Visualizzazioni totali

sabato 27 novembre 2010

"Parole irresponsabili" quelle di Frattini?




Non ci sono segnali precisi di rischi individuabili, ma l'allarme terrorismo in Italia resta elevato". Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, intervistato a Mattino 5 ha rassicurato gli italiani dopo gli avvertimenti diffusi ieri dal Dipartimento di Stato americano. "Proprio un anno fa c'é stato l'attentato alla caserma 'Santa Barbara' di Milano e da allora l'allarme è sempre elevato – ha sottolineato - i nostri servizi di sicurezza stanno seguendo con attenzione questo rischio, in contatto con l'intelligence dei Paesi europei e degli Stati Uniti". Il ministro degli esteri Frattini ha parlato di "allarme realistico" ma come ha detto Maroni, "non ci sono obbiettivi specifici e non ci sono allarmi per l'Italia". Il responsabile della Farnesina ha aggiunto che, l'allarme lanciato dagli Usa, "per noi si traduce nell'aver piu' comprensione per misure piu' rigorose di controllo che potrebbero essere messe in atto".

Frattini: "C'è una strategia per colpire l'immagine dell'Italia". Bersani: "Parole irresponsabili"
Colpire un gioiello dell'imprenditoria italiana come è Finmeccanica è "un suicidio" attraverso il quale si "lede la nostra immagine e si favorisce chi compete contro di noi", ha proseguito Frattini, a margine del foro di dialogo Italia-Spagna. Poi si è detto "assolutamente" d'accordo con quanto affermato oggi dal premier Silvio Berlusconi che ha parlato appunto di "suicidio" a proposito delle ultime vicende legate a Finmeccanica.



Con questi avvisi , proclamati il 4 ottobre da Maroni e il 25 novembre da Frattini e Berlusconi, ci viene sventolata sotto il naso la bandiera della paura, con l’unico scopo di farci rinunciare a eventuali “velleità” di cambiamento e a farci stringere prudentemente attorno al Governo attuale onde evitare gravi pericoli per il nostro futuro.
Queste non sono altro che minacce moral-diplomatiche e servono soltanto a uno o a un gruppo di esponenti del Governo per perpetuare se stessi e allontanare lo spettro di un governo-bis senza Berlusconi premier.
Non è detto che finisca qui, possiamo aspettarci ancora qualche simile iniziativa tendente alla conservazione, piuttosto che al cambiamento in positivo della politica italiana.
Per quanto riguarda la cattiva immagine dell’Italia, chi ha colpa del suo mal pianga se stesso, perché la spazzatura di Napoli o il crollo della Casa dei gladiatori a Pompei non sono fatti che si possano occultare.
Berlusconi e Frattini ritengono che almeno lo scandalo paventato a livello mediatico e non ancora definito di Finmeccanica poteva essere occultato, in quanto  “ colpire un gioiello dell’imprenditoria italiana come Finmeccanica è un suicidio” .  In questo caso non comprendo chi è che colpisce? I giornali? La magistratura? L’opposizione? Pare che le inchieste siano già in corso da mesi. E allora? Chi sono gli autori della strategia per  colpire l’immagine dell’Italia? Quello che è sotto gli occhi di tutti, e si vede facilmente, è che il Governo ha  bisogno di problemi gravi da risolvere perché quei problemi potrebbero allontanare lo spettro di un cambiamento di leadership.
Agitare spauracchi, oggi, è per loro l’unico modo per perpetuarsi responsabilmente.
Non credo all’irresponsabilità che vede Bersani nelle parole di Frattini, anzi! Sono parole molto responsabili, ma non verso il popolo, piuttosto verso se stessi.

venerdì 26 novembre 2010

La contestazione della legge Gelmini



Sta dilagando la contestazione della riforma dell’Università a firma Gelmini. In molte città universitarie la protesta va avanti nella molteplicità degli attori, che sono studenti professori e ricercatori.
Come si poteva pensare che per fare una simile riforma, bastava che un ministro buttasse giù un testo, politicamente coerente con le linee governative e venisse metabolizzato senza problemi da tutti gli interessati? Riforme di così largo interesse vanno preparate democraticamente con la partecipazione delle parti in causa e non si fanno piovere così alla leggera.
Noto anche che nei telegiornali si abbina sempre anche la protesta degli universitari inglesi che si son visti triplicare le tasse universitarie.
Ma le due cose non si possono affiancare come simili. Una cosa è aumentare le tasse e non si può andare a chiedere se son contenti di pagare le tasse, non avrebbe senso. Nel nostro caso viceversa si parla di una cambiamento molto profondo dell’organizzazione universitaria che dovrebbe partire dalla base, salvo poi confrontare i risultati con le linee di governo. Soltanto allora si può sperare in una partecipazione che conduca a un dibattito più semplice alla Camera e a un’accettazione più condivisa da parte degli interessati.
La stessa cosa sarà per la Giustizia. Se si fanno piovere provvedimenti che i magistrati non possono contestare su un piano di  discussione preliminare, avremo anche i magistrati sui tetti, e anche là forse Bersani salirà per far sentire che la sinistra c’è.

In due settimane si fa tutto!

Quando andavo a scuola, ricordo che c’erano alcuni miei compagni che studiavano regolarmente fin dal primo trimestre, facevano i compiti nelle vacanze di Natale, proseguivano in modo molto regolare e alla fine raggiungevano risultati discreti. Altri viceversa copiavano i compiti, si arrangiavano nei compiti in classe, lavoravano il meno possibile, erano impegnati parecchio in festini e scappatelle, facevano “berna” come si diceva in veneto, con molta facilità, erano ai margini nelle classificazioni e i cattivi voti del primo e secondo trimestre erano deludenti. Improvvisamente poi, alla fine dell’anno, si scatenavano, studiavano anche di notte, si facevano prestare gli appunti dai compagni di buona volontà e insomma si davano da fare per recuperare il terreno perso e gli insegnanti cominciavano a dimenticare come si erano comportati in passato, e così riconoscevano la ripresa di questi ragazzi e la premiavano con voti improvvisamente buoni, anche migliori di quelli dei metodici più regolari.
Ora assistiamo a uno scenario simile in campo politico. Ancora due settimane per recuperare il tempo perduto e poi gli esami del 14 dicembre. Gli episodi di Noemi e poi della D’Addario, le feste a luci rosse non solo non negate , ma millantate, gli incontri con Ruby, la telefonata in Questura per tirarla fuori dai guai, la sentenza di appello a carico di Dell’Utri che fatalmente tira in ballo situazioni passate imbarazzanti nei confronti della mafia di allora, i dubbi sull’utilizzo di società off shore per moltiplicare i patrimoni avvantaggiandosi con escamotages fiscali, e poi? Tutto dimenticato ormai. Quanto tempo è stato dedicato da Governo e Parlamento per trovare la legge ad personam accettabile per difendersi dai processi, e il processo breve, e il nodo Alfano, e il legittimo impedimento e che altro? E chi ci pensava alla riforma dell’Università, della Giustizia, ai provvedimenti a favore del meridione?
Adesso! Si fa tutto adesso. Questa è roba che in due settimane…basta e avanza. Che sarà? Mica sono problemi difficili questi! IL GOVERNO DEL FARE FA TUTTO! 

mercoledì 24 novembre 2010

Arroganza e mistificazione

Ieri mentre giravo in macchina a Montesilvano, avevo la radio accesa su Radio Radicale e con stupore, ma non troppo, riconoscevo la voce del nostro premier che in conferenza stampa rispondeva a qualche domanda posta da vari giornalisti. A chi si presentava come giornalista di Rai tre diceva: e si! C’è tele kabul! Noi non siamo tele kabul rispondeva la giornalista. Eh già! Voi siete peggio! A una domanda successiva se nel caso fosse chiaro che per il bene del paese lui dovrebbe fare un passo indietro e lasciare spazio a un altro presidente lui lo farebbe, rispondeva: Perché dovrei fare un passo indietro? Piuttosto dovrebbe farlo Fini che occupa il posto di Presidente della Camera pur avendo preso in mano le sorti di un nuovo partito e non essendo più super partes! Poche  ore dopo ha smentito di aver accennato alle dimissioni di Fini, altrimenti si insabbiaa un emendamento in discussione alla Camera.
Ieri sera, dopo aver accettato di entrare in tutto il suo splendore nella trasmissione di Flores per rispondere alle sue domande, Partiva col suo monologo difensivo e concludeva: io non rispondo alle sue domande (rivolto a Flores), SIETE DEI MISTIFICATORI! E metteva giù il telefono.
 Poco prima aveva anche parlato degli italiani che pagano il canone per un servizio pubblico che dà spazio a Flores al quale dice: la televisione non è sua, se lo lasci dire da uno che la televisione la conosce molto meglio di lei. E’ stato bellissimo il distacco elegante di Flores che sorrideva divertito e niente affatto sconvolto dalle parole di uno che per lo meno di Rai Tre non è ancora il padrone.

Superare il berlusconismo

Tutte le discussioni politiche sono articolate su una terminologia sempre più obsoleta che fa riferimento alla destra e alla sinistra. Sempre più queste parole fanno riferimento al passato più che a significati validi per il domani.
Gli elenchi presentati a Vieni via con me da Bersani e Fini non hanno mostrato significative differenze fra destra e sinistra, solo riferimenti poetici e generici molto belli a qualcosa che non c’è più.
Destra e sinistra in genere non sono usate senza premettere la parolina centro. Centro-destra e centro-sinistra, mentre Casini punta il dito verso il centro, ma si vede solo il dito e non una consistenza reale di centro, ormai anacronistica. Oggi potremmo dire che Fini è il centro-destra, Berlusconi il centro, Vendola il centro-sinistra e Bossi l’anomalia.
Oppure potremmo dire che Bossi è il centro del centro-destra con Berlusconi, ma potrebbe essere il centro del centro-sinistra con Bersani. Cosa cambierebbe? Al di là di queste classificazioni storiche in realtà abbiamo davanti agli occhi una realtà politica divisa fra conservatori e  innovatori.
A quello che sembrava il tormento del dibattito negli ultimi tempi (berlusconismo e antiberlusconismo) è emerso come un’onda anomala Saviano come testimonianza della verità. E quindi dieci milioni di telespettatori, parte pro Saviano e  parte contro Saviano. Il suo messaggio mi pare un messaggio di cambiamento e di innovazione. Naturalmente le forze conservatrici  lo rifiutano e guarda caso chi sono? Il Giornale, Libero e altri giornali filo berlusconiani. Una parte di italiani invece è stufa di risse in TV e vuole elenchi di cose vere, su cui contare e dai quali partire.
Conservatori e innovatori non solo stanno nel PDL ma anche nel PD. Una  parte di esso vuole conservare i valori e i volti storici della sinistra, un’altra parte vuole svecchiare i quadri e trovare argomenti di lotta attuali.
E’ proprio la parte innovativa del FLI e PD che mostra obbiettivi comuni, mentre la parte storica denota insanabili divergenze.
Se vogliamo andare verso il futuro dobbiamo battere la stagnazione delle vecchie politiche  e mettere insieme forze che al di là delle divisioni vogliono risolvere i problemi più urgenti. Il bipolarismo si potrebbe articolare così, tra conservatori e innovatori. Dove entrambe le componenti sono utili e necessarie e dove l’alternanza potrebbe avere un significato, che non sia quello di eliminare l’avversario, ma di dosare le forze in modo positivo per il Paese. Ma so bene che tutto questo per ora è pura utopia.

martedì 23 novembre 2010

Un Governo per la crescita

La notizia speciale di oggi è la disponibilità di Casini a formare un governo d’armistizio. Avevamo nel vocabolario tanti tipi di governo, l’ultimo il famigerato governo tecnico, ma governo d’armistizio mi sembra nuovo e carino.
Ma che significherà?
La Lega non mi piace , Berlusconi neanche, ma, per il bene del Paese… “ .Ma mi faccia il piacere! Giusto per rimettere al centro delle discussioni il testamento biologico e altri temi cari all’antiradicalismo.

Si mettessero attorno a un tavolo per risolvere problemi più urgenti. Capire assieme alla Marcegaglia, Montezemolo, Bonanni, altri sindacati di buona volontà e persone veramente interessate ai problemi che cosa fare per indirizzare le forze lavoro in modo produttivo, dare impulso a soluzioni originali e di facile sperimentazione per rimettere in moto la macchina produttiva verso linee nuove e di successo. Cosa lasciar cadere perché ormai perdente e cosa incrementare perché promette buona competitività anche nei confronti di mercati esteri.
Quali sono le competenze da privilegiare, come incrementare settori dell’agricoltura vincenti, visto che almeno la terra coltivata non si può trascinare in paesi stranieri. Come riutilizzare tanti terreni e tanti beni immobili abbandonati, come utilizzare al meglio la mano d’opera degli immigrati rendendola fonte di reddito anziché fonte di reati, clandestinità in primo luogo.
E l’energia? Cosa facciamo per incrementare il fotovoltaico che è la vera fonte vincente per il futuro, più che l’eolico su cui già hanno steso le mani le mafie e che comunque deturpa l’ambiente? Ci sarà un motivo se in Cina il fotovoltaico ha un incremento impareggiabile da qualunque altro paese del mondo! Insomma è possibile che non siamo capaci di trovare soluzioni inedite piuttosto che guardarci intorno e cercare qual è il paese che dobbiamo imitare? Dov’è finita la nostra creatività?
Per l’energia in particolare sappiamo solo rivolgerci al passato mettendo in cantiere grandi centrali nucleari, ormai senza futuro anche per i paesi che le hanno costruite quando erano ancora convenienti.
E le qualità manageriali di Berlusconi dove sono? Quando scese in campo sembrava che volesse metterle a disposizione del popolo  e criticava il teatrino della politica italiana. In realtà più che scendere in campo è entrato nel teatrino, e ne fa centro d’attenzione addirittura mondiale, mentre di iniziative sociali neanche l’ombra. Solo tagli male assestati.
Un aspetto di cui avrebbe potuto prendersi cura in quanto importante fattore di ripresa economica è il turismo. Che avrebbe comportato non solo prendersi cura del patrimonio artistico per evitarne la disgregazione, ma anche valorizzarlo per attirare turisti dall’estero. Per fare un piccolo esempio, in Abruzzo c’è un sito archeologico nell’area di Castelnuovo, il centro che fu interamente distrutto dal terremoto, Peltuinum, dove si può ricostruire la vita di una città dell’antica Roma e non solo, ci sono testimonianze anche della più antica civiltà vestina. Pochi italiani ne conoscono l’esistenza, Qualche visita viene dal nord Europa, specialmente dalla Germania, perché là trovano pubblicazioni dove se ne parla. Quando arrivano sul posto sono colpiti più che altro dal degrado e l’abbandono in cui tutto giace. Nulla facilita la comprensione e l’apprezzamento della storia scritta in quelle pietre. Basterebbe poco. Qualche tabella in bronzo, degli opuscoli, un po’ di pulizia. Questo è solo uno degli innumerevoli casi di incuria.
 In queste brevi note non posso scoprire quali sono le carte vincenti, ma sono certo che abbiamo i cervelli e i talenti per scoprirle, se soltanto lasciamo che si facciano avanti.

domenica 21 novembre 2010

Cercansi clandestini per lavoro nero



Nella lezione di Saviano sulla mafia, in Vieni via con me di lunedì 15 novembre c’era una considerazione che mi  sembra importante.
Le mafie per ottenere gli appalti al nord, non hanno difficoltà, non è necessario arrivarci con corruzione e irregolarità. Li ottengono applicando i prezzi più bassi, tanto non c’è problema a riciclarvi il denaro proveniente dal narcotraffico e così ripulire il denaro sporco. In questo immagino che sia importante che nella gestione dei lavori ci siano spiragli di uscite di denaro non controllabili. Ad esempio la mano d’opera. Se lavorano clandestini in nero, il denaro che serve per pagarli non apparirà nei bilanci e questa  potrebbe essere una via. Regolarizzare i lavoratori immigrati affinchè compaiano sui libri paga sarebbe importante!

sabato 20 novembre 2010

Chi scegliere? Mara Carfagna o Nicola Cosentino?




Mara Carfagna  ha confermato che dopo il 14, giorno in cui darà il voto di fiducia a Berlusconi, si ritirerà da ministro, dal PDL e da parlamentare e questo avverrà esattamente il 15 dicembre.
Noto che il problema non è superficiale, ma profondo e proprio nei suoi rapporti con il partito. Pare abbia parlato di guerra tra bande affaristiche e che non abbia mai accettato i comportamenti del suo partito nei confronti di Nicola Cosentino che pur accusato di pesanti reati è stato assolto e difeso sul piano politico. In Wikipedia, alla voce Nicola Cosentino, possiamo rivedere alcuni dei recenti fatti in cui lo stesso è stato coinvolto.

 

L'accusa di riciclaggio di rifiuti tossici

Nel settembre 2008 venne pubblicamente accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nell'ambito del riciclaggio abusivo di rifiuti tossici, come emerse dalle rivelazioni di Gaetano Vassallo, il boss responsabile di disastro ambientale relativamente allo smaltimento abusivo di rifiuti tossici in Campania attraverso la corruzione di politici e funzionari.
Il coinvolgimento di Cosentino è stato supposto sulla base della confessione di Gaetano Vassallo ai PM della direzione distrettuale antimafia napoletana:
Nel novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica[3][4][5]. La richiesta fu respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera.[6]
Il 28 gennaio 2010 la Corte di Cassazione confermò le misure cautelari a carico di Cosentino.[7] Il 19 febbraio la richiesta di dimissioni dagli incarichi fu respinta da Silvio Berlusconi.[8]
Il 22 settembre 2010 la Camera dei Deputati ha respinto con voto segreto l'uso di intercettazioni a carico dello stesso Cosentino volute dai pm di Napoli. La richiesta di voto era stata inoltrata per ulteriore fiducia alla Camera dal presidente della Commissione Bicamerale di controllo degli Enti di previdenza e del Comitato per la Legislazione, il finiano Antonino Lo Presti, dopo che la stessa commissione aveva detto no all'uso di intercettazioni.


Mara Carfagna non ci sta, in particolare perché questa vicenda tocca la sua Campania. Nel 2008 affermava che per lei sarebbe stato un onore candidarsi alla Presidenza della Regione.
Fatto sta che ora non ammette ritorni. Ha detto chiaramente ai vertici del partito: dovete scegliere , o me o Cosentino, punto.

La solitudine del numero uno

(Da ilfoglio.it)

Bossi dice che sarebbe meglio andare a elezioni anticipate, ma né finiani, né PD le vogliono perché hanno paura di perdere. Nel frattempo garantisce che lui non abbandonerà Berlusconi finché saranno fatte le riforme.
Insomma Bossi ha paura di perdere Berlusconi perché le riforme che interessano la sua parte sono quelle concernenti il federalismo, e solo l’alleanza con Berlusconi può portarle a termine.
Dopo di che non sarà più necessario sostenere Berlusconi.

Che è un uomo solo, oggi più che mai, Fini non c’è più, Bossi c’è a tempo determinato, Mara Carfagna annuncia le dimissioni da Ministro e anche dal PDL e lui si trova costretto a un’implorazione telefonica perché questo non avvenga.
E il futuro lo mostra sempre più solo, unica speranza mettere in movimento il suo popolo perché alle elezioni anticipate i numeri restituiscano alla sua leadership gloria e potere.

Questa non è una speranza tanto illusoria, perché la sua capacità di scatenare un’ampia, costosa ed efficace campagna elettorale utilizzando Rai 1, Rai 2, canale 5, rete 4 e Italia 1 può avere un impatto mediatico tale da incantare molti distratti e portarli a votare per il suo nome. Già ieri sera il TG1 ha evitato di dare il giusto rilievo alla notizia della sentenza in corte d’Appello a carico di Dell’Utri. Il fatto che i giudici d’appello abbiano riconosciuto vero che Dell’Utri fosse il tramite fra la mafia e Berlusconi e che Mangano sia stato pagato profumatamente per venti anni allo scopo di dare protezione a lui e alla sua famiglia, non è cosa che possa aumentare i voti futuri. Naturalmente la Cassazione potrebbe annullare l’esito dei precedenti gradi di giudizio e non ci sono prove che dopo il 1992 vi siano stati accordi mafiosi a livello politico. La grande prova considerata vincente è la lotta alla mafia di questi ultimi anni e la presenza costante di un Ministro della Lega (Roberto Maroni) che ha messo quasi in ginocchio la criminalità organizzata.

Dunque la grande speranza di Berlusconi è questa massa elettorale riattivabile mediaticamente.
In realtà è molto difficile fare previsioni, anzi è facilissimo capire che le elezioni anticipate ora provocherebbero uno sconquasso tale da metterci a rischio sia sul piano dei conti internazionali, così delicato in questo momento, sia dei problemi irrisolti che interessano la gente che sono sempre lontani mille miglia dai calcoli del potere.

La logica del miglior bene della gente sembrerebbe una crisi seguita da un nuovo governo guidato da persona diversa da Berlusconi, facente parte del PDL, gradita sia alla Lega sia a Futuro e Libertà e magari all’UDC, che proseguisse questa legislatura senza condizionamenti particolari ma con lo scopo di portare avanti tutto il possibile: la quadratura dei conti, un avvio dell’economia e del lavoro, il completamento della legge sul federalismo e possibilmente alcune delle riforme più importanti per traghettare questa seconda repubblica verso una forma gradita al popolo, anche se sgradita ai poltronieri e a una nuova legge elettorale in linea con le riforme costituzionali.

Questo che a me sembrerebbe positivo, non è detto che lo sia, è una mia semplice opinione e mi farebbe piacere ricevere dei commenti con proposte alternative, purché si basino sul maggior bene delle persone e non puramente sull’odio.

venerdì 19 novembre 2010

C'era una volta Forza Italia



C’era una volta Forza Italia. Dopo lo sfascio derivato dal crollo di tutti i partiti della prima Repubblica a causa della cancrena messa allo scoperto da Manipulite, molti personaggi, vecchi e nuovi, desiderosi di  fondare un nuovo gruppo politico capace di restituire dignità alla Nazione e nuova forza all’Italia, si raggrupparono attorno a un imprenditore milanese che per aver costruito dal niente un impero economico finanziario di tutto riguardo già allora, prometteva di seguire le stesse linee di gestione imprenditoriale per l’Italia, tenendola lontana dagli intrighi politici che l’avevano fatta precipitare nel baratro dell’ingovernabilità.
Più che l’abilità imprenditoriale fu l’abilità di gestire i mezzi di comunicazione a dargli ragione e a fargli aumentare i consensi.
Nel 2008, dopo due anni di centro-sinistra condotto infelicemente da Romano Prodi, riuscì a raccogliere grandi numeri alle elezioni e a dimostrare grandi azioni di risolutezza in occasione del problema dell’immondizia di Napoli, nel problema della risoluzione della vertenza Alitalia e nel problema del terremoto dell’Aquila in cui sembrava brillare il suo geniale e tempestivo intervento, anche paterno, considerate le visite settimanali in quella città pesantemente martoriata dal sisma.
Tutti i mezzi di comunicazione hanno dato rilievo a queste azioni spettacolari. Purtroppo quello che sembrava un pregio nei primi tempi, si è trasformato in un grave difetto in questi ultimi due anni: la mancanza di abilità politica.
Ormai una buona squadra di governo e un’abbondante maggioranza alle Camere prometteva un’ottima attività legislativa, l’incapacità di stabilire un dialogo con gli avversari politici, anzi una tensione continua per abbattere l’opposizione, via i magistrati politicizzati, via i giornalisti bugiardi, via i comunisti dalla Rai, lo ha portato a perdere un sacco di tempo per difendere i propri interessi e per difendersi dai processi. Ben a ragione se consideriamo quanto emerge stasera dalla sentenza in appello nei confronti di Dell’Utri che fatalmente crea un quadretto a dir poco imbarazzante, di un Silvio Berlusconi che veniva protetto da Mangano, mentre dell’Utri  faceva da ponte tra lui e la mafia.
Naturalmente speriamo che tutto questo non sia vero e che la Corte di Cassazione smentisca sia i giudici ordinari che quelli della Corte di Appello di Palermo. Ma fino a quel punto possiamo capire le preoccupazioni del premier di doversi sottomettere al giudizio dei magistrati che, ricollegandosi al processo Dell’Utri potrebbero tritarlo.
Umanamente comprensibile, ma comprensibile anche il malcelato imbarazzo degli uomini di Forza Italia  che si attendevano una stagione di ottimi raccolti, specie dopo i successi delle ultime elezioni amministrative e invece si trovano a dover combattere i propri fratelli finiani  che loro non avrebbero mai espulsi se non lo avesse fatto il Capo, adirato per il controcanto di Fini.
Gli italiani hanno votato per il PDL e meriterebbero che questi potessero andare avanti con un nuovo governo, anche senza Berlusconi, con qualcuno che conservi gli ideali dei primi tempi, senza essere impicciato da mille problemi processuali. Insomma su oltre 600 parlamentari della maggioranza ce ne sarà uno capace di prendere in mano le redini della situazione (a parte la Carfagna che vuole dimettersi!) O NO?

giovedì 18 novembre 2010

Al muro!




Lo so, lo so. Non è questo un argomento cui dare rilievo.
E' una delle solite cavolate sparate dalla Lega, e se già in questo fu maestro in varie occasioni lo stesso leader Bossi, ora anche il Presidente leghista della provincia di Treviso non è da meno. Anzi! Supera ogni limite proponendo di mettere al muro gli sciacalli che rubano nelle case e nelle officine degli alluvionati. Ora si sa che in Italia non c'è la pena di morte, anzi non c'è in alcun paese dell'Europa, fatta eccezione per la Bielorussia che non l'ha ancora soppressa. 
Dunque non c'è problema. 
E' come quando il premier sbandiera la possibilità di guerra civile. In realtà intende un'altra cosa.

(Ultimamente molti parlano intendendo un'altra cosa. Forse anche Maroni intendeva un'altra cosa mentre parlava della lezione di Saviano in Vieni via con me.)

Lo sciacallaggio su una disgrazia di così ampie propozioni quale è stata l'alluvione del Veneto è veramente riprovevole e spregevole. Però anche lo stupro a carico di donne o di bambine o la pedofilia. Dunque anche in questi casi il consiglio potrebbe essere utilmente esteso...(ma le province non dovevano essere soppresse?) Quello che spiace in questa dichiarazione infelice è che non  tocca l'assurdo come nel caso della guerra civile.
In realtà ci sono purtroppo molte persone che ragionano in quel modo. Molti si chiedono perché mantenere in vita dei criminali rei di reati infami anziché sopprimerli. 

Per uscire dalla barbarie ci vuole tempo e consapevolezza. Per rientrarvi ci vuole poco.

Arriva sempre più un'onda di diseducazione dai vertici della politica, i valori sono sviliti, sesso e violenza sono sempre più posti su un piano di normalità e di tolleranza proprio da coloro che dovrebbero fare leggi per rendere più civile la popolazione di questo Paese che sia Veneto o sia Sicilia è tutta Italia. 
Dunque non c'è il rischio che in Italia possa tornare la pena di morte, c'è il rischio che l'inciviltà si faccia strada sempre più grazie al fatto che personaggi di rilievo se ne facciano paladini.
 A proposito, perché Il Presidente del Consiglio non prende le distanze dal Presidente della provincia di Treviso? Magari una barzelletta per sdrammatizzare il caso con il sorriso sulle labbra.

Pulau Panghor

Guerra tra mafie

Finalmente una bella trasmissione pulita in Rai! Vieni via con me fa risorgere  la speranza di un risveglio nazionale, circa 10 milioni di  ascolti sono …una  bellezza per un’espressione chiara ed inequivocabile di amore per la verità e per la laicità.
Essere cristiani nella laicità è molto meglio che essere credenti in un modello istituzionalizzato  delle gerarchie ecclesiastiche.
Negare le esequie religiose a uomini come quelli di cui è stata raccontata  la storia da Saviano, significa allontanare dalla fiducia nell’etica cattolica molte persone ormai deluse da una Chiesa che tradisce il messaggio del Vangelo che sostiene di voler annunciare.
Papa Ratzinger poi è molto più credibile quando parla di economia mondiale che non quando parla di etica cattolica ormai chiusa ad ogni apertura sui temi scottanti della modernità.

Per quanto riguarda il primo monologo Saviano non poteva essere più  chiaro e preciso. Abbiamo molteplici fonti giornalistiche e giudiziarie nel passato immediato e anche in quello un po’ più lontano, che testimoniano un allargarsi della mafia al nord e in particolare della ndrangheta nel milanese. Nessuno si era ribellato a queste notizie  ma al momento in cui Saviano riferisce questi dati la  Lega si sente offesa e nella persona di Maroni bolla come infami le cosiddette insinuazioni dello scrittore.
Mi domando: come può essere che una bella fetta del PIL nazionale deriva dalle attività della mafia e che questi non cerchino di coinvolgere  i più potenti politici locali ai loro interessi per quanto riguarda appalti di lavori pubblici? E non è la Lega a predominare nella cosiddetta Padania?  E basta solo l’avvertimento : -State attenti alla ndrangheta perché quelli ci provano- a far saltare i nervi al Premier ?
Già da tempo Silvio Berlusconi strillava al danno di chi fa conoscere i meccanismi delle mafie a un vasto pubblico ed era critico verso l’opera letteraria di Saviano. Il 9 Aprile dopo la prima puntata di Vieni via con me, Davide Giacaloni scriveva sul Tempo: “Che tristezza l’arringa dello scrittore!” e “ Saviano non ha avuto il coraggio della chiarezza” (Coraggio(!)) e oggi constatiamo che al premier sono saltati i nervi al punto di spingere il Ministro degli interni a parlare di infamia.
Così mi domando: Saviano non sta dalla parte dell’Italia? E perché tanta intolleranza da parte del centro-destra che anzi potrebbe trarre vantaggio dal manifestare stima e solidarietà a questo valente scrittore?
Perché lasciare al centro-sinistra l’onore di difenderlo dalle accuse di infamia lanciate dal ministro Maroni? Avvengono cose così strane che non so più che pensare…

A poche ore dopo aver scritto quanto sopra vi è stata la cattura del boss numero uno dei Casalesi e in Exit ieri sera abbiamo visto  testimonianze e video che  documentano la ramificazione della ndrangheta in Lombardia includendo una molteplicità di piccoli centri attorno a Milano e in particolare Desio. Non so se il ministro arriverà a scusarsi con Saviano, ma probabilmente gli argomenti si raffredderanno come d’incanto. Ciò però non mi esime dall’esporre un mio dubbio…

Siamo abituati a grandi autoriconoscimenti degli esponenti di centro-destra ogni qual volta vi è un successo nei confronti della mafia, o per la cattura di latitanti o per la messa in sequestro di ingenti patrimoni e beni finanziari sottratti a cosa nostra.  Si pensa che le Forze dell’ordine e le Procure fanno solo il loro dovere mentre i grandi meriti delle operazioni spettino all’attuale Governo, capace di ripulire l’Italia dalle mafie. 
Vorrei capire che cosa fanno per raggiungere quei successi. 
Capirei se si potesse affermare: L’attuale governo, a differenza di altri precedenti, ha saputo dotare le Procure, nonché Polizie e Carabinieri di strumenti e mezzi atti a potenziare il lavoro di ricerca e stanamento dei latitanti mafiosi. Non è così: Sono proprio loro quelli che hanno subito tagli nella legge di stabilità, che a  volte non hanno la benzina per far circolare le auto, che devono scendere in piazza per lamentare i trattamenti economici insufficienti, e sono le Procure ad avere problemi per insufficienza del personale e spesso inidoneità di mezzi tecnici a disposizione. Inoltre continua ad esservi il rischio che passi la legge per una una drastica limitazione delle intercettazioni. Abbiamo sentito che è stato proprio grazie alle intercettazioni  telefoniche dei familiari del boss che si è potuto arrivare al suo nascondiglio.
E allora? Quali sono i meriti di questo Governo? Ho sentito da una parte leghista in Omnibus affermare che dal momento che il ministro Maroni è della Lega e non è al suo posto per i voti del sud, ha le mani libere per agire. Ma che vuol dire!?  Forse che per combattere efficacemente la ndrangheta in Lombardia dovremmo avere un ministro di una Lega Sud, che non si aspetta i voti dal Nord?


domenica 14 novembre 2010

I miei fratelli della Birmania





Immaginate che Roma sia il vecchio nome di Urbania. Gli organi del potere si sono trasferiti a Monteforte d'Alpone, nessuno sa bene il perché. Bisogna fare molta strada per procurarsi dei documenti perché tutto è accentrato là. Le strade della vecchia capitale sono difficili da percorrere a piedi perché piene di buchi, nessuno si cura di ripararle e tutto si sgretola. Alcuni autobus che cadono a pezzi perché vetusti, viaggiano sovraccarichi con la gente attaccata fin fuori. La preoccupazione della popolazione per la maggior parte in miseria è di soddisfare i bisogni primari, mangiare e procurarsi l'acqua è il problema da risolvere quotidianamente. Beato chi non ha moglie e figli perché aver una famiglia e non poter provvedere loro il cibo è angoscioso.
Il potere si è rinserrato su se stesso e sui propri comodi, e non interessa più a nessuno di loro quel che succede nel Paese tanto meno a Napoli o a Reggio Calabria perché la polizia non vigila più in quelle zone. Ogni tanto vanno là dei drappelli militari, con l'ordine di sparare, giusto perché si sappia che lo Stato c'è. La censura è la regola. Per chi invecchia non c'è pensione o assistenza di alcun tipo, solo la speranza nei figli che si ricordino dei loro genitori e non li lascino morire in solitudine senza alcun soccorso. L'assistenza medica in Longobàrdia (nuovo nome dato all'ex Italia) non esiste. Qualche ospedale funziona solo per ospitare i malati, ma è necessario andare ad acquistare le medicine prescritte e portare loro il cibo. Volendo un'infermiera si deve pagare. I mezzi sono ridotti e così le apparecchiature. La corrente elettrica spesso manca, e solo pochi fortunati dispongono di mezzi adeguati. La telefonia mobile è disponibile solo limitatamente alla città di Urbania, anche internet è un lusso di pochi.
Adesso vi sarà più facile immaginare il Myanmar (ex Burma o Birmania), la città di Yangon (ex Rangoon) e la vita che vi si svolge. Gli organi del potere si sono trasferiti in una roccaforte in un piccolo paese di montagna, Neibidù, a sei sette ore di pullman da Yangon.
Il sogno degli abitanti del Myanmar potrebbe essere quello di diventare come l'Italia. Il primo obiettivo posto da Aung San Suu Kyi è quello della libertà di parola. Non c'è vera democrazia, ha detto, senza la libertà di parola.

Difendiamo quello che abbiamo, per non degradare lentamente in una situazione simile alla loro, vigiliamo sul potere, perché non ci prenda la mano!  


sabato 13 novembre 2010

Durare, durare sempre…


Questo è il principio base a cui di ispirano i politici quando hanno il potere, o perché sono titolari di una poltrona in parlamento o perché hanno un qualsivoglia incarico redditizio, la parola d’ordine è quella: durare.
Ci sono quelli che vogliono durare per mungere “la mucca” fino in fondo, mentre ci sono quelli che vogliono durare per conservare e aumentare il potere. Il potere è una moneta di grande valore, convertibile  in denaro cartaceo e anche in altre forme di benefici.
In una scorsa edizione di Report su Rai3  si parlava della posizione double face di Tremonti che come ministro combatte l’evasione fiscale e come tributarista aiuta chi dispone di molto denaro a trovare soluzioni eleganti per pagare meno tasse rispetto ad altri sprovveduti che pagano fino all’ultimo centesimo.
Nessun commento dunque. Nessuna legge gli impedisce di fare quel che fa e non c’è il minimo profilo di reato. Per cui non solo non è contestabile la sua doppia funzione, ma è doppiamente ammirato e rispettato per le sue elevate capacità politiche ed economiche.
Non ci possiamo meravigliare se anche lui vuole durare, come del resto vuole durare il Presidente del Consiglio.
Una sciagurata omissione del sistema legislativo è quello di una legge che regoli il conflitto d’interessi. Così si vede profilarsi in uno scenario futuro un premier Marina Berlusconi. Come se non bastassero i conflitti d’interessi mirabilmente gestiti dal padre, ora colei che è la donna più potente d’Italia, 33sima nel mondo, Presidente di Fininvest e del Gruppo Mondadori, dovrebbe passare alla leadership sostenuta da Nuova Forza Italia. Dopo Silvio, naturalmente. Durare sempre. 





La repubblica "fai da te"

Il Governo è praticamente in crisi, si moltiplicano gli scenari possibili di un dopo-Berlusconi, ma è sempre lui ahimè a riempire  la bocca di tutti e a condizionare il cammino della politica italiana.
Non solo non si trova chi può sostituirne la figura nell’opposizione, ammesso che una parte di essa potesse andare al potere, ma questa nuova figura non si trova più neanche nel centro destra, dove tutti sono arroccati intorno a lui come all’unico leader possibile.
In questo contesto anche il Capo dello Stato, che indubbiamente vuole rispettare integralmente le norme costituzionali, si vede privato di una parte dei suoi poteri in quanto di fatto non tocca più a lui la scelta di chi può formare un nuovo governo. Solo formalmente scelse Berlusconi nel 2008 perché la scelta era già fatta con le elezioni, grazie allo stratagemma di inserire il nome sul simbolo nella scheda elettorale. E oggi dovrebbe decidere lui a chi dare il nuovo mandato?  Anche in questo molti nell’area di centro-destra pensano che questo potere è di fatto decaduto e che Giorgio Napolitano ha l’unica facoltà di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.
Nessun Presidente della Repubblica che io ricordi si è mai trovato in questa difficile situazione di rispettare contemporaneamente la Costituzione e la legge elettorale.
Il ritorno alla legalità sarebbe quello di tornare alle urne con una legge elettorale che sia in linea con la Costituzione e con un programma comune a tutti i partiti di riformare le istituzioni sulla base di nuove leggi costituzionali  che stabiliscano regole serie per il bipolarismo e per il presidenzialismo.
E se non si arriva all’idea condivisa che debbano esserci due grandi contenitori, uno al governo e uno all’opposizione come avviene in Inghilterra e negli Stati Uniti, è inutile illudersi. O Berlusconi bis, tris ecc., o un nuovo centrismo come preconizzato dall'onorevole Casini, che ci riporti ai giochi della vecchia politica.  

venerdì 12 novembre 2010

Possiamo dire ancora che in Italia c'è la democrazia?

I giornali secondo Berlusconi non si dovrebbero leggere. Infatti sarebbe meglio non leggere quel che lui ha detto (se lo confermerà) dimissioni no, meglio la guerra civile.
Quando la gente è  arrabbiata non sa più cosa dice e in Italia cominciano ad esserci troppe persone arrabbiate, a partire dal Premier.
Poi è arrabbiata anche il Procuratore dei minori Anna Maria Fiorillo, e il Ministro degli interni Roberto Maroni che le ha sporto querela per diffamazione. E sono personaggi di non poco conto. E' arrabbiato anche L'onorevole Di Pietro che schierandosi con la Fiom crea le premesse di una sinistra non moderata che probabilmente spaccherà in due il PD dando forza al centro. Anche Casini è arrabbiato perché a suo tempo non era stato ascoltato e le cose stanno andando come aveva profetizzato. L'unico che non è arrabbiato è Bersani, perché è piuttosto la sua gente ad essere arrabbiata con lui. I tentativi di prendere contatto con i suoi elettori sono piuttosto tardivi e a rimboccarsi le maniche adesso si rischia di prendere il raffreddore. In questo contesto le elezioni anticipate che prima erano esorcizzate come Belzebù, ora sono evocate come l'unica possibilità di salvezza.
Lo scenario che si prospetta però non è veramente salvifico...L'assenteismo sarà più alto del 30%, ma quel che si prospetta è tutt'altro che un evento che dà respiro alla democrazia: la scelta non sarà fra due poli ma fra tre poli verosimilmente di pari forze. Potremmo classificarli come destra, sinistra e centro, anche se abbiamo sentito Casini dire giustamente che queste categorie di destra, sinistra e centro sono obsolete. Comunque, ammesso che ci siano tre gruppi che entrano in Parlamento e che uno dei tre prevalga di poco, quest'ultimo, con il premio di maggioranza, sarà in grado di governare.
In realtà però questa maggioranza, per ben che vada,  rappresenterà circa il 20% della popolazione, infatti il 33% del 70% dei votanti sarebbe il 23,10% che è puramente teorico, infatti gli assenteisti questa volta saranno di più del 30% e ci saranno varie formazioni politiche che andranno a erodere voti anche ai tre principali raggruppamenti.
Tutto sarebbe più lineare se il centro prendesse posizione con uno dei due poli, ma poichè non ci credono, non lo faranno. E allora il bipolarismo che sarebbe così auspicato dagli ammiratori di altre democrazie occidentali (anche da me), più mature della nostra, in Italia non è possibile. Ha ragione Casini, ma è lui comunque che dà ragione a se stesso. Infatti se non si ponesse come terzo polo, renderebbe possibile un bipolarismo democratico. Perché dovrebbe farlo? in fondo lui ha conservato lo scudo crociato della DC e non è fantascientifico che in fase di crak i cattoPD e la Lega potrebbero avere la maggioranza insieme all'UDC, mettendo nell'angolo finiani, PdL, e Di Pietro/Vendola. Ascoltando Radio Padania si può avvertire un gran malumore della gente verso Silvio Berlusconi, e i vertici della Lega dovranno prima o poi tenerne conto. Non ci sono ragioni ideali che tengono assieme PdL e Lega. Buona parte del popolo leghista auspica solo la secessione come la fine di tutti i problemi del nord e nonostante le apparenze mi pare che Bossi è il più moderato in questo percorso, mostrando anche un rispetto della tradizione cattolica che non può non far piacere all'Episcopato.
Dunque, comunque sia, chi vincerà le elezioni rappresenterà circa il 20% della popolazione, e gli altri non potranno che consumarsi a fuoco lento come è successo al PD in quest'ultima legislatura.
Questa nuova Repubblica "fai da te" non può funzionare in questo modo, con una legge elettorale che stritola un 80% della popolazione e dà il potere a chi può rappresentarne solo il 20%.
Evidentemente non siamo maturi per una repubblica presidenziale bipolarista, andando avanti così lo spettro della guerra civile evocato da Berlusconi diventa un rischio reale che potrebbe dividere la “Padania” dal resto dell'Italia.

giovedì 11 novembre 2010

Silvio Berlusconi: Bene di lusso per l''Italia

Ah! Silvio! Quanto ci costi! Uno come te non avremmo potuto permettercelo.
Se dovessimo quantificare in euro di prelievi fiscali i tempi dedicati da tanti organi statali, tanta magistratura, tanto parlamento, tante energie nazionali, per difenderti dai processi, difenderti dai giornalisti, difenderti da tutto. Per giustificare tante spese, avremmo voluto vedere un’Italia rivoltata come un calzino , un miracolo unico che solo da te ci si poteva aspettare, di fare le riforme nell’interesse del popolo, lasciando da parte il tuo “particolare”, lasciarci ora un’Italia rinnovata e perfettamente capace di camminare con le sue gambe.

Il tuo bilancio comunque è molto positivo, dal tuo punto di vista.
 Al momento della tua discesa in campo correva voce che il tuo business in generale fosse in pericolo, molti investimenti lavoravano in perdita, in particolare Mediaset aveva bisogno di un colpo d’ala, e bisogna ammettere che in questi sedici anni hai lavorato veramente bene. Sei uno degli uomini più ricchi d’Italia, o forse il primo, hai lavorato in modo disumano per aumentare questo patrimonio e far sì che i tuoi figli potessero godere tranquillamente i frutti del tuo lavoro, anche le ex mogli se la passano bene, grazie al fatto che sei un uomo molto ricco.
Finalmente libero sentimentalmente puoi dedicarti a quelle venti case fra le quali hai solo il dilemma della scelta. 
Noi abbiamo visto solo uno sprazzo di luce regale, e parte ce l'hai fatta immaginare, in villa Certosa e in Antigua, luoghi assieme ad Arcore dove puoi ritemprare lo spirito con amiche giovani e belle, esteticamente perfette per fare da degna cornice a un ambiente dove il tuo protagonismo diventi garanzia di buon governo.  
Si, ci sei costato tanto, il noi si riferisce a tutto il popolo italiano, anche se c’è un supercosto per il Popolo della Libertà che spesso ha dovuto difenderti con la bocca mentre il cuore era avvelenato di rabbia, e tutto quest’amaro covava dentro, mentre una parte di quel popolo è emerso quale punta dell’iceberg, vedi Gianfranco Fini e i suoi “quattro gatti”.

mercoledì 10 novembre 2010

Caso Ruby: la Procura dei minori smentisce il Ministro degli Interni.


Il Ministro Maroni ha dato conto esaurientemente dell’indagine che ha fatto sull’operato della Questura di Milano. Ne ha parlato davanti alla Camera e anche davanti al Senato.
Assolti tutti gli organi della Polizia di Stato per aver svolto bene tutte le procedure necessarie inerenti al caso di una minorenne che era stata fermata in Questura  e per non essere stati influenzati dalle telefonate del Presidente del Consiglio che voleva semplicemente essere informato della sorte finale di quella ragazza, che non avrebbe dovuto comunque essere trattenuta  in Questura, ma consegnata in affido alla Consigliera Regionale Minelli, che era già in via Fatebenefratelli  ad aspettare la piccola. Anche la Procura di Milano era informata.
Tutto regolare quindi e pagina chiusa sul caso Ruby.  E invece no!
Interviene Anna Maria Fiorilli, PM dei minori, figura essenziale in tutta la vicenda, perché direttamente  responsabile delle decisioni relative ai minorenni, che smentisce Maroni e dice che non è vero che lei fosse d’accordo nel consegnare la ragazzina alla Minelli. La sua disposizione era stata di trattenerla in Questura e poi consegnarla ad una Comunità Assistita visto che in precedenza era già scappata diverse volte da Case famiglia. 
Si è vista con molta evidenza in televisione l’intervista durante la quale la Fiorilli, indignata per l’accaduto , protestava di volere la verità sul caso, facendo notare che all’inizio della sua carriera c’era stato un giuramento che non voleva assolutamente violare e quindi avrebbe portato il caso davanti al CSM.

Per inciso il Consiglio Superiore della Magistratura avrà abbastanza lavoro in questi ultimi tempi, fra questo caso, la legge sul legittimo impedimento per Berlusconi, da valutare il 14 dicembre, la valutazione delle  accuse del premier nei confronti della magistratura documentata dalle sue stesse parole:
 "... chiedere una commissione parlamentare che faccia nomi e cognomi e dire se, come io credo, c'e' un'associazione a delinquere nella magistratura. Questo e' il grave problema che incombe sulla politica e sul nostro Paese. Sono disperato -confessa poi il premier- tutte le volte che c'e' un processo che mi riguarda mi danno dell'impunito... invece nessuno dei fatti che mi viene contestato, nessuno, nemmeno uno, e' vero. Quando accendo la tv la sera per me e' una cosa devastante. Poi, asesso, e anche ricominciato Annozero che e' senza contraddittorio".Silvio Berlusconi
Da : http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Berlusconi-contro-la-magistratura-Serve-commissione-dinchiesta_311042630256.html

Tornando al caso Maroni, mi chiedo perché il giuramento di un magistrato dovrebbe valere di più del giuramento di un Ministro? Perché anche Maroni non dovrebbe sentirsi vincolato al sacro valore della verità?
Se tutto questo fosse verificato, sarebbe bruttissimo, vorrebbe dire che tutte le cose considerate positive, fatte da questo governo in materia di sicurezza nella persona di Roberto Maroni potrebbero essere basate su assunti non veri, e che se ancora fosse in piedi questo Governo alla delibera del CSM, il Ministro Maroni dovrebbe dimettersi, ancor più velocemente del Ministro Bondi che in fondo non ha fatto che sottovalutare pesanti rischi idrogeologici.

Ah! Silvio! Quanto ci costi! Uno come te non avremmo potuto permettercelo.
Se dovessimo quantificare i tempi dedicati da tanti organi statali, tanta magistratura, tanto parlamento, tante energie nazionali, per difenderti dai processi, difenderti dai giornalisti, difenderti da tutto. Per giustificare tante spese, avremmo dovuto vedere un’Italia rivoltata come un calzino , un miracolo unico che solo da te ci si poteva aspettare, di fare le riforme nell’interesse del popolo, lasciando da parte il tuo “particolare”, lasciarci ora un’Italia rinnovata e perfettamente capace di camminare con le sue gambe.
Il tuo bilancio comunque è molto positivo, dal tuo punto di vista.
 Al momento della tua discesa in campo correva voce che il tuo business in generale fosse in pericolo, molti investimenti lavoravano in perdita, in particolare Mediaset aveva bisogno di un colpo d’ala, e bisogna ammettere che in questi sedici anni hai lavorato veramente bene. Sei uno degli uomini più ricchi d’Italia, o forse il primo, non ricordo, hai lavorato in modo disumano per aumentare questo patrimonio e far sì che i tuoi figli potessero godere tranquillamente i frutti del tuo lavoro, anche le ex mogli se la passano bene, grazie al fatto che sei un uomo molto ricco e, finalmente libero sentimentalmente da qualche anno, puoi dedicarti a quelle venti case di cui hai solo il dilemma della scelta. Noi abbiamo visto solo uno sprazzo di luce immobiliare in villa Certosa e in Antigua, luoghi assieme ad Arcore dove poterti ritemprare lo spirito con amiche giovani e belle, esteticamente perfette per fare da degna cornice a un ambiente dove il tuo protagonismo diventi garanzia di buon governo.  
Si, ci sei costato tanto, il noi si riferisce a tutto il popolo italiano, anche se c’è un supercosto per il Popolo della Libertà che spesso ha dovuto difenderti con la bocca mentre il cuore era avvelenato di rabbia, e tutto quest’amaro covava dentro, mentre una parte di quel popolo è emerso quale punta dell’iceberg, vedi Gianfranco Fini e i suoi “quattro gatti”.
Chissà Maroni?
Chissà Maroni?
Chissà Maroni?

martedì 9 novembre 2010

Berlusconi: leader o zombie?

Al centrodestra si vuole a tutti  i costi immaginare un inattaccabile leader di per sé pulito, ma  infangato da indegni avversari. Così Della Russa pochi giorni fa diceva che non è vero che Silvio Berlusconi abbia a che fare con ragazze facili, e ieri la Carfagna diceva di non credere che Berlusconi abbia a che fare con delle escort.
Sicuramente una parte del PDL, quella che sta zitta, comincerà ad essere imbarazzata per le dichiarazioni bugiarde di quelli che presentano la faccia televisiva al loro popolo.
Silvio Berlusconi aveva di fatto aumentato il consenso a giudicare dai sondaggi, grazie al fatto che i riflettori erano puntati su di lui e buona parte di gente disinformata da TG orientati a una linea governativa soft, era pronta a capire e a perdonare le sue debolezze nel privato. Che quelle bugie vadano a contraddire anche le oneste e impavide dichiarazioni dello stesso leader denotano un imbarazzo che sta diventando debolezza.

Dal momento che la CEI dichiara che il governo sta galleggiando e quindi è come un relitto in balia delle onde, possiamo prendere atto che questo governo è finito. Sappiamo che la parola del Vaticano è sempre molto importante in Italia e, pur in assenza di un partito cattolico, il potere non può prescindere dal consenso episcopale.
Inoltre la preoccupazione manifestata dal Cardinale Bagnasco riguarda anche le perplessità per le sopite aspettative secessioniste di una parte del nord che potrebbero portare a un federalismo non solidale.
Tutto questo congiuntamente al gioco finiano di una crisi a lento decorso , ci sta portando allegramente verso la dissoluzione di tutto.
Le preoccupazioni del Capo dello Stato sono più che fondate se pensiamo cosa può significare finire con la pancia per aria, mentre la speculazione finanziaria internazionale potrebbe approfittare di questa debolezza per scatenare una crisi tipo Grecia in Italia.
In tutto questo frangente Silvio Berlusconi da baldanzoso protagonista che era prima della convention, sembra risentire di tutti gli autogol subiti da se stesso, ridotto a zombie incompreso nelle mani di Bossi.
Costui dice:
-andiamo avanti fino a dicembre-,
-si , andiamo avanti fino a dicembre,
-Qualunque problema si risolve con il federalismo, quindi è questa la priorità-,
-si, va bene, è questa la priorità.
Perché Bossi deve fare la parte dello zio buono e mantenere nell'isolamento il
Premier?
Non sarebbe stato meglio che il Presidente del Consiglio si fosse recato al Quirinale, non per dare le dimissioni come proposto da Fini, ma per avere uno scambio costruttivo ad alto livello sulle possibilità di andare avanti per il miglior bene del paese?
Mi sembra molto spiacevole che l'Organo fondamentale della Reepubblica Italiana sia tenuto in disparte come un terzo incomodo, invece che approfittare non dico dell'esperienza di Giorgio Napolitano che pur c'è in alto grado, ma del suo stesso ruolo alla luce della Costituzione.
Ma si sa, non a tutti piace la Costituzione , a qualcuno piacerebbe una Repubblica "fai da te", che prescinda dal passato tutto da buttare come acqua sporca, senza curarsi del fatto che il bambino è ancora lì che vuol essere salvato.
La Democrazia dev'essere salvata, non si può più affidarsi a qualcuno che faccia tutto lui. Svegliamoci, diamo ognuno il proprio contributo nell'ambito del possibile e della propria fede politica, perché questo gruppo etnico europeo formato da italiani, continui ad essere una Nazione, anzi lo diventi con più orgoglio di prima.

lunedì 8 novembre 2010

Il gatto che ha afferrato il topolino

Il gatto che ha afferrato il topolino, non sembra che lo voglia uccidere sulle prime.  Sembra che voglia giocare con lui e rendergli la vita più interessante mettendolo in difesa. Ogni tanto arriva un piccolo morso o una strattonata che servono ad aumentare i tentativi di difesa, visto che appare sempre più chiaramente che il gioco non è poi un gioco innocente e incruento.
Poi il gioco si fa  duro , ma più va avanti e più diventa appagante (per il gatto). E alla fine arriva il momento del pasto e tutto finisce lì.

Dalla convention umbra sono arrivati segnali di grande rispetto per il Presidente Berlusconi. Riconoscimenti per quanto è stato fatto all’inizio della legislatura: Il problema  dell’immondizia di Napoli, risolto molto velocemente, i provvedimenti per il dopo terremoto dell’Aquila,  molto veloci ed efficaci, gli sforzi meritori nella lotta contro la mafia e la bontà conclamata del pacchetto sicurezza di Maroni elogiato per le sue qualità di ottimo ministro.
Poi è arrivato lo stallo e, dopo un periodo di tempo in cui Fini cercava di correggere il tiro del PDL di cui faceva parte, l’indice alzato di Fini ha assunto il significato del pollice verso. FLI va oltre.
Nel frattempo Fini propone al Presidente  del Consiglio un atto di coraggio: andare dal Capo dello Stato a rassegnare le dimissioni e rifare un governo che include l’UDC con un rimpasto ministeriale e una nuova agenda politica. Considerazioni conseguenti:
Questo consentirebbe al PDL di darsi una rinfrescata e di affrontare i problemi del paese concludendo la legislatura.
Consentirebbe a Berlusconi di diventare Presidente della Repubblica dopo Giorgio Napolitano e a Fini di diventare Capo del Governo.
Tutto  questo non mi entusiasma, mi sa tanto  di unipolarismo con il PDL sempre in testa e l’opposizione ridotta al lumicino. Non c’è democrazia se non c’è opposizione quindi il mio sogno (pare che oggi sia di moda avere un sogno) è che vi sia un polo alla maggioranza che governa e un polo  all’opposizione che avendo tutte le qualità per alternarsi al governo, riesce a migliorare i disegni di legge in fase di approvazione onde evitare poi di annullarli nel caso si alternino alla maggioranza e, cosa molto importante, vigilano sull’operato della maggioranza individuando per tempo irregolarità  e soprusi. Il compito che si prefigge l’opposizione quindi non dovrebbe essere quello abbattere un contendente, ma  combattere per un’alternativa che è un diverso progetto altrettanto valido per governare e che comunque va conosciuto dagli elettori perché possano alle successive tornate elettorali possano fare una scelta. Insomma la democrazia dovrebbe svolgersi attorno a un bipolarismo che nessuno vuole abbattere perché la maggioranza comprende bene che l’opposizione è assolutamente indispensabile per un buon Governo.

Naturalmente Berlusconi ha già detto di no alla proposta di Fini, perché il suo “sogno” è risolvere tutto con nuove elezioni e approfittare del fatto che per tutti i fatti accaduti il suo consenso invece di diminuire è aumentato del 7% (v. ” In onda” di sabato), così come già avevamo previsto. Poiché l’unica possibilità di andare a elezioni anticipate passa per Fini, in quanto il premier non se ne vuole addossare la responsabilità, Fini ci gioca e va avanti col giochetto del gatto col topo.
E’ certo che allo stato ultimo delle cose solo Fini poteva mettere in crisi questo governo, la storia futura ci mostrerà se questo è stato favorevole o sfavorevole per il Paese.
Oggi non si sa più qual è la maggioranza e l’opposizione è sfilacciata e non si sa dove cercarla. Siamo immaturi politicamente e non sappiamo far altro che dividerci sulle piccole cose, senza capire quali sono le grandi cose cui dovremmo tenerci aggrappati. Fra queste grandi cose primeggiano la Costituzione della Repubblica Italiana e il suo garante istituzionale Giorgio Napolitano.

domenica 7 novembre 2010

La cacciata della D'Addario

http://www.bing.com/images/search?q=d'addario&FORM=BIFD#focal=143827f35e03e8cfd86966df53aace15&furl=http%3A%2F%2Fwww.unionesarda.it%2Ffoto%2FGalleryFoto%2F291630.jpg




Mentre siamo in attesa del discorso di Fini alla convention di Perugia, non possiamo non ripensare alle scene disgustose cui abbiamo assistito vedendo il TG7, relativamente alla cacciata della D’Addario dai partecipanti a Futuro e Liberta fatto in modo plateale gridando : -Vai dal PDL.-
Lei ha detto di essere stata invitata, ma non ha voluto rivelare da chi, e comunque, pur comprendendo molto bene che la sua presenza potesse dare fastidio a pelle ad alcuni esponenti di del FLI non posso respingere la sensazione che in questa reazione si sia manifestata la vecchia anima fascista intransigente che Fini da tempo vuole cancellare.
Quali fossero le finalità della D’Addario per ora non è dato sapere, certo farsi vedere e far vedere  che c’è ancora e che volendo può creare qualche scompiglio. O forse è alla ricerca di un predellino che le consenta di entrare in politica.
Certo abbiamo notato la mancanza di un minimo di cortesia verso una donna, che pur essendo dichiaratamente una escort, è pur sempre una persona e non merita di essere cacciata via in malo modo come avvenuto.

sabato 6 novembre 2010

Berlusconi e le vendette della malavita

La fonte è questa:

Su questo sito del Riformista si delineano elementi inquietanti, già precedentemente accennati, e cioè la possibilità che in questa vicenda di Ruby vi siano implicazioni della malavita.
Come vediamo è lo stesso Silvio Berlusconi ad avanzare questa ipotesi:

Berlusconi: Contro di me fango e vendette della malavita

Roma, 4 nov. (Apcom) - Una "fabbrica di falsità e fango", che potrebbe essere addirittura alimentata dalla "vendetta della malavita". Dal palco della Direzione nazionale del Pdl, Silvio Berlusconi affronta anche il tema delle continue rivelazioni di escort che lo avrebbero frequentato. E dà una nuova possibile spiegazione dello stillicidio di notizie: "nessuno oggi può con certezza escludere che alcune cose che accadono siano frutto della vendetta della malavita", dati i colpi che vengono inflitti alla criminalità organizzata. 

Qual è la modalità in cui la malavita eserciterebbe un’azione vendicativa nei confronti del Presidente del Consiglio? Forse sollecitando Ruby e varie escort a dire bugie sul suo conto e metterlo in difficoltà avanti agli occhi del suo popolo? Se fosse così vediamo che le bugie si sgonfiano e appaiono tali per molte dichiarazioni, inoltre pur essendo diffuso un certo disagio per la vita privata del premier (molti non vogliono neanche sentirne parlare), tutto sommato i consensi per eventuali elezioni aumentano e il danno politico non si manifesta in alcun modo.
Secondo punto, dato che i contatti del premier con Ruby non sono stati tali da giustificare un interesse particolare nei suoi confronti, tale da intervenire con le famose telefonate in questura, e visto che le telefonate ci sono state, previa informazione sul suo numero di cellulare speciale, chi ha dato l’informazione al Premier?
Chi lo ha  preoccupato così tanto da farlo intervenire con prontezza nonostante l’ora e nonostante la così scarsa conoscenza della ragazza da proteggere, che l’ha portato a descriverla come egiziana anziché marocchina? Si sa, è stata l’amica brasiliana che si era fatta dare il numero del Premier da un amico che l’aveva. Così ho capito dall’intervista mandata in onda, ma ho capito anche che questa versione fa acqua perché mi domando chi può aver avuto l’autorevolezza di chiamare Silvio Berlusconi e dirgli: -intervieni subito tu per questa ragazza altrimenti la tengono in questura o la ficcano in una comunità assistita, cosa che non deve accadere.-
Questa potrebbe essere la manata di fango che doveva sporcare Silvio Berlusconi. Se non si tiene conto neanche delle sue parole per riflettere su che cosa stia realmente accadendo, vuol dire che la nostra sicurezza non ci sta poi tanto a cuore e che preferiamo continuare a parlare delle notti calde del Presidente e delle sue ragazze.
Si continua spesso a tirare in ballo la vecchia vicenda americana di Clinton, senza rendersi conto che la prima preoccupazione per quello scandalo fu la sicurezza per la Nazione e su questo similmente speriamo che siano orientate le indagini della nostra magistratura.
Comunque, al di là del loro lavoro e della segretezza necessaria perché questo si esplichi nel migliore dei modi, mi sembra che quest’argomento sarebbe molto più interessante per dei dibattiti in TV che non accanirsi sul fatto che Silvio Berlusconi avrebbe affermato in questura che Ruby è nipote di Mubarak.