Il Governo è praticamente in crisi, si moltiplicano gli scenari possibili di un dopo-Berlusconi, ma è sempre lui ahimè a riempire la bocca di tutti e a condizionare il cammino della politica italiana.
Non solo non si trova chi può sostituirne la figura nell’opposizione, ammesso che una parte di essa potesse andare al potere, ma questa nuova figura non si trova più neanche nel centro destra, dove tutti sono arroccati intorno a lui come all’unico leader possibile.
In questo contesto anche il Capo dello Stato, che indubbiamente vuole rispettare integralmente le norme costituzionali, si vede privato di una parte dei suoi poteri in quanto di fatto non tocca più a lui la scelta di chi può formare un nuovo governo. Solo formalmente scelse Berlusconi nel 2008 perché la scelta era già fatta con le elezioni, grazie allo stratagemma di inserire il nome sul simbolo nella scheda elettorale. E oggi dovrebbe decidere lui a chi dare il nuovo mandato? Anche in questo molti nell’area di centro-destra pensano che questo potere è di fatto decaduto e che Giorgio Napolitano ha l’unica facoltà di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.
Nessun Presidente della Repubblica che io ricordi si è mai trovato in questa difficile situazione di rispettare contemporaneamente la Costituzione e la legge elettorale.
Il ritorno alla legalità sarebbe quello di tornare alle urne con una legge elettorale che sia in linea con la Costituzione e con un programma comune a tutti i partiti di riformare le istituzioni sulla base di nuove leggi costituzionali che stabiliscano regole serie per il bipolarismo e per il presidenzialismo.
E se non si arriva all’idea condivisa che debbano esserci due grandi contenitori, uno al governo e uno all’opposizione come avviene in Inghilterra e negli Stati Uniti, è inutile illudersi. O Berlusconi bis, tris ecc., o un nuovo centrismo come preconizzato dall'onorevole Casini, che ci riporti ai giochi della vecchia politica.
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