Una caratteristica della democrazia è quella di non imporre dall’alto una leadership, ma trarla dalla volontà popolare attraverso le elezioni. Si presume che dando una scelta agli elettori, questi , avendo la libertà di premiare questa o quella parte, possono essere soddisfatti in quanto hanno deciso da chi devono essere rappresentati e chi dovrà provvedere a prelevare le loro energie sotto forma di tasse e ridistribuirle sotto forma di servizi o di assistenza ai meno fortunati, affinché la nazione possa considerarsi unita e forte nel consesso internazionale.
Un’altra caratteristica della democrazia è o spesso dovrebbe essere, la possibilità di correggere azioni incoerenti con i programmi presentati alle elezioni, o incoerenti con principi di etica che nessuno ha mai scritto e che comunque è riduttivo mutuare dall’autorità millenaria della Chiesa.
Chi può esercitare questa azione di controllo e conseguentemente correttiva?
La magistratura dovrebbe vigilare sulla parte che concerne il rispetto della legalità e che quindi non vi siano reati penali commessi da chi deve rispondere del proprio operato al popolo.
Tuttavia organi di controllo sulla parte etica, non penale, o non ce ne sono, o sono insufficienti e scarsamente riconosciuti. E allora a volte è la magistratura che riempie questo vuoto e attraverso indagini volte a scoprire e dimostrare sospetti di reati, mette in luce aspetti eticamente non condivisibili da parte di chi detiene il potere nel governo centrale o nella miriade di organi periferici.
In realtà non essendoci un’etica condivisa sui comportamenti dei politici nell’espletamento dei loro doveri, si riesce a puntare i riflettori su determinati fatti, ma poi non ci sono mezzi per agire e quindi si rimette tutto a quel voto popolare che ci sarà alla fine dei rispettivi mandati, o ci si rimette al senso di responsabilità della persona nel mirino che per difendersi meglio dà le dimissioni. Questo avviene sempre meno, anzi i più sospettati sono quelli che pretendono di aver sempre agito bene o quanto meno protetti dalla necessità di una privacy su tutto quanto attiene alla loro vita privata.
La prima delle due caratteristiche, quella che il popolo decide da chi deve essere governato, è sempre più illusoria in quanto l’arte di indirizzare le masse verso un obbiettivo voluto è sempre più perfezionata, e così non solo da parte politica , ma anche da parte mafiosa, non è per niente difficile ottenere dalle urne ciò che si vuole. Quindi questa parte della democrazia diventa sempre più illusoria e formale.
Quello che è molto importante invece è l’esistenza ben organizzata di organi di controllo indipendenti e democratici, eletti quindi dal basso , capaci di intervenire con autorità risolutiva in ogni caso di abusi o di violazione di questo codice etico che dovrebbe essere stabilito a priori.
Se questo fosse veramente funzionante potrebbe esserci anche un partito unico, ma la democrazia non sarebbe out.
Siamo troppo legati e trattenuti da vecchi schemi che ormai hanno perso il loro smalto.
Non prendendo atto dei cambiamenti che ci sono nel mondo e non solo in Italia, ci precludiamo la possibilità di interagire con l’ambiente nel suo rapido mutare e di interagire con esso.
L’incapacità di rinnovare le proprie regole adattandole ai cambiamenti ambientali può essere decisamente negativo e farci scendere sempre più a fondo nella scala della produttività e della capacità di offrire lavoro e serenità alla nostra gente.
Se soltanto guardiamo alle nazioni più potenti del mondo che sono Usa e Cina, vediamo che Obama sta avvicinando le posizioni democratiche a quelle repubblicane, consapevole che le differenziazioni sono sempre meno importanti e che ciò che è importante è perseguire una linea comune che tenga conto della realtà economica globale, piuttosto che dei vecchi punti fermi, e vediamo una Cina che pur non cessando di affermarsi comunista, sta coniugando comunismo e capitalismo in una strategia vincente che li sta portando al vertice dell’economia mondiale e a migliorare le condizioni del popolo cinese in un crescendo lento, ma continuo. Anche questo tenendo conto di una realtà economica globale da cui loro stessi non possono prescindere.
Al che si può comprendere quanto i dibattiti sul bunga bunga siano lontani dalla realtà che avanza inesorabilmente anche nel nostro paese e di cui noi non vogliamo tener conto, preferendo lasciarci cullare dalle nenie di Berlusconi e Bersani.
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