A quello che sembrava il tormento del dibattito negli ultimi tempi (berlusconismo e antiberlusconismo) è emerso come un’onda anomala Saviano come testimonianza della verità. E quindi dieci milioni di telespettatori, parte pro Saviano e  parte contro Saviano. Il suo messaggio mi pare un messaggio di cambiamento e di innovazione. Naturalmente le forze conservatrici  lo rifiutano e guarda caso chi sono? Il Giornale, Libero e altri giornali filo berlusconiani. Una parte di italiani invece è stufa di risse in TV e vuole elenchi di cose vere, su cui contare e dai quali partire.
Conservatori e innovatori non solo stanno nel PDL ma anche nel PD. Una  parte di esso vuole conservare i valori e i volti storici della sinistra, un’altra parte vuole svecchiare i quadri e trovare argomenti di lotta attuali.
E’ proprio la parte innovativa del FLI e PD che mostra obbiettivi comuni, mentre la parte storica denota insanabili divergenze.
Se vogliamo andare verso il futuro dobbiamo battere la stagnazione delle vecchie politiche  e mettere insieme forze che al di là delle divisioni vogliono risolvere i problemi più urgenti. Il bipolarismo si potrebbe articolare così, tra conservatori e innovatori. Dove entrambe le componenti sono utili e necessarie e dove l’alternanza potrebbe avere un significato, che non sia quello di eliminare l’avversario, ma di dosare le forze in modo positivo per il Paese. Ma so bene che tutto questo per ora è pura utopia.

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