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sabato 11 dicembre 2010

Che cosa hanno sbagliato Fini e Berlusconi?



Non pretendo di fare un’analisi delle ragioni di scelte politiche fatte da alcuni big del centro-destra. Non faccio parte degli addetti ai lavori. Unicamente , essendo una persona che come tante altre, periodicamente è chiamata a votare, cerco di capire dal mio limitato punto di vista di elettore scontento come sono andate le cose. Naturalmente mi baso su quello che mi raccontano da una parte e dall’altra.

Nel nord già quindici anni fa serpeggiavano malumori fra la popolazione che stufa del centralismo succhia-soldi di tutti gli anni passati voleva una svolta seria, una svolta verso la secessione, che potesse consentire al nord di godere i frutti del proprio lavoro e non di lavorare per le regioni del sud e per il burocratismo romano. Almeno così loro credevano.

A Bossi va riconosciuto il merito di aver contenuto questa esondazione di proteste, promettendo il federalismo come primo passo e impegnandosi a difendere gli interessi del nord.
Per realizzare questi obbiettivi doveva necessariamente far parte del governo e scegliere quindi un alleato vincente che gli consentisse di seguire la sua politica. Fra destra e sinistra prevalse il centro-destra liberale proclamato tale da Berlusconi  e, dopo che questi fu da lui apostrofato come mafioso, piduista ecc., le ragioni politiche lo resero il più grande alleato ed amico che si potesse mai immaginare. Senza che ci fosse il minimo presupposto di confluire in un unico partito, il che non avrebbe avuto alcun senso.

A Fini va riconosciuta l’assoluta determinazione di togliersi di dosso il puzzo della camicia nera. Tutte le sue azioni politiche mettono in evidenza questo aspetto, per lui molto importante, perché non voleva essere l’erede di un partitino nostalgico formato da quattro vecchi, ma piuttosto riempire il vuoto di una destra europea antifascista che in Italia non si era mai formata. Nella foga di questo lavacro, nel 2008 invece di allearsi con Berlusconi allo stesso modo di Bossi, si metteva sotto padrone nei confronti di Berlusconi e cominciava a governare con lui senza obbiezioni di sorta. Solo per qualche tempo. In realtà Berlusconi si era messo in casa un cavallo di Troia che a un certo punto apre la pancia, lasciando uscire un manipolo di “combattenti” contro la maggioranza.
A questo punto l’abilità politica di Berlusconi, che era quella di tenere insieme nella maggioranza Bossi e Fini, cede clamorosamente. In realtà avrebbe potuto fiutare il controcanto di Fini e cercare di conciliare le diverse posizioni in una linea politica flessibile che ricreasse un nuovo equilibrio.
Viceversa continuò e continua a comportarsi da padrone affermando (ieri) che i finiani non entreranno mai più nel centro-destra. Evidentemente si ritiene il padrone non solo del suo partito, ma di tutto il centro-destra (Bossi al momento tace). Già, ma com’è possibile conciliarsi con uno che ha negato il suo appoggio a un processo breve retroattivo (Fini), che gli consentisse di liberarsi una volta per tutte dei processi? Ecco dove Fini è traditore agli occhi di Berlusconi. Non essere andato fino in fondo nella difesa del padrone dai giudici cattivi che come cani famelici lo vogliono sbranare.
Insomma il merito di Berlusconi finora è un merito prettamente personale di essere riuscito a difendersi dai processi, mettendo questa “nobile causa” al vertice della sua agenda.
Il tradimento di Fini è quello di averlo abbandonato e lasciato solo in questa battaglia diventata ora molto più pesante.

Ma che ne è degli interessi dell’Italia? Nessuno se ne occupa seriamente. Persino i sindacati sono riusciti a dividersi piuttosto che difendere seriamente lavoratori ed ex lavoratori.
E infine Bersani, che prendiamo come vittima sacrificale di tutto il centro-sinistra confuso, diviso e lontano dall’esprimere ciò che avrebbe dovuto ormai da anni.
Bersani avrebbe dovuto svolgere un ruolo di vera opposizione che significa: per ogni cavolata fatta o detta a livello della maggioranza mostrare gli inganni, suggerire le alternative, convincere l’elettorato che la maggioranza eletta non fa il bene del paese (quando questo avviene).
Se avesse spietatamente mostrato al paese tutte le malefatte di Berlusconi, i retroscena personali,  le vere ragioni di alcune leggi, avrebbe potuto modificare il giudizio di una parte dell’elettorato, e adesso, se dovessimo andare a nuove elezioni, potremmo sperare in un cambiamento vero.
Invece sappiamo benissimo che le trovate propagandistiche di Berlusconi fanno presa e se vi saranno nuove elezioni lui sarà ancora vincente, perché dall’ altra parte non c’è niente di cui la gente si possa fidare.
Pare che il 40% dell’elettorato non vuole più andare a votare, giustamente, perché le elezioni con questa legge elettorale, tagliata su misura per Berlusconi,  sono poco più che una farsa.

Ci ripetono sempre le stesse bugie. Questo governo ha saputo tenere i conti in ordine, questo governo ha combattuto la mafia come nessuno prima d’ora.
Primo punto: Tremonti ha chiuso i cordoni della borsa, stimolare la crescita non era compito suo e nessuno si è preoccupato di questo. Mentre la gente soffre e il livello di povertà aumenta, il TG4 mostra gente soddisfatta che non si lamenta di nulla, i prezzi al mercato sono in calo, tutti, dico tutti gli intervistati vogliono che Berlusconi continui a governare. Solo qualche voce isolata  porta qualche barlume di verità, tipo Report dove la Gabanelli ci documenta un Tremonti commercialista che quando non veste i panni del Ministro suggerisce mirabili escamotages per frodare il fisco e utilizzare i paradisi fiscali, senza rischiare nulla. Comunque nessuno ne ha più parlato, si vede che è un argomento tabù. Any case è riconosciuto che i meriti più grandi di questo governo li dobbiamo a Tremonti.
Secondo punto: Dopo aver ascoltato Maroni in replica a Saviano e la Santanchè ad Annozero ripeter fino alla noia che nessun governo ha fatto quello che fa l’attuale governo contro le mafie, penso che qualcuno nei dibattiti invece di lasciarsi zittire dovrebbe dire quel che ho letto in Metastasi, che loro si lasciano tagliare i rami secchi e si capisce che questo oggi è più facile. Invece che rottamarsi a suon di pistolettate, basta una soffiata al posto giusto, e poi tutto è sistemato a spese dello Stato senza versamento di sangue.
Le forze dell’ordine vanno a colpo sicuro, trovano il latitante disarmato, sorridente, quasi in attesa dell’evento.  Ogni volta lo Stato aggiunge una vittoria che viene sbandierata dal Governo Berlusconi. E le confische di beni? Altro grande successo. Peccato che questo Governo abbia cambiato l’art. 2 della Normativa antimafia: la confisca dei beni non può più avvenire  in base a sufficienti indizi. Ci vogliono le prove. E questo rende molto più lungo l’iter, ma almeno si salvaguardano i diritti della criminalità organizzata!

A proposito, la Santanchè alla fine di Anno Zero, prima che intervenisse Vauro con le sue vignette, si è esibita con la seguente gentile affermazione:  

 “Voi avete usato lo stesso metodo della mafia in questa trasmissione, che è lo sputtanamento, nei confronti di Castelli e degli altri!”

Che stile! Eh?

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