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sabato 20 novembre 2010

La solitudine del numero uno

(Da ilfoglio.it)

Bossi dice che sarebbe meglio andare a elezioni anticipate, ma né finiani, né PD le vogliono perché hanno paura di perdere. Nel frattempo garantisce che lui non abbandonerà Berlusconi finché saranno fatte le riforme.
Insomma Bossi ha paura di perdere Berlusconi perché le riforme che interessano la sua parte sono quelle concernenti il federalismo, e solo l’alleanza con Berlusconi può portarle a termine.
Dopo di che non sarà più necessario sostenere Berlusconi.

Che è un uomo solo, oggi più che mai, Fini non c’è più, Bossi c’è a tempo determinato, Mara Carfagna annuncia le dimissioni da Ministro e anche dal PDL e lui si trova costretto a un’implorazione telefonica perché questo non avvenga.
E il futuro lo mostra sempre più solo, unica speranza mettere in movimento il suo popolo perché alle elezioni anticipate i numeri restituiscano alla sua leadership gloria e potere.

Questa non è una speranza tanto illusoria, perché la sua capacità di scatenare un’ampia, costosa ed efficace campagna elettorale utilizzando Rai 1, Rai 2, canale 5, rete 4 e Italia 1 può avere un impatto mediatico tale da incantare molti distratti e portarli a votare per il suo nome. Già ieri sera il TG1 ha evitato di dare il giusto rilievo alla notizia della sentenza in corte d’Appello a carico di Dell’Utri. Il fatto che i giudici d’appello abbiano riconosciuto vero che Dell’Utri fosse il tramite fra la mafia e Berlusconi e che Mangano sia stato pagato profumatamente per venti anni allo scopo di dare protezione a lui e alla sua famiglia, non è cosa che possa aumentare i voti futuri. Naturalmente la Cassazione potrebbe annullare l’esito dei precedenti gradi di giudizio e non ci sono prove che dopo il 1992 vi siano stati accordi mafiosi a livello politico. La grande prova considerata vincente è la lotta alla mafia di questi ultimi anni e la presenza costante di un Ministro della Lega (Roberto Maroni) che ha messo quasi in ginocchio la criminalità organizzata.

Dunque la grande speranza di Berlusconi è questa massa elettorale riattivabile mediaticamente.
In realtà è molto difficile fare previsioni, anzi è facilissimo capire che le elezioni anticipate ora provocherebbero uno sconquasso tale da metterci a rischio sia sul piano dei conti internazionali, così delicato in questo momento, sia dei problemi irrisolti che interessano la gente che sono sempre lontani mille miglia dai calcoli del potere.

La logica del miglior bene della gente sembrerebbe una crisi seguita da un nuovo governo guidato da persona diversa da Berlusconi, facente parte del PDL, gradita sia alla Lega sia a Futuro e Libertà e magari all’UDC, che proseguisse questa legislatura senza condizionamenti particolari ma con lo scopo di portare avanti tutto il possibile: la quadratura dei conti, un avvio dell’economia e del lavoro, il completamento della legge sul federalismo e possibilmente alcune delle riforme più importanti per traghettare questa seconda repubblica verso una forma gradita al popolo, anche se sgradita ai poltronieri e a una nuova legge elettorale in linea con le riforme costituzionali.

Questo che a me sembrerebbe positivo, non è detto che lo sia, è una mia semplice opinione e mi farebbe piacere ricevere dei commenti con proposte alternative, purché si basino sul maggior bene delle persone e non puramente sull’odio.

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