Oggi a nulla varrebbe ripetere slogan propagandistici attraverso una stazione televisiva monotona, che non fosse in grado di suscitare interesse nei telespettatori. Viceversa creare situazioni d’impatto sul pubblico che vengano recepite dal mondo della comunicazione e mostrate da tutti i canali, anche da quelli sfavorevoli nei confronti dell’attuale governo, paga molto in termini di popolarità e quindi di consenso.
Una cosa assolutamente sciocca come la barzelletta con bestemmia finale alla veneta, raccontata da Silvio Berlusconi e ripresa da tutti i canali, nonché da internet, youtube ecc., è stata una delle grandi trovate del premier per far parlare di sé e quindi procurarsi consenso a basso prezzo. Certo, perché quanto più appare la sua faccia, quanto più si discute di lui, e quanto più una buona parte della popolazione si trova in sintonia con la sua banalità, tanto più aumenta il consenso.
Il 21 ottobre scorso scrivevo quanto sopra nell’articolo: L’arte di fabbricare consenso, che oggi è confermato in piena regola dalle cronache del cosiddetto Unga Bunga e annesse situazioni piccanti che riguardano il Primo ministro della Repubblica Italiana Silvio Berlusconi.
Bisogna dire che egli è anche molto fortunato dal momento che il caso esplode pittoresco e maestoso come sfondo a una giornata d’impegno a Bruxelles, la cui rilevanza politica dell’Italia non sono riuscito a individuare, e la conclusione del problema rifiuti a Napoli, questa ben evidenziata, trama su un tessuto sfilacciato e mirabilmente ricomposto.
Per quanto riguarda Bruxelles, la sua più rilevante azione è stata l’autodifesa dagli attacchi delle sinistre e dei giornalisti bugiardi per cui ha speso una conferenza stampa a proposito di Ruby e dei suoi presunti comportamenti goderecci, chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza. Delineando ancora una volta i tratti della propria personalità estroversa, di grande lavoratore, capace però di ottenere un riposo mentale con serate allietate da donne che con la loro gradevole estetica gli fanno ottenere quel che altri cercano con lo yoga o la meditazione o con i massaggi californiani.
Il palcoscenico era internazionale per cui altri capi di stato seguivano questi voli sentimentali con divertimento, avendo davanti il modello di italiano medio dal quale io non vorrei essere rappresentato.
Molti di noi però amano identificarsi in quel modello: avere tanti soldi, donne a volontà, avere il potere di aprire la porta di una cella carceraria a una ragazza con tanti sogni, e dai! Come funziona la fabbrica del consenso!
C’è stato solo un piccolo imprevisto: Famiglia Cristiana ha scritto che Silvio Berlusconi è una persona malata, e che aveva ragione la sua ex moglie Veronica Lario ad affermarlo.
A parte il dispiacere che avrà avuto dal momento che una parte importante del consenso viene dal mondo cattolico e uno strappo in questa direzione non gli è favorevole, da parte mia cerco di trovare quel che è giusto per Berlusconi e quel che è giusto per il popolo italiano, non mi piace che lui con il marketing che fa della propria faccia, condizioni milioni di persone che dovrebbero togliersi la benda dagli occhi e riflettere bene se vogliono votarlo ancora si o no.
Però gli argomenti di Famiglia Cristiana sono veramente abietti e sleali. Non posso condividere questo modo di dissentire. E poi, ammesso che parlino per la Chiesa , mettono su un piedistallo una morale cattolica superatissima, ignorando che esiste una morale laica più stretta e più giusta, più aderente ai tempi in cui viviamo, e a cui buona parte delle persone si riferisce.
Mi meraviglio di D’Alema che appena uscita la notizia di Ruby ha invocato un giudizio della Chiesa sui fatti ultimi che riguardano Berlusconi.
Per voltare pagina dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare, attaccarci al bene, suscitare idee nuove, sganciarci dall’influsso ipnotico dei media, specie quando sono abilmente pilotati da professionisti della comunicazione, riprendiamo in mano il potere, pacificamente ma efficacemente. Non cessiamo mai di informare gli ignari di quanto succede in questo paese, cercando di suscitare una passione per il bene comune che sia il seme di un Italia rinnovata e non più corrotta.
Non dobbiamo aver paura di pensare cose diverse e di dividerci di conseguenza. Se quel che vogliamo è il bene, abbiamo una radice comune e le diverse dialettiche serviranno a far prevalere le vie migliori, senza rivalità ossessive.
Nessun commento:
Posta un commento