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venerdì 31 dicembre 2010

Buon anno e buona consapevolezza!

L'anno 2010 sta finendo. Porta con sè molta zavorra. Energie retroverse che sono state capaci più di bloccare che di promuovere. La politica gira a vuoto , quasi senza controllo. Berlusconi, Fini, Bossi, Bersani, D'Alema e altri dicono cose già scontate, prevedibiissime, niente di veramente nuovo nè tanto meno rivoluzionario.
Ci danno un grande esempio di come si può pensare esclusivamente al proprio particulare per usare una parola cara a Machiavelli, senza preoccuparsi degli altri. Neanche se se ne ha la responsabilità come nel caso di chi ci rappresenta perchè di questo ha avuto mandato. Un sogno: mandare a casa tutti, rifare tutto da zero. E' solo un sogno. Ma c'è qualcosa che possiamo fare tutti, fare al meglio quel che ci compete, fare i nostri interessi senza ignorare l'interesse comune, che comunque ci riguarda molto da vicino. Basta allungare un po' lo sguardo per accorgercene. Non facciamoci intimorire, con la scusa che la politica è complicata, che solo pochi possono occuparsene. non è vero. Se la pressione fiscale è del 47%, vuol dire che quasi la metà del nostro lavoro , dei nostri sforzi, delle nostre energie, è disponibile per amministrare lo Stato che possa così darci servizi e sicurezza. E' la politica che se ne appropria e che dovrebbe ripartirla nel modo più giusto e più conveniente per la collettività. Quella politica in cui spesso abbiamo immotivatamente fiducia, lasciando fare, senza troppo capire, senza troppo preoccuparci. Riappropriamocene! Decidiamo noi come spendere i nostri soldi! Buon anno e buona consapevolezza! 

venerdì 24 dicembre 2010

Auguri Auguri Auguri

Dopo aver iniziato il mio blog il 15 ottobre e aver superato le 1000 visualizzazioni sento di voler rivolgere un ringraziamento a chi casualmente ha scoperto il blog ed ha avuto la curiosità di leggermi. E naturalmente un augurio di buon Natale ai miei lettori in Italia e a quelli numerosi anche in altri stati e in particolare negli USA (circa il 18%). Voglio esprimere a tutti, specie a chi vede le cose diversamente da me, il desiderio di vedere commenti che vivacizzino qualche dibattito.
Uno potrebbe essere: perché non ritrattare con la Città del Vaticano l’8 per mille dell’IRPEF? Bene, se qualcuno vuole sostenere di aumentare al 10 o 12 per mille per fare non molto, ma moltissimo … ok, parliamone. Io spesso ho idee che non si appiattiscono su qualche formazione politica, preferisco pormi nella condizione dell’elettore indeciso, piuttosto che in quello di detentore del vero in politica. Poi in cabina elettorale deciderò per la meno peggio delle scelte...
Rinnovo ancora augurissimi a tutti voi e a tutti gli amici di Facebook. Un abbraccio da Emilio

mercoledì 22 dicembre 2010

Dove sono i partiti?



Per tracciare un quadro della situazione politica italiana non ci vuole un architetto , ma un pittore impressionista. Tutti i partiti stanno perdendo la loro tradizionale colorazione e si vanno sfumando in pennellate che lasciano intuire il nulla piuttosto che delineare forti prese di posizioni.
E’ il tramonto dei partiti che fino a poco tempo fa supportavano la politica. Oggi la politica è  supportata piuttosto da professionisti che fanno il bla bla bla in TV.  Politici e giornalisti si confondono in uno scontro arido, ripetitivo e poco convinto piuttosto che poco convincente dove ognuno recita la parte che gli tocca, salvo qualche moto di ribellione del tipo della Prestigiacomo che oggi lascia il PDL ed entra nel Gruppo misto, non potendo più sopportare il suo capogruppo.
Barbara Berlusconi apostrofa Mara Carfagna non so con quale autorità, forse quella del cognome che porta, di un padre che afferma di voler far vergognare i PM nel caso la Consulta  dia esito negativo alla legge sul legittimo impedimento.  
Di Pietro oltre che perdere i pezzi non si identifica più con l’esclusiva dei valori proclamati in IDV ma vuole affermare un programma del fare da attuarsi con Sinistra, Ecologia e Libertà.
Ma Niki Vendola considera la SEA come un qualcosa che dovrà sciogliersi, anzi lui ha detto annullarsi, in un sogno più grande.
E il PD? Lo zoccolo duro è diventato una morbida ciabatta da condividere possibilmente con la nuova Destra di Fini. C’è qualcosa che li unisce più che le antiche differenze dei rispettivi partiti. Ed è proprio la svalutazione dei partiti nella loro vecchia accezione dalemiana…Ci rimane la Lega. Che appunto non è un partito, ma è nato al di là dei partiti in modo che comunisti, socialisti, democristiani e liberali trovarono una nuova fede nel federalismo. E si sono uniti in questa fede e nel suo profeta Bossi. La Lega nord è quella che più di tutti gli altri sembra un partito, ma un partito vero, che non accusa cedimenti o cambiamenti. Certamente Bossi farà del suo meglio per mantenere in piedi il Governo finché la Commissione parlamentare non avrà votato gli ultimi decreti attuativi, il che avverrà in maggio.  Dopo di allora anche la Lega evidenzierà dei cambiamenti, e porrà in campo qualche nuovo obbiettivo. L’alleato Berlusconi non sarà più indispensabile e tutto potrà essere trattato in vista di nuove elezioni. Chi vivrà vedrà, salvo sorprese imprevedibili!

domenica 19 dicembre 2010

Sicurezza sul lavoro

Vi sarà capitato di vedere in televisione lo spot del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sotto indicato. Voglio condividere con voi le mie impressioni.

Quando la demenzialità viene presentata avvolta in un bella scatola blu, piena di saggezza e amore, sembra persino una cosa credibile. Ma dico! Siam matti? Svegliatevi!

Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene!

E chi muore o rimane invalido per mancanza di sicurezza sul lavoro è colpevole per non essersi voluto bene? Oppure è colpevole per non aver preteso la sicurezza sul lavoro?
E come avrebbe dovuto pretenderla dal momento che se fosse così facile pretenderebbe anche un salario adeguato e non in nero, e una miglior accoglienza nel caso parlassimo di immigrati?!
La risposta è facile, l’unico modo di pretenderla sarebbe di andare a dimostrare in piazza e offrire la possibilità di ricevere un foglio di rimpatrio, se si tratta di immigrati, o di farsi pestare ed esporsi al ludibrio pubblico se si tratta di ragazzi o ragazze italiani.
Per cui

Non essere presi per il culo, lo pretende chi si rispetta!

Le dimostrazioni degli studenti: prestare orecchio...

Prendere posizione contro le violenze nelle dimostrazioni di studenti cui partecipano anche altri gruppi facenti parte del mondo della scuola è diventato dovere civico condiviso da tutti. Bruciare le auto della polizia o i bancomat non serve a sostenere le proprie ragioni. Le proprie ragioni si sostengono con il dialogo e il contraddittorio democratico.
Questo ci fa mettere da parte i problemi da cui scaturiscono queste azioni violente e disperate e ci fa pensare che in fondo si sta parlando degli interessi di una piccola parte del popolo che invece di continuare a studiare e a fare il proprio dovere in tranquillità, si lancia alla contestazione dei poteri pubblici.

Noi non dovremmo mettere da parte quei problemi perché coinvolgono pesantemente tutto il sistema Italia e il suo sfilacciamento in un futuro prossimo, molto prossimo.
In nome del quieto vivere siamo rassegnati al fatto che i nostri giovani giungano a ottenere degli attestati che in un percorso dequalificante di preparazione rimarranno testimonianza di aver speso un certo numero di anni a mantenere un corpo morto, quello della pubblica istruzione.
Il lavoro che troveranno non corrisponderà alla qualificazione ottenuta e non sarà neanche un vero lavoro in quanto il lavoro nero continua a crescere per i giovani così come per gli immigrati nel campo della manovalanza. Questo significa niente contributi INPS e pensioni quasi nulle per il futuro. Il mercato del lavoro nero è diffuso nelle imprese mafiose e poiché non sempre è possibile conoscerne la matrice,  avverrà che lo Stato, privato sempre più delle tasse necessarie a fornire servizi ai cittadini, anche dalla fonte privilegiata che è il lavoro dipendente, dovrà sempre più limitare quei servizi che più facilmente potranno essere forniti dalle mafie, insieme a droga e protezione. Le mafie in futuro potrebbero essere in grado anche di fornire un servizio sanitario alternativo a prezzi concorrenziali, purché l’uso della droga continui ad essere al centro dei bisogni di molti. Le necessità di persone altamente qualificate in campo ingegneristico e medico saranno sempre più coperte da persone valide provenienti dall’estero e in particolare dalla Cina.
Come è noto i fabbisogni del futuro saranno specialmente orientati al campo delle energie alternative.
Lo Stato cercherà di utilizzare la massima parte dei suoi introiti per la sicurezza e per l’amministrazione che nel frattempo si allargherà ulteriormente  per consentire ai fedeli del regime posizioni di benessere nell’ambito dello Stato .
Fantasia? Non è un quadro rassicurante, lo ammetto, ma proprio per questo dovremmo tenere gli occhi aperti su quei segnali d’allarme che potrebbero comportare un vero e proprio blocco nello sviluppo futuro del nostro Paese.

sabato 18 dicembre 2010

Intrappolati sull’A1



Dodici ore al freddo in macchina senza avere una fottuta informazione del tipo dovrete star qua ancora 5 minuti o ancora 5 ore o preparatevi a passare la notte in abbandono, niente di niente.
L’ A1 è stata una trappola per tante persone che non meritavano un tale bistrattamento. Purtroppo secondo Gabrielli, che è il successore di Bertolaso, lo meritavano, perché si erano messi in viaggio senza ascoltare gli avvisi emanati dalla Protezione civile. Quali avvisi? Qualche amico mio era in viaggio verso Firenze questa notte, perché hanno trovato l’autostrada aperta, dal momento che si poteva presagire il peggio? Ho visto in TV l’intervista fatta a Gabrielli e sono rimasto colpito dalla sua rassegnata e serena tranquillità. Credo che Bertolaso se fosse stato ancora in carica avrebbe avuto reazioni diverse. Ci sarà stato anche qualche errore nel suo passato, ma sbaglia chi fa, e per non sbagliare è sufficiente fare il meno possibile, quel tanto che serve a parare il …sedere.
Il governo Berlusconi si è tanto vantato della protezione civile in passato, perché non si vanta ancora il “vanitoso” boss virile?
Evidentemente si appropriava di qualità personali di Guido Bertolaso che non hanno niente a che fare con il governo.
Oggi è più importante insultare la magistratura mentre svolge i propri compiti!
Ma questo è un altro discorso.

Piccole manovre pre-elettorali


Comincio ad arrabbiarmi. Mi sveglio stamattina e vedo che Bersani ha risposto a Di Pietro con una proposta del tutto contraria. Di Pietro aveva lanciato la proposta di un matrimonio con Vendola e Bersani. Viceversa Bersani va in cerca del centro Casini-Fini-Rutelli ecc. (pare che ci sia anche un nome per loro, Il Polo della Nazione).
Che ci azzecca il PD con loro? Niente. Recita una pubblicità: --che cosa vuoi sapere? Niente, lo prendo-. Se la manovra andasse in porto non riesco a capire se è il PD che vuole annettersi Futuro e Libertà o se è il Polo della Nazione che dovrebbe annettere il PD.
Quel che mi fa arrabbiare è non trovare alcuna logica in queste manovre, da qualunque punto di vista vogliamo guardare le cose. Non si sa chi prende e chi viene preso.
Già l’unione Fini Casini rappresenta un ibrido storico.
Fini ha quelle belle posizioni laiche, basilari per sviluppare i temi della bioetica, della regolamentazione delle coppie di fatto, dell’integrazione degli immigrati, temi che erano mal digeriti dal PdL e figuriamoci dall’UDC!
Casini ha quelle belle posizioni lineari, immutate da tanti anni, di rispetto delle posizioni della Chiesa di rifiuto assoluto di tutte le posizioni che si rifanno alle battaglie in difesa dei diritti umani fatte dai Radicali, come si conciliano con FLI? Non si sa. E poi mi chiedo se veramente Bersani immagina che Fini può accettare un alleanza con il PD.
E’ vero che Fini non è più l’erede  di un orgoglio fascista, così come lo  è La Russa che è rimasto nel PdL, ma pensare che Fini voglia definitivamente autodistruggersi, subendo l’ulteriore perdita di altri amici di Futuro e libertà che rientrerebbero sotto l’antico ombrello  pre-Bastia mi sembra eccessivo. L’iniziativa ultima di Bersani sembra piuttosto un mezzo nuovo messo in campo per l’autodistruzione. Se la parte che si sente ancora vicina agli eredi del PC preferisce allearsi con Vendola e Di Pietro, ci sarà un’altra parte bersaniana che attirerà l’area cattolica o di quelli che molto tempo fa si dicevano catto-comunisti e sarà disponibile a unirsi all’area del nuovo Polo, a patto che Fini smetta di sostenere di essere la destra europea che mancava in Italia.
Forse ci sarà ancora qualche passaggio dal PD al PdL.
Insomma Fini, dovunque vada, fa la parte del terzo incomodo e comunque la strategia ultima di Bersani è una strategia che spacca il PD piuttosto che  unificare il centro-sinistra.
Oltretutto pare che a Bersani non vada più bene mettere il nome del futuro Presidente vicino al simbolo in caso di nuove elezioni, quindi mi chiedo chi dovrebbe essere a cambiare la legge elettorale se la maggioranza non ci pensa neanche lontanamente?
Pertanto questo è tutto un mondo dei sogni.
Il mondo della realtà è oggi la Lega Nord e Berlusconi Presidente. E’ con questa realtà che l’opposizione deve fare i suoi conti, e le divisioni, incertezze, cambio di tatticismi, giovano solo alla parte dominante, che mira a diventare l’unico polo possibile e a perpetuarsi nel prossimo futuro. Arrivare a nuove elezioni significherà solo regalare altri cinque anni di governo a Berlusconi e al berlusconismo.
C’era una volta il sogno di una vera democrazia...
  

venerdì 17 dicembre 2010

L'UNICO BOSS VIRILE


L'UNICO BOSS VIRILE. Ci riferiamo a Silvio Berlusconi, ma non si tratta dell'ennesimo attacco di qualche detrattore, bensì del risultato del suo nome e cognome anagrammato. Operazione effettuata da lui stesso.
E' lui che con una battuta ha fatto questa affermazione.
La tensione dei giorni scorsi si va allentando, il sorriso appare ancora sul suo volto e le battute tornano ad affiorare...
E' evidente che in questa definizione si sente ben incorniciato. Un nome e due aggettivi. BOSS.
Questa parola il cui normale significato è capo, mi fa pensare tristemente ai boss mafiosi, ma questa è soltanto un'associazione di idee e null'altro.
Ci sono tanti boss, in tutti i campi, ma lui è UNICO, unico perchè è l'unico ad avere le palle, cioè l'unico boss VIRILE.
Questo è l'uomo che ci rappresenta e che ha appena raccattato altri otto parlamentari per puntellare una maggioranza diventata tale grazie a mercenari che si lasciano sommare al suo popolo. Questo è l'uomo che dovrebbe incarnare i principi della democrazia e del progresso civile. L'unico che abbiamo saputo meritare!




Quello che puoi imparare da un capo di scarso livello

Se avete un capo che non siete in grado di soddisfare, dal quale non potete apprendere nulla, che non vuole portarvi al livello di competenza professionale che voi desiderate perchè sta solo difendendo lo status quo e non perde l’occasione per farvi sentire inefficienti, potreste cadere nella trappola di pensare che dopo tutto siete dei falliti. In alternativa, potreste invece pensare che:

  • I complimenti del capo sono un’illusione
  • La tua passione e le tue intuizioni rappresentano la realtà
  • Il tuo lavoro vale più della semplice valutazione che il capo ti dà su di esso
  • La persistenza di fronte allo scetticismo dell’autorità è una abilità potente
  • Adeguarsi è una strategia di breve termine, fare la differenza è una strategia di medio-lungo
  • Se ci tieni al tuo lavoro abbastanza da accettare una critica, oggi hai lavorato abbastanza

giovedì 16 dicembre 2010

La democrazia di Berlusconi


Da Wikipedia:
Il muscolo antagonista è quel muscolo che si oppone al movimento di cui è diretto responsabile il muscolo agonista. I muscoli agonista e antagonista sono i due tipi di muscolatura antigravitaria, che governa l’equilibrio e consente la corretta postura.

In una democrazia bipolarista dovrebbe sussistere lo stesso tipo di relazione fra maggioranza e opposizione. Questo permetterebbe alla maggioranza di ottimizzare la sua azione di governo e all’opposizione di dare quel contributo che rende accettabili i provvedimenti presi.
Se i muscoli agonisti e gli antagonisti dovessero guerreggiare fra loro per la pazzesca volontà per l’uno di sopprimere l’altro, insorgerebbe una malattia. Questa malattia in politica non è altro che l’autoritarismo che tende a demolire sempre più la democrazia , a svuotarla del reale significato costruttivo e a instaurare un regime che piuttosto d’imporsi con la tirannide, s’impone con la cattura del consenso, grazie a tranelli e imbrogli basati sulla fantasia del leader.

Il 14 dicembre in parlamento ha vinto l’autoritarismo contro la democrazia. Ha vinto una battaglia per ora, in seguito l’autoritarismo potrebbe affermarsi sempre di più.

Silvio Berlusconi è stato sempre contrario ai partiti e Grillo quando afferma che i partiti sono obsoleti, gli dà ragione e rema nella stessa direzione nonostante si creda il contrario.

Silvio Berlusconi ha chiamato il suo raggruppamento Popolo della libertà e non Partito della Libertà.
Per lui i protagonisti della politica sono gli attori del teatrino dove ognuno tiene al proprio partito o partitino e ostacola gli altri in una diatriba infinita che impedisce di attuare il fare. Viceversa il fare è il nocciolo del berlusconismo. Dietro questa parola si nasconde l’autoritarismo, è evidente.
Lui ha bisogno di più autorità, per fare ciò che vuole , che teoricamente è il bene del Paese, anche se a modo suo, ma più spesso serve a conciliare il bene del Paese con gli interessi del suo impero economico.

Ha iniziato ora una nuova fase di sgretolamento dei partiti che consiste nel fatto di attirare al suo popolo parlamentari di qualsiasi formazione politica, svuotando il più possibile i rispettivi partiti di cui, a cose fatte,  lascerebbe la carcassa vuota.
Dal momento che questa tecnica ha funzionato così bene per vincere sulla sfiducia, nel giro di pochi giorni, perché non dovrebbe funzionare altrettanto bene nella sua continuazione?
Le folgorazioni sulla via di Damasco potrebbero susseguirsi in un atmosfera d’incanto. E’ vero che si dice che è stato attuato il mercato delle vacche, che i prezzi si aggiravano sui tre o quattrocento euro, che qualcuno ha parlato di minacce intimidatorie. Tutte voci comuniste naturalmente che i giornali amplificano...!
Tanto ora si apre una lotteria  per riempire i posti al governo, quei posti lasciati vacanti dai poveri finiani, protagonisti mancati di un cambiamento epocale. E questo è l’ultima espressione del fare, poi ce ne saranno altre…
Un risveglio dei muscoli antagonisti e cioè dell’opposizione è veramente essenziale oggi per non lasciare che il berlusconismo sovverta definitivamente il gioco della democrazia. Questo risveglio non dovrebbe essere redarguire, indignarsi, stigmatizzare, appellarsi ai cardinali, rimpiangere  la politica del passato, litigare per il leader alternativo e altre amenità del genere.
Il risveglio dell’opposizione  è prendere atto del modello democratico del berlusconismo che democratico non è, e proporre al popolo italiano un modello alternativo di democrazia che sia veramente di partecipazione popolare e che sia veramente democratico. La gente deve essere attirata da un modello organizzato di ciò che veramente vuole.
Oggi il modello organizzato è solo il berlusconismo e questo, nonostante le evidenti falle, offre rassicurazione e garanzia di continuità.
Il modello organizzato alternativo dovrebbe garantire un maggior benessere e una maggior giustizia distributiva, basata su una strategia di sviluppo reale e non fatto di chiacchiere e propaganda come ciò che ci circonda.
Dobbiamo credere in un nuovo progetto, perché è possibile, ci vuole testa e …attributi!



sabato 11 dicembre 2010

Che cosa hanno sbagliato Fini e Berlusconi?



Non pretendo di fare un’analisi delle ragioni di scelte politiche fatte da alcuni big del centro-destra. Non faccio parte degli addetti ai lavori. Unicamente , essendo una persona che come tante altre, periodicamente è chiamata a votare, cerco di capire dal mio limitato punto di vista di elettore scontento come sono andate le cose. Naturalmente mi baso su quello che mi raccontano da una parte e dall’altra.

Nel nord già quindici anni fa serpeggiavano malumori fra la popolazione che stufa del centralismo succhia-soldi di tutti gli anni passati voleva una svolta seria, una svolta verso la secessione, che potesse consentire al nord di godere i frutti del proprio lavoro e non di lavorare per le regioni del sud e per il burocratismo romano. Almeno così loro credevano.

A Bossi va riconosciuto il merito di aver contenuto questa esondazione di proteste, promettendo il federalismo come primo passo e impegnandosi a difendere gli interessi del nord.
Per realizzare questi obbiettivi doveva necessariamente far parte del governo e scegliere quindi un alleato vincente che gli consentisse di seguire la sua politica. Fra destra e sinistra prevalse il centro-destra liberale proclamato tale da Berlusconi  e, dopo che questi fu da lui apostrofato come mafioso, piduista ecc., le ragioni politiche lo resero il più grande alleato ed amico che si potesse mai immaginare. Senza che ci fosse il minimo presupposto di confluire in un unico partito, il che non avrebbe avuto alcun senso.

A Fini va riconosciuta l’assoluta determinazione di togliersi di dosso il puzzo della camicia nera. Tutte le sue azioni politiche mettono in evidenza questo aspetto, per lui molto importante, perché non voleva essere l’erede di un partitino nostalgico formato da quattro vecchi, ma piuttosto riempire il vuoto di una destra europea antifascista che in Italia non si era mai formata. Nella foga di questo lavacro, nel 2008 invece di allearsi con Berlusconi allo stesso modo di Bossi, si metteva sotto padrone nei confronti di Berlusconi e cominciava a governare con lui senza obbiezioni di sorta. Solo per qualche tempo. In realtà Berlusconi si era messo in casa un cavallo di Troia che a un certo punto apre la pancia, lasciando uscire un manipolo di “combattenti” contro la maggioranza.
A questo punto l’abilità politica di Berlusconi, che era quella di tenere insieme nella maggioranza Bossi e Fini, cede clamorosamente. In realtà avrebbe potuto fiutare il controcanto di Fini e cercare di conciliare le diverse posizioni in una linea politica flessibile che ricreasse un nuovo equilibrio.
Viceversa continuò e continua a comportarsi da padrone affermando (ieri) che i finiani non entreranno mai più nel centro-destra. Evidentemente si ritiene il padrone non solo del suo partito, ma di tutto il centro-destra (Bossi al momento tace). Già, ma com’è possibile conciliarsi con uno che ha negato il suo appoggio a un processo breve retroattivo (Fini), che gli consentisse di liberarsi una volta per tutte dei processi? Ecco dove Fini è traditore agli occhi di Berlusconi. Non essere andato fino in fondo nella difesa del padrone dai giudici cattivi che come cani famelici lo vogliono sbranare.
Insomma il merito di Berlusconi finora è un merito prettamente personale di essere riuscito a difendersi dai processi, mettendo questa “nobile causa” al vertice della sua agenda.
Il tradimento di Fini è quello di averlo abbandonato e lasciato solo in questa battaglia diventata ora molto più pesante.

Ma che ne è degli interessi dell’Italia? Nessuno se ne occupa seriamente. Persino i sindacati sono riusciti a dividersi piuttosto che difendere seriamente lavoratori ed ex lavoratori.
E infine Bersani, che prendiamo come vittima sacrificale di tutto il centro-sinistra confuso, diviso e lontano dall’esprimere ciò che avrebbe dovuto ormai da anni.
Bersani avrebbe dovuto svolgere un ruolo di vera opposizione che significa: per ogni cavolata fatta o detta a livello della maggioranza mostrare gli inganni, suggerire le alternative, convincere l’elettorato che la maggioranza eletta non fa il bene del paese (quando questo avviene).
Se avesse spietatamente mostrato al paese tutte le malefatte di Berlusconi, i retroscena personali,  le vere ragioni di alcune leggi, avrebbe potuto modificare il giudizio di una parte dell’elettorato, e adesso, se dovessimo andare a nuove elezioni, potremmo sperare in un cambiamento vero.
Invece sappiamo benissimo che le trovate propagandistiche di Berlusconi fanno presa e se vi saranno nuove elezioni lui sarà ancora vincente, perché dall’ altra parte non c’è niente di cui la gente si possa fidare.
Pare che il 40% dell’elettorato non vuole più andare a votare, giustamente, perché le elezioni con questa legge elettorale, tagliata su misura per Berlusconi,  sono poco più che una farsa.

Ci ripetono sempre le stesse bugie. Questo governo ha saputo tenere i conti in ordine, questo governo ha combattuto la mafia come nessuno prima d’ora.
Primo punto: Tremonti ha chiuso i cordoni della borsa, stimolare la crescita non era compito suo e nessuno si è preoccupato di questo. Mentre la gente soffre e il livello di povertà aumenta, il TG4 mostra gente soddisfatta che non si lamenta di nulla, i prezzi al mercato sono in calo, tutti, dico tutti gli intervistati vogliono che Berlusconi continui a governare. Solo qualche voce isolata  porta qualche barlume di verità, tipo Report dove la Gabanelli ci documenta un Tremonti commercialista che quando non veste i panni del Ministro suggerisce mirabili escamotages per frodare il fisco e utilizzare i paradisi fiscali, senza rischiare nulla. Comunque nessuno ne ha più parlato, si vede che è un argomento tabù. Any case è riconosciuto che i meriti più grandi di questo governo li dobbiamo a Tremonti.
Secondo punto: Dopo aver ascoltato Maroni in replica a Saviano e la Santanchè ad Annozero ripeter fino alla noia che nessun governo ha fatto quello che fa l’attuale governo contro le mafie, penso che qualcuno nei dibattiti invece di lasciarsi zittire dovrebbe dire quel che ho letto in Metastasi, che loro si lasciano tagliare i rami secchi e si capisce che questo oggi è più facile. Invece che rottamarsi a suon di pistolettate, basta una soffiata al posto giusto, e poi tutto è sistemato a spese dello Stato senza versamento di sangue.
Le forze dell’ordine vanno a colpo sicuro, trovano il latitante disarmato, sorridente, quasi in attesa dell’evento.  Ogni volta lo Stato aggiunge una vittoria che viene sbandierata dal Governo Berlusconi. E le confische di beni? Altro grande successo. Peccato che questo Governo abbia cambiato l’art. 2 della Normativa antimafia: la confisca dei beni non può più avvenire  in base a sufficienti indizi. Ci vogliono le prove. E questo rende molto più lungo l’iter, ma almeno si salvaguardano i diritti della criminalità organizzata!

A proposito, la Santanchè alla fine di Anno Zero, prima che intervenisse Vauro con le sue vignette, si è esibita con la seguente gentile affermazione:  

 “Voi avete usato lo stesso metodo della mafia in questa trasmissione, che è lo sputtanamento, nei confronti di Castelli e degli altri!”

Che stile! Eh?

venerdì 10 dicembre 2010

Qual'è la metastasi in Italia?



In questi giorni ho letto il libro di Gianluigi Nuzzi con Claudio Antonelli: “METASTASI – Sangue, soldi e politica tra nord e sud. La nuova ‘ndrangheta nella confessione di un pentito”. Il pentito che viene intervistato è Giuseppe di Bella, collaboratore di giustizia in questi ultimi dieci anni, e prima di allora parecchi anni di attività come ‘ndranghetista nel nord. Nel libro è documentata l’attendibilità di questo collaboratore di giustizia.
Quello che è impressionante è lo stile di questa mafia, diverso dalle altre meglio conosciute, per la determinazione di affermarsi in Lombardia, da dove è più facile il contatto con qualunque zona del mondo,  e dove la maggior attenzione è rivolta a fare soldi con qualunque crimine. Molti hanno una doppia affiliazione, ‘ndrangheta, massoneria, comunque l’affiliazione ha vari livelli, in modo che la diffusione parte anche da incensurati che a volte non sanno di entrare in combutta con una mafia molto capillare che si diffonde come una metastasi, contaminando le cellule sane e diffondendo il male.
A pag 5 leggiamo a proposito di Giuseppe Di Bella: “La sua testimonianza racconta perché la ‘ndrangheta è riuscita a entrare nella politica, nelle amministrazioni, nel mondo del lavoro, nella società. Una malattia che avanza, ci avvelena, che arriva fino al Parlamento. Una metastasi.”
Credo che prenderò ancora a confronto questo libro, ma al momento non vi dico quanto ci sono rimasto di ….. nel riscoprire un affermazione di Silvio Berlusconi di qualche mese fa: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=108604&sez=HOME_INITALIA&ctc=40

ROMA (29 giugno) - Silvio Berlusconi torna ad attaccare «certi giudici», in particolare di Magistratura democratica, che rappresentano «una metastasi del nostro sistema attuale».
Quando il Parlamento fa delle leggi che non piacciono a loro, è stato il ragionamento del premier, questi giudici le impugnano davanti alla Corte costituzionale che, composta da 11 giudici di sinistra, le abroga. Berlusconi ha sostenuto che in Italia in potere è in mano al Parlamento, al presidente della Repubblica e ai giudici, ma non al premiere.

Credo che pensare alla Magistratura come a una metastasi sia un’affermazione estremamente grave.
Il  potere legislativo ed esecutivo sono malati. Ci rimane solo la Magistratura a fare la parte del medico in questo Paese, Magistratura e Forze dell’ordine sono la nostra ultima ricchezza. E che il potere sia in mano al Parlamento è il cuore della democrazia.

sabato 4 dicembre 2010

Il tradimento dei finiani.


Ieri in prima pagina di Libero sono apparse le foto dei 45 finiani “traditori” con relativo indirizzo email per consentire facilmente ai lettori/elettori di scrivere  lettere di riprovazione e vergogna. In tutti i telegiornali teleguidati da Berlusconi si esibiscono interviste fatte a persone che sistematicamente tutti stigmatizzano l’irresponsabilità dei finiani e il loro tradimento nel voler sovvertire questo Governo  che è assolutamente necessario per il bene dell’Italia , visto il grave momento economico che attraversiamo.
Berlusconi li accusa di essere passati dalla parte del nemico e cioè della sinistra che farebbe rientrare clandestini a gogo. (Sappiamo ormai tutti che gli accordi con la Libia hanno fermato un 10% degli ingressi che comunque hanno preso altra via. Non è che magicamente il flusso verso l’Italia sia stato bloccato, è stato bloccato il flusso verso Lampedusa).
E’ inutile dire quanto appare artificiale e fastidioso ostentare questa comune vox populi quando è evidente che sono setacciate solo le risposte in linea con il potere.
La mia difesa di questa piccola parte di parlamentari non è dovuta a un mio parteggiare per Fini, ma al riconoscere che soltanto questi 45 hanno avuto il coraggio di fare quel che avrebbero voluto fare PD e IDV che però non avevano i numeri per farlo, cioè mettere in minoranza Berlusconi e tutti i suoi conflitti d'interesse.
Il grande argomento del PdL per il quale si stanno stracciando le vesti è: gli elettori hanno votato Berlusconi e quindi devono tenerselo per 5 anni. Ma scusate, ci dovrà essere pure una possibilità di correggere il tiro se i risultati non corrispondono all’attesa!
Giusto per fare un esempio cretino se Mussolini fosse stato eletto democraticamente nel ‘38, avrebbe avuto il diritto di governare fino al ‘43 senza che alcuno potesse frapporre ostacoli? Evidentemente no, perché le decisioni da lui prese hanno portato l’Italia sull’orlo del baratro. Sarebbe stato necessario un correttivo per raddrizzare la barra. Purtroppo questo correttivo non era possibile, dato che la sua era una dittatura e faceva credere al popolo quel che lui voleva, e cioè che si andava incontro a una grande vittoria, purché tutti osservassero con fede queste tre parole: credere , obbedire, combattere.
Nel nostro caso il Cavaliere non è un dittatore, ma il Capo di un Governo democratico basato sulla Costituzione che mai come in questo momento è stata attuale e preziosa.
La repubblica, anche se seconda, non è una repubblica presidenziale e non risulta che il popolo italiano abbia voluto Berlusconi piuttosto che il PdL. Secondo me la maggioranza ha voluto il PdL accettando la proposta di un nome come Presidente del Consiglio, e non ha voluto Berlusconi Presidente accettando che facesse parte del PdL...
Se una parte del PdL si è ribellata, questa parte rappresenta una parte degli elettori del PdL che non si riconoscono più in Silvio Berlusconi e quindi quello che avviene a livello parlamentare rispecchia quel che è il sentire degli elettori.
Se la legge elettorale predisponesse due schede: una per il partito e una per il Presidente, sono certo che i numeri non sarebbero uguali.
In definitiva la nostra democrazia oggi è in questi termini:
-votiamo per un polo dove uno o più partiti formano una coalizione che è come un pacchetto tutto incluso e cioè include il nome del Presidente del Consiglio, quindi in realtà non scegliamo il Capo del Governo,
-non abbiamo scelta per quanto riguarda preferenza di parlamentari, ci pensa il partito a elezioni avvenute a scegliere secondo preferenze ignote ai cittadini,
-tutti gli incarichi conseguenti: ministeri, segretari, sottosegretari, naturalmente sono il risultato della volontà del Capo del Governo, come previsto dalla Costituzione, che però non prevede la forzatura di un Capo del Governo già deciso, il Capo dello Stato deve solo confermare una decisione già presa.
Una volta espresso il voto, non possiamo cambiare più niente, l’unica possibilità è che passati  cinque anni di legislatura si possa tornare alle elezioni, dove, non essendo cambiato niente, ci ritroveremo le stesse scelte e lo stesso uomo che fa parte del tutto incluso.
Nel frattempo si saranno ristretti i canali di informazioni, orientati a farci credere quel che il potere vuol farci credere, la propaganda avrà generato nuovi fantomatici rischi per cui la salvezza sta nella conferma del precedente potere, e molti cadranno in queste trappole abilmente tese.
Questo è il tradimento della Costituzione e del Popolo Italiano, altro che tradimento quello dei finiani!
A questo punto solo una risata ci può liberare dalla minaccia, una grande risata che vada da Lampedusa all’Alto Adige e a cui potrebbero unirsi anche gli amici della Lega. Un federalismo confortato da un solido supporto nella Costituzione, sarebbe sicuramente più valido, durevole e produttivo di un federalismo fai da te.






Denis Verdini se ne frega politicamente.

In wikipedia leggo sotto la voce Denis Verdini:

Procedimenti giudiziari [modifica]
Nel febbraio 2010 è stato indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione, riguardo ad alcune irregolarità a lui imputabili su alcuni appalti a Firenze e a La Maddalena, sede in cui si sarebbe dovuto tenere il G8 (poi spostato a L'Aquila)[9]. Il gip si riserva la decisione di ricorrere ad eventuale rinvio a giudizio.
Nel maggio 2010 è indagato dalla Procura di Roma in un'inchiesta su un presunto comitato d'affari, la cosiddetta "cricca", che avrebbe gestito degli appalti pubblici in maniera illecita[10].
ecc. ecc.

Giusto per non dimenticare la posizione pendente di uno dei tre coordinatori PDL, a cui il partito non ha voluto rinunciare perché piuttosto che andare a dimostrare la propria innocenza nei processi, è meglio che continui a coordinare il PdL, evidentemente c’è tanto bisogno di lui.
Anche perché questo gli consente di aggiungere una voce “libera” di rifiuto delle prerogative del Capo dello Stato, in questa seconda Repubblica fai da te dove La Costituzione è considerata obsoleta e il Presidente della Repubblica pure.

Veramente non ha detto che rifiuta quelle prerogative costituzionali, ha detto che se ne frega, tanto per dimostrare meglio la propria indignazione. Poi  per aggiustare il tiro ha precisato che intendeva dire che se ne frega politicamente.  Difatti anch’io rispetto Verdini come persona, ma politicamente direi che con questa esternazione ha fatto perdere molti punti al suo partito.
Il popolo della libertà aggiusta e ringrazia.

venerdì 3 dicembre 2010

Il processo breve: una porcheria dimenticata.





ROMA - L'ultima versione del ddl approvato dal Senato 1 e che ora passerà all'esame di Montecitorio prevede che la nuova norma sul processo breve si applichi a tutti i reati ma con diverse scansioni temporali, fino a un massimo di 6,5 anni per il primo grado per processi di mafia e terrorismo particolarmente complessi e con un elevato numero di imputati. Eliminate le esclusioni oggettive e soggettive dalla norma, e tutti i processi per reati commessi prima del 2 maggio 2006 e puniti con pena pecuniaria o fino ai 10 anni di reclusione che non siano arrivati a conclusione del primo grado verranno di fatto chiusi senza sentenza.

Processi estinti. La norma transitoria di applicazione del ddl stabilisce che il limite temporale di durata interviene per tutti quei processi in corso alla data di entrata in vigore della legge relativa ai reati coperti dall'indulto puniti con pena pecuniara o detentiva inferiore ai 10 anni. In questo caso, il giudice applica la norma e pronuncia il non doversi procedere per estinzione del processo se sono decorsi 2 anni da quando il pm ha avviato l'azione penale e se non è stato definito ancora il primo grado di giudizio. Con questa norma, quindi, lo stralcio del processo Mills che vede imputato Berlusconi verrebbe immediatamente chiuso.


Di PIETRO: «Violata la costituzione». Lega: «Sì disincantato, non c'è urgenza»
Via libera della Camera al Lodo Alfano
D'Alema: «Berlusconi, fatti processare»
Il Guardasigilli: «Soddisfatti, il premier ha il diritto
di governare». Veltroni: «Legge ad personam»
  • NOTIZIE CORRELATE


Il ministro Alfano durante il voto alla Camera (LaPresse)

ROMA - Via libera della Camera al lodo Alfano, il provvedimento sulle immunità per le quattro più alte cariche dello Stato. Il disegno di legge passa adesso al Senato, dove il voto è previsto prima della pausa estiva. A Montecitorio i sì sono stati 309, i no 236, gli astenuti 30 (il gruppo dell'Udc). Nessuna modifica rispetto al testo approvato dal Consiglio dei ministri è stata apportata dalle commissioni. L'aula ha invece accolto un emendamento del Pd (l'Idv ha votato contro) che stabilisce che la sospensione dei processi non si applichi nel caso di successiva investitura in altra delle cariche o delle funzioni. Il Guardasigilli, Angelino Alfano, si è dichiarato subito «molto soddisfatto» dall'esito del voto. «Silvio Berlusconi, dopo aver brillantemente vinto le elezioni, merita di governare serenamente questo Paese - ha spiegato il ministro della Giustizia - e il Paese ha bisogno di essere governato».


venerdì 16 aprile 2010

http://www.trereferendum.it/legittimo-impedimento

Legittimo impedimento

Leggi il quesito referendario sul legittimo impedimento, così come pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

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Leggi il testo della legge n. 51/10 del 7 aprile 2010, GU n. 81 del 8 aprile 2010:  Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza
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Dicono che con il legittimo impedimento il governo potrà affrontare sereno le riforme.
Ma le uniche riforme che interessano a Berlusconi sono la reintroduzione dell’immunità parlamentare e l’impunità per i reati di cui è accusato.
Dicono che con il legittimo impedimento si assicura la governabilità del Paese.
Ma gli altri impegni mondani che Berlusconi prende non gli impediscono di governare, come mai i processi si?
Dicono che non si tratta di un’altra legge ad personam.
Mentono. I processi Mills e Mediaset di Berlusconi sono sospesi, così come gli altri che arriveranno.
Dicono che rimarrà in vigore solo 18 mesi.
Non è vero. Sarà prorogato fino a quando non cambieranno la Costituzione per assicurarsi l’impunità.
Ti dicono che la magistratura rimarrà un potere indipendente dello Stato.
Ma il magistrato non ha più la possibilità di processare i ministri anche se commettono reato.
Dicono che siamo tutti uguali di fronte alla legge, secondo l’art. 3 della Costituzione.
Ma non è così, per il presidente del consiglio e i suoi ministri non valgono più le stesse regole che per gli altri. Per loro il magistrato può solo rimandare alle calende greche l’udienza.
Ho riportato quanto sopra per ricordare a chi fa interminabili accuse di tradimento a Fini e continua a protestare tutte le cose buone fatte da questo governo , che la cosa buona si riduce all’unico importante argomento della tenuta dei conti. Argomento vitale e importante, ma che solo Tremonti ha saputo portare avanti e in qualche caso “nonostante Berlusconi”.  Per il resto tutte le energie non solo del premier ma anche della maggioranza e dell’opposizione nel suo diverso ruolo, sono state dedicate per mesi e mesi a cercare (e a combattere) un escamotage per immunizzare Silvio Berlusconi dai processi e in particolare dal  processo Mills che lui temeva in particolar modo. E a ragione visto che la sentenza in appello del processo che vede imputato Dell’Utri vede quest’ultimo mediatore fra Berlusconi e mafia nel periodo antecedente l’impegno di governo, con pagamento di ingenti somme da parte dell’imprenditore verso la mafia che altrimenti rischiava di sequestrare o lui o qualcuno della sua famiglia. Ultimamente seguendo i dibattiti in TV mi meraviglia il fatto che i finiani non pongano mai l’accento su queste cose che pure secondo me hanno avuto un ruolo importante nella decisione di staccarsi dalla maggioranza. Dopo aver agevolato il premier in questi arzigogoli, sostenendolo in votazioni fatte in seno al PDL, in quanto queste leggi protettive avrebbero dovuto dare al premier finalmente la tranquillità per poter governare il Paese e fare le promesse riforme, quando la misura era piena e la connivenza cominciava ad essere vergognosa, qualcuno con Fini ha detto basta, non ci possiamo stare a dire sempre si. Berlusconi da cattivo politico quale è sempre stato non ha lasciato alcun spiraglio al compromesso, si è comportato da capo d’azienda e ha liquidato i “dipendenti” traditori. Uno dei punti nevralgici in cui la connivenza sarebbe stata vergognosa era il processo breve, già votato alla Camera. Fini diceva: lo votiamo a patto di togliere la norma transitoria che rende la legge retroattiva, altrimenti migliaia di processi vanno cancellati per cancellarne solo uno che è quello che interessa Berlusconi. Così il processo breve che era sostenuto come essenziale per rinnovare i percorsi della giustizia e fare il bene del popolo italiano, visto che la norma transitoria sarebbe stata esclusa, perse tutto l’interesse e tutte le energie non solo politiche ma anche del mondo giudiziario risultarono spese per niente, perché tanto il processo breve non interessa più a nessuno, è là che langue in un cassetto.
In Italia gli eventi si succedono rapidamente e gli ultimi cancellano i precedenti. Oggi si parla solo di Wikileaks e delle rivelazioni più o meno sensate che ne escono. Un Berlusconi malato, stanco per le orge notturne, con amicizie particolari pericolose e dubbi sull’onestà degli accordi del premier con Putin che a capo di uno stato mafia coinvolgerebbe l’Italia in  operazioni ignote, sulla base di accordi personali.
Non sappiamo quali saranno i prossimi argomenti che faranno cadere nel dimenticatoio anche queste ultime…novità.
Sappiamo che l’Italia è malata, offesa da cento ferite, l’Italia è stanca, a fare da pubblico inerme davanti a un palcoscenico sempre in movimento e sempre più inquietante. Abbiamo pagato il biglietto nel 2008, e ora dobbiamo resistere fino alla fine per assistere a buffonate che non ci fanno più divertire. Non se ne può più, saliamo sul palcoscenico e facciamoli neri!

giovedì 2 dicembre 2010

Quanto costa governare l'Italia?





Chi ha seguito Exit ieri sera, non può non essere rimasto… turbato dalle cifre scaturite dall’esame dei finanziamenti dei partiti, che durano comunque cinque anni, anche se la legislatura dura meno di cinque anni e che nel caso dovessimo andare a nuove elezioni dovremmo pagare l’ultima rata del 2006, la terza del 2008 e la prima del 2011, nel caso ci fossero nuove elezioni il 27 marzo.
Quanto sopra unito agli stipendi dei parlamentari, a quelli delle regioni e delle province, alle spese di palazzo Chigi e a tante altre che sarebbe lungo enumerare, darebbero una somma enorme, superiore non solo a quella spesa in altri paesi europei, ma persino a quella spesa negli Stati Uniti, dove il numero  di parlamentari è nettamente inferiore e le loro retribuzioni decisamente più basse.
Insomma la politica in Italia sembra essere un business molto promettente, più che un modo di servire il proprio paese. Credo che chiunque in Italia non faccia parte di quelli che traggono utili da questa situazione, vorrebbe un cambiamento e un adeguamento di queste uscite di denaro. Quindi una maggioranza certa e schiacciante. Non sufficiente però a scalfire l’escalation che, già molto significativa nel passato governo Prodi, si è dilatata ulteriormente con il governo Berlusconi.
Infatti se anche venisse presentato al Senato un disegno di legge firmato da 50.000 elettori, quali senatori lo prenderebbe in considerazione? Nessuno. Come potrà cambiare questa situazione? Non si vedono soluzioni.
E’ facile immaginare che tutto andrebbe meglio se si dimezzassero i parlamentari e venissero riveduti gli importi degli stipendi. Anzi sarebbe molto interessante parametrare i loro stipendi secondo le evoluzioni del Pil, perché se il Pil si riduce, sarebbe logico che si riducessero le retribuzioni di tutti loro, ma qualunque immaginazione rimane tale perché nessuno, salvo pochi originali, accetterebbe di vedersi decurtare le sue entrate. Secondo la Lega tutti i problemi, e probabilmente anche questo si risolvono con il Federalismo. La verità è che la spesa per le Regioni è aumentata enormemente, ma non vi è stato un risparmio corrispondente nella spesa per il Governo Centrale, e tantomeno nella spesa per le province. Perché a ogni ampliamento di poteri e quindi di spesa delle Regioni non corrisponde una riduzione di poteri e quindi di spesa per la parte che converge a Roma???



mercoledì 1 dicembre 2010

Rispettare Mario Monicelli



Avrei voluto riprendere dall`ultimo post che ho inviato via email. Infatti mi sono reso conto che non brillava per chiarezza, ma lo farò successivamente perché ora sono particolarmente colpito dalla morte di Mario Monicelli che considero un gigante degno del più grande rispetto,  e di cui non dovremmo minimamente preoccuparci di valutare il modo di porre fine a quella lunga vita ricca di frutti e di meritato successo.
Tuttavia si sono manifestate subito voci che considerano l'accaduto come un motivo per riflettere sulla dolce morte e altre voci che si rifanno al verbo cattolico, che suggeriscono piuttosto di curare la depressione che porterebbe a desiderare la dolce morte.
Il suicidio può avere molte diverse connotazioni e certamente va contestualizzato.

Non si può considerare alla stessa stregua il suicidio di una persona che è disperata e non vede via d’uscita per la propria situazione, o il suicidio di una persona in carcere che sa di essere innocente e rifiuta di pagare tutta la vita per qualche altro, o il suicidio di suore che pur di non essere violentate dai nemici in guerra preferiscono togliersi la vita, o il suicidio rituale del samurai che fa karakiri per non cadere vivo in mani nemiche.

Nessuno può veramente sapere cosa ha pensato Mario Monicelli nel momento in cui ha deciso di volare giù dal balcone. Non è detto che la sua decisione venisse dall’angoscia di dover sopportare una inutile e dolorosa degenza ospedaliera. Potrebbe aver sentito un bisogno di identificazione col padre anch’egli morto suicida. O potrebbe aver avuto un momento di rifiuto nei confronti di una speranza di vita ormai conclusa, in fin dei conti aveva novantacinque anni.

Un altro grande uomo che ha accettato la sfida ed ha lottato per la vita affidandosi alla medicina, ma anche alla meditazione e all’elevazione dello spirito è Tiziano Terzani.  Certo era molto più giovane, e sostenuto dai suoi cari. Penso che non avrebbe mai deciso per la dolce morte.
E chi può dire che ne avrebbe voluto usufruire lo stesso Mario Monicelli? Anche le dichiarazioni fatte in vita non sono veramente determinanti per una decisione finale presa al momento in cui il problema è lì tangibile e vicinissimo.

Conoscevo una signora cui era stato diagnosticato un tumore al pancreas. Decorso veloce, sei mesi e poi la fine. Aveva deciso di rifare gli accertamenti e se ci fosse stata una conferma , sarebbe andata sull’orlo di un’alta cima in montagna, per buttarsi nel vuoto e farla finita. La conferma non ci fu, quindi è felicemente sopravvissuta a una pancreatite curabile, ben diversa dalla prima diagnosi.

La dicotomia che la Chiesa Cattolica sostiene la vita, mentre il pensiero laico la sostiene salvo che…, mi sembra riduttiva. In via di principio io mi sento di difendere la vita sempre, fino all’ultimo respiro, perché pur non condividendo i dogmatismi ecclesiali, penso che la vita uno non se l’è data e per lo stesso motivo che non se l’è data dovrebbe rispettarla come qualcosa di non suo.
Sarà così? In realtà la vita è di ognuno di noi, ci è stata data perché potessimo gestirla sulla base della nostra responsabilità e non quella di un medico, di un prete o un giudice, come dice Hans Kung, l’anziano teologo ribelle che propugna un’etica laica.  Nel suo libro “Ciò che credo” (Rizzoli) a pag. 314 afferma: “ Io credo nella vita eterna, non ho bisogno di trascinare all’infinito la  mia vita su questa terra. Anche questo per me fa parte dell’arte del morire. Quando sarà l’ora, è lecito che io, se ne sarò in grado, decida da me il momento e il modo di morire, e del resto si dovrà tener conto del mio testamento biologico. Che il Parlamento tedesco, nel giugno 2009, abbia stabilito la validità del suddetto “testamento” per i medici e per chi assiste i malati, mi ha confermato nella mia idea.”

Per condividere questi pensieri bisogna entrare in un ordine di idee inconsueto e abbastanza nuovo da un punto di vista culturale per noi italiani, ma non è detto che sia sbagliato come sostengono urlando i detentori della verità assoluta che è quella del Verbo Cattolico. Io non mi sento di condividere l’arroganza presuntuosa di chi si ritiene a un livello etico superiore, e vuole imporre il suo credo agli altri, preferisco condividere i dubbi e gli interrogativi di chi amando la vita vuole portare rispetto e amore anche all’origine di questa  vita, che è la persona con tutta la sua Umanità e la sua Verità.


sabato 27 novembre 2010

"Parole irresponsabili" quelle di Frattini?




Non ci sono segnali precisi di rischi individuabili, ma l'allarme terrorismo in Italia resta elevato". Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, intervistato a Mattino 5 ha rassicurato gli italiani dopo gli avvertimenti diffusi ieri dal Dipartimento di Stato americano. "Proprio un anno fa c'é stato l'attentato alla caserma 'Santa Barbara' di Milano e da allora l'allarme è sempre elevato – ha sottolineato - i nostri servizi di sicurezza stanno seguendo con attenzione questo rischio, in contatto con l'intelligence dei Paesi europei e degli Stati Uniti". Il ministro degli esteri Frattini ha parlato di "allarme realistico" ma come ha detto Maroni, "non ci sono obbiettivi specifici e non ci sono allarmi per l'Italia". Il responsabile della Farnesina ha aggiunto che, l'allarme lanciato dagli Usa, "per noi si traduce nell'aver piu' comprensione per misure piu' rigorose di controllo che potrebbero essere messe in atto".

Frattini: "C'è una strategia per colpire l'immagine dell'Italia". Bersani: "Parole irresponsabili"
Colpire un gioiello dell'imprenditoria italiana come è Finmeccanica è "un suicidio" attraverso il quale si "lede la nostra immagine e si favorisce chi compete contro di noi", ha proseguito Frattini, a margine del foro di dialogo Italia-Spagna. Poi si è detto "assolutamente" d'accordo con quanto affermato oggi dal premier Silvio Berlusconi che ha parlato appunto di "suicidio" a proposito delle ultime vicende legate a Finmeccanica.



Con questi avvisi , proclamati il 4 ottobre da Maroni e il 25 novembre da Frattini e Berlusconi, ci viene sventolata sotto il naso la bandiera della paura, con l’unico scopo di farci rinunciare a eventuali “velleità” di cambiamento e a farci stringere prudentemente attorno al Governo attuale onde evitare gravi pericoli per il nostro futuro.
Queste non sono altro che minacce moral-diplomatiche e servono soltanto a uno o a un gruppo di esponenti del Governo per perpetuare se stessi e allontanare lo spettro di un governo-bis senza Berlusconi premier.
Non è detto che finisca qui, possiamo aspettarci ancora qualche simile iniziativa tendente alla conservazione, piuttosto che al cambiamento in positivo della politica italiana.
Per quanto riguarda la cattiva immagine dell’Italia, chi ha colpa del suo mal pianga se stesso, perché la spazzatura di Napoli o il crollo della Casa dei gladiatori a Pompei non sono fatti che si possano occultare.
Berlusconi e Frattini ritengono che almeno lo scandalo paventato a livello mediatico e non ancora definito di Finmeccanica poteva essere occultato, in quanto  “ colpire un gioiello dell’imprenditoria italiana come Finmeccanica è un suicidio” .  In questo caso non comprendo chi è che colpisce? I giornali? La magistratura? L’opposizione? Pare che le inchieste siano già in corso da mesi. E allora? Chi sono gli autori della strategia per  colpire l’immagine dell’Italia? Quello che è sotto gli occhi di tutti, e si vede facilmente, è che il Governo ha  bisogno di problemi gravi da risolvere perché quei problemi potrebbero allontanare lo spettro di un cambiamento di leadership.
Agitare spauracchi, oggi, è per loro l’unico modo per perpetuarsi responsabilmente.
Non credo all’irresponsabilità che vede Bersani nelle parole di Frattini, anzi! Sono parole molto responsabili, ma non verso il popolo, piuttosto verso se stessi.