C’è una parte del Paese che non si riconosce nel berlusconismo e ha voglia di rappresentarne l’esatto contrario in opposizione a quello che è l’attuale incantesimo di un leader che pur fiaccato da molti ostacoli, continua a reggere la barra dell’ottimismo e ad esorcizzare tutti i cattivi spiriti che si susseguono ininterrottamente.
Questa parte che secondo la terminologia corrente è a sinistra e dovrebbe essere rappresentata dal PD in realtà non è rappresentata da nessuno. In caso di elezioni il voto al PD viene dato senza convinzione, nella speranza che qualcosa si aggiusti all’interno di esso e cominci veramente a rappresentarli. Attualmente così non è. Un PD che non riesce ad andare d’accordo con se stesso pretenderebbe per bocca di Bersani di fare una coalizione di tutti gli antiberlusconiani per mandare a casa Berlusconi e cominciare una pagina nuova per il bene del Paese.
Ma quale pagina nuova? L’unione ipotizzata con questo scopo primario (eliminare Berlusconi), se dovesse vincere diverrebbe una disunione totale che coinvolgerebbe anche lo stesso PD. C’è una lunga storia alle spalle che ci parla dell’incapacità dei partiti di sinistra di mantenere un minimo di unità. E poi come si può pensare che questa coalizione comprenda l’ex AN senza cozzare con il sentimento di milioni di elettori?
La via semplice è soltanto una. Rinnovarsi come partito chiaramente di sinistra e puntare al rafforzamento dell’identità politica oggi così sfumata, approfittando di una unione con Vendola che caratterizzi il partito in modo univoco. Questo non porterebbe a vincere le prossime elezioni, farebbe anche confluire una parte di cattolici nel poli di centro, ma riporterebbe il PD a fare bene l’opposizione, senza se e senza ma, accreditandosi per un‘ alternativa futura.
Chi non è in grado di fare opposizione in modo serio e costruttivo, chi non ha una progettualità visibile su cui si possa discutere, chi tentenna fra le varie posizioni dipendendo ormai dalla sopravvivenza dell’avversario, non può aspirare a governare. Un prossimo governo di centro destra mi sembra inevitabile, se la Lega continuerà a volerlo. Per cambiare le cose il lavoro va fatto sull’elettorato, ridando fiducia alla gente, chiarendo bene le posizioni nei confronti degli obbiettivi del nord Italia, indicando piani economici alternativi che possono fare meglio di quanto è stato fatto finora.
Chi vivrà vedrà!
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