C’è una lotta politica che tende a far accettare da una parte importante del popolo degli elettori, la propria tesi nell’ambito di un possibile programma di governo migliore di altri, e c’è una lotta apolitica che tende solo a demolire l’avversario con qualunque mezzo e a far trionfare la propria egemonia.
Quello che non si è ancora capito è che quest’ ultimo tipo di lotta (prevalente in questi ultimi tempi), è incurante della conservazione della democrazia intesa come pluralismo di idee su cui discutere liberamente.
Lo scopo vero e inconfessato è di polarizzare tutta la politica su un unico polo che possa essere riconosciuto da tutti come l’unico percorribile in quanto appoggiato a un leader capace di prendersi in carico tutti i problemi e risolverli a modo suo, cioè al di fuori di qualunque critica o contributo di parti contrarie.
In altre parole la novità di questa concezione è l’eliminazione dell’opposizione.
Proprio quello di cui si preoccupava la nostra vecchia, ma previdente costituzione, quando cercava di mettersi al riparo da nuovi capi del governo equivalenti al duce del passato regime.
Questo “nuovo” percorso differirebbe dal regime di cui sopra soltanto perché continuerebbe a chiamarsi “democrazia”, perché il leader dovrebbe essere confermato o cambiato ogni tot numero di anni con libere elezioni.
Destra e sinistra in effetti non si sa più che cosa significhino. A me pare che la destra sia il potere in carica, la sinistra l’antipotere. Oggi abbiamo appunto il berlusconismo e l’antiberlusconismo. Se dovessimo avere un quadro simile con un leader che oggi chiamiamo di sinistra, le differenze non sarebbero così grandi. L’opposizione sarebbe rappresentata dai berlusconiani che tenderebbero ad abbattere il nuovo leader con tutte le loro forze.
La novità oggi è che non c’è più una vera differenza fra gli uni e gli altri a livello di obbiettivi.
Il quadro della economia mondiale, la sparizione del modello marxista come modello di riferimento per una nuova società, lo svanire della necessità di appartenere a un blocco internazionale piuttosto che a un altro, l’appiattimento dell’economia sul mercato, sono tutti fattori che hanno annullato la differenza fra sinistra e destra nel senso tradizionale riducendola a temi marginali di realizzazione di obbiettivi di cui anche poco si parla e i confini non sono ben definiti.
Il punto di arrivo, il target di tutto ciò, sembra essere una democrazia con un solo polo e senza nessuna valida opposizione.
Io non ci sto, e voi?
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