Visualizzazioni totali

domenica 30 gennaio 2011

Democrazia e bunga bunga




Una caratteristica della democrazia è quella di non imporre dall’alto una leadership, ma trarla dalla volontà popolare attraverso le elezioni. Si presume che dando una scelta agli elettori, questi , avendo la libertà di premiare questa o quella parte, possono essere soddisfatti in quanto hanno deciso da chi devono essere rappresentati e chi dovrà provvedere a prelevare le loro energie sotto forma di tasse e ridistribuirle sotto forma di servizi o di assistenza ai meno fortunati, affinché  la nazione possa considerarsi unita e forte nel consesso internazionale.

Un’altra caratteristica della democrazia è o spesso dovrebbe essere, la possibilità di correggere azioni incoerenti con i programmi presentati alle elezioni, o incoerenti con principi di etica che nessuno ha mai scritto e che comunque è riduttivo mutuare dall’autorità millenaria della Chiesa.
Chi può esercitare questa azione di controllo e conseguentemente correttiva?
La magistratura dovrebbe vigilare sulla parte che concerne il rispetto della legalità e che quindi non vi siano reati penali commessi da chi deve rispondere del proprio operato al popolo.
Tuttavia organi di controllo sulla parte etica, non penale, o non ce ne sono, o sono insufficienti e scarsamente riconosciuti. E allora a volte è la magistratura che riempie questo vuoto e attraverso indagini volte a scoprire e dimostrare sospetti di reati, mette in luce aspetti eticamente non condivisibili da parte di chi detiene il potere nel governo centrale o nella miriade di organi periferici.
In realtà non essendoci un’etica condivisa sui comportamenti dei politici nell’espletamento dei loro doveri, si riesce a puntare i riflettori su determinati fatti, ma poi non ci sono mezzi per agire e quindi si rimette tutto a quel voto popolare che ci sarà alla fine dei rispettivi mandati, o ci si rimette al senso di responsabilità della persona nel mirino che per difendersi meglio dà le dimissioni. Questo avviene sempre meno, anzi i più sospettati sono quelli che pretendono di aver sempre agito bene o quanto meno protetti dalla necessità di una privacy su tutto quanto attiene alla loro vita privata.

La prima delle due caratteristiche, quella che il popolo decide da chi deve essere governato, è sempre più illusoria in quanto l’arte di indirizzare le masse verso un obbiettivo voluto è sempre più perfezionata, e così non solo da parte politica , ma anche da parte mafiosa, non è per niente difficile ottenere dalle urne ciò che si vuole. Quindi questa parte della democrazia diventa sempre più illusoria e formale.

Quello che è molto importante invece è l’esistenza ben organizzata di organi di controllo indipendenti e democratici, eletti quindi dal basso , capaci di intervenire con autorità risolutiva in ogni caso di abusi o di violazione di questo codice etico che dovrebbe essere stabilito a priori.
Se questo fosse veramente funzionante potrebbe esserci anche un partito unico, ma la democrazia non sarebbe out.
Siamo troppo legati e trattenuti da vecchi schemi che ormai hanno perso il loro smalto.
Non prendendo atto dei cambiamenti che ci sono nel mondo e non solo in Italia, ci precludiamo la possibilità di interagire con l’ambiente nel suo rapido mutare e di interagire con esso.
L’incapacità di rinnovare le proprie regole adattandole ai cambiamenti ambientali può essere decisamente negativo e farci scendere sempre più a fondo nella scala della produttività e della capacità di offrire lavoro e serenità alla nostra gente.
Se soltanto guardiamo alle nazioni più potenti del mondo che sono Usa e Cina, vediamo che Obama sta avvicinando le posizioni democratiche a quelle repubblicane, consapevole che le differenziazioni sono sempre meno importanti e che ciò che è importante è perseguire una linea comune che tenga conto della realtà economica globale, piuttosto che dei vecchi punti fermi, e vediamo una Cina che pur non cessando di affermarsi comunista, sta coniugando comunismo e capitalismo in una strategia vincente che li sta portando al vertice dell’economia mondiale e a migliorare le condizioni del popolo cinese in un crescendo lento, ma continuo. Anche questo tenendo conto di una realtà economica globale da cui loro stessi non possono prescindere.

Al che si può comprendere quanto i dibattiti  sul bunga bunga siano lontani dalla realtà che avanza inesorabilmente anche nel nostro paese e di cui noi non vogliamo tener conto, preferendo lasciarci cullare dalle nenie di Berlusconi e Bersani.

venerdì 28 gennaio 2011

Questa non è politica!




E sfido che il 40% degli elettori è indeciso e in caso di elezioni non saprebbe cosa votare!

Abbiamo un centro destra che invece di avere delle linee politiche precise e orientate moderatamente a destra è arroccato sulla difesa del Presidente che pretende di camminare per la sua strada , facendo quel che gli pare , programmando una dimostrazione di piazza contro i magistrati, disposto ad obbedire soltanto ai suoi avvocati, piuttosto che alle richieste del ruolo che gli è stato attribuito nel 2008. Onorevole viene interpellato Berlusconi come tutti gli altri parlamentari. Ma che cosa significa questa parola se non che una persona che ha deciso di dedicare il suo tempo e le sue energie all’interesse della cosa pubblica, è una persona che si distingue da chi si arrabatta nel suo privato per un livello di vita moralmente superiore ed encomiabile sotto un punto di vista morale?
Non sarà vero, per carità, ma l’impressione che dà questo presidente è che lui è generoso e si occupa del bene di persone bisognose e ambiziose al momento in cui queste sono ragazze belle ed esteticamente gradevoli e che sono disposte a dargliela. Anche la  mamma di una ragazza che gliela avrebbe data, può avere l’onore di parlare con l’onorevole ed essere rassicurata per un futuro interessamento (Vedi AnnoZero di ieri). Qualcuno dovrebbe dirgli che non è questo l’interesse per la cosa pubblica. Questa è solo gestione della sua vita privata ornata di vizi (bunga bunga) e virtù (n.p.).

Abbiamo un centro sinistra che invece di avere delle linee politiche precise e orientate moderatamente a sinistra è arroccato sulla proclamazione della necessità che Berlusconi faccia un passo indietro, si dimetta e restituisca le urne a 60 milioni di italiani. Proclamazione ridicola che fa appello al senso di dignità del Presidente e che quindi non può che cadere nel vuoto.  
Certo nel DNA di Berlusconi non è contemplata l’eutanasia!

Altra possibilità abbastanza nuova è il centro di Fini, Casini, Rutelli. Chi farà questa scelta così viziata dalla sfiga, ma non solo, di Gianfranco Fini?
Ancora oggi mi domando perché contestualmente al manifesto di Bastia Umbra non diede lui stesso le dimissione da Presidente della Camera, per dedicarsi anima e corpo in prima persona alla sua nuova creatura politica, Futuro e Libertà, piuttosto che limitarsi a chiedere le dimissione del Presidente del Consiglio? Da allora è iniziato un tiro alla fune che dura tutt’oggi e  il ridicolo affair della casa di Montecarlo, difeso malissimo, rischia di sommergere la carriera politica di uno dei più quotati statisti del passato. Come ha potuto dichiarare pubblicamente: Se la casa è di Tulliani dò le dimissioni? Un appartamento di 50 mq, completamente sgarrupato, bisognoso di interventi importanti che valore poteva avere? Anziché fare leva su questo, S.Lucia ci ha visto lungo, e ora vedremo l’epilogo.
E poi unirsi a Casini per alzare il morale dei suoi compagni un po’ demoralizzati per il controesodo di alcuni e il mancato abbattimento del PDL e dichiarare prima del voto di sfiducia: adesso siamo all’opposizione.
Insomma Fini che era l’unico a poter togliere il comando a Berlusconi e restituirlo alle urne ha commesso molti errori e non si potrà fare molto affidamento su di lui.

Non ci rimane molto, a parte Grillo e i Radicali. O il nulla. E questo nulla sarà il risultato di una nuova maggioranza, indefinibile, a rendere ancora più precarie le prospettive di nuove elezioni.



giovedì 27 gennaio 2011

Fumus persecutionis


Se penso a quel carabiniere, che investito della responsabilità di fare la scorta per il Presidente, si trova a dover lamentare che si! Proprio le ore piccole gli toccava fare! Per accompagnare le ragazze a casa dopo che a fine festa, si avvicinavano le luci dell’alba. Insomma mi chiedo con quanto disinteresse le povere ragazze dovevano sorbirsi discorsi di politica quasi fino a mattina!
In definitiva come fa tutta la fazione del PDL a sostenere che si tratta solo di persecuzione , tutte cartoffie dice Bossi, anche lui inspiegabilmente paziente, davanti all’accrescersi preoccupante delle prove che ad Arcore si tenevano veramente feste a luci rosse? Dovrei proprio bermi io, semplice cittadino sprovveduto, che i PM stanno inventando tutto per fare un favore a Bersani e consentirgli di prendere in mano il Governo, piuttosto che fare il loro dovere senza lasciarsi intimidire dal potere esecutivo? Quanti saranno i cittadini disposti a farsi prendere pecculo?
Sfacciataggine, malafede, disprezzo per la gente sono ormai sotto gli occhi di tutti. E se anche volessimo credere che anche da parte dei magistrati si reagisce con rabbia alle offese continue che arrivano da destra…bene! Allora godiamoci questa guerra fra istituzioni dove chi ne esce frustrata è la democrazia, povera vecchia cara democrazia!

venerdì 21 gennaio 2011

Innocentisti, colpevolisti e Santanché



La vicenda cosiddetta del Rubygate ha ulteriormente diviso l’Italia di chi ha ancora voglia di pensare al governo fra innocentisti e colpevolisti.
Gli innocentisti ragionano così. Silvio Berlusconi è un grande Presidente del Consiglio, ha fatto per l’Italia quello che nessuno fino alla sua discesa in campo era mai riuscito a fare, tutti gli oppositori sono in mala  fede e ne vogliono la rovina, succeda quel che succede, per invidia e incapacità.
Come Gulliver per la sua enorme statura, non poteva essere immobilizzato da un esercito di piccoli uomini, così Silvio Berlusconi non può essere immobilizzato dalle forze congiunte dell’opposizione e della magistratura. Per cui gli innocentisti hanno questo credo:
Da quando è sceso in politica Silvio Berlusconi viene bersagliato con armi improprie.
Dopo tanti tentativi di coinvolgerlo in questioni di mafia, visto che non hanno funzionato si riprova a colpevolizzarlo con bugie sulla sua vita privata , che non è una vita orgiastica ma perfettamente normale e misurata, tagliata sul senso estetico della sua raffinata sensibilità.
L’amicizia con la bambina Noemi era un’amicizia con lei e la famiglia di lei assolutamente priva di qualsiasi risvolto sessuale.
Non ha mai pagato donne per sesso, tanto meno la D’Addario che era stata pagata a sua insaputa da Tarantino e che poi risultò con sua sorpresa e disappunto essere una escort.
Aver intercettato le persone coinvolte nel giro di amicizie del premier, in particolare ragazze bisognose di aiuto che lui generosamente aiutava ha portato alla diffusione di un sacco di bugie che maliziosamente i PM comunisti portano come prova de suoi comportamenti scorretti.
Le conversazioni tra Fede e Lele, le testimonianze di Nadia, la telefonata in questura per “chiedere informazioni su Ruby” vista in una luce concussoria, le implicazioni della Minetti, vittima a sua volta di sciacallaggio politico, il grande polverone mediatico, tutte bugie frutto della volontà non solo di scalzare il premier, ma anche di sovvertire l’ordine democratico.

Naturalmente non ha senso di parlare di colpevolezza se non c’è una sentenza che la affermi. Ciò nonostante i colpevolisti ci sono e non si appellano tanto al fatto che siano stati commessi dei reati, quanto al fatto che l’onore e la disciplina richiesti dalla funzione di Presidente del  Consiglio sono stati violati. L’articolo 54 della Costituzione docet.
Per loro la magistratura è da tempo sotto attacco di Berlusconi, l’operato dei PM è  limpido e indipendente da qualunque pressione esterna, e poiché tutti i fatti addebitati al premier, anche quelli non catalogabili come reati sono incompatibili  con la carica di Capo del Governo, e su tante testimonianze qualcosa di vero ci deve essere, piuttosto che aspettare l’eventuale assoluzione dai reati, che precederebbe la cancellazione di ogni accusa, meglio ottenere le dimissioni subito e la fine del turbamento.
La crisi di sistema si radicalizza sempre di più, i linguaggi sono sempre più contrapposti e irrigiditi in una incomunicabilità che da acuta sta diventando tristemente cronica.
La Santanché in Anno zero si  è battuta come una leonessa persino contro una poliziotta che semplicemente affermava cose che derivavano dalla sua esperienza e conoscenza dei colleghi delle scorte, i quali malvolentieri sono costretti ad accettare di accompagnare con le macchine blu le ragazze che dopo i festini ad Arcore devono tornare alla loro dimora. Per azzittirla l’ha minacciata di deferirla ai superiori.
Mentre lasciamo che innocentisti e colpevolisti trovino il modo di mettersi d’accordo, magari con l’aiuto della CEI, voglio terminare con qualche flash sulla Santanché, cominciando col dire che questo non è il suo cognome, ma quello del marito lasciato dopo 10  anni di matrimonio con annullamento del matrimonio stesso presso la Sacra Rota. Quel cognome continua a usarlo in politica perché più prestigioso essendo l’ex marito un valente chirurgo di fama internazionale.
Nel febbraio del 2009 affermava:

«Credo che Berlusconi gradirebbe molto avermi con lui. Il problema è che io non sono in vendita», ha aggiunto. « Berlusconi mi ha fatto diversi regali: braccialetti, collane e pensieri vari in occasione delle festività e dei miei compleanni», ha reso noto la candidata primo ministro. «È un uomo generoso e attento alle persone, ce ne sono pochi come lui. Tra noi c'è ancora amicizia. Per una donna di destra questo è un valore molto importante, ma purtroppo Silvio ormai è caduto nel teatrino della politica. E per questo sono molto delusa e inoltre il suo programma è inattuabile».
http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_29/santanche_intervista_9ac970ac-e6f5-11dc-84b2-0003ba99c667.shtml

Nella prima delle due affermazione riescono gli stessi temi delle ragazze del bunga bunga. Berlusconi cerca invano di attirarla con regali di braccialetti, collane e altro. Si fa notare da lei come persona generosa e attenta agli altri però:

Il 9 aprile polemizzando col leader del PdL, ha sostenuto che :
ROMA - Ancora un botta e risposta a distanza tra Silvio Berlusconi e Daniela Santanchè. «Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do...» ha detto la candidata premier de La Destra, interpellata dai cronisti a Montecitorio, replicando alle parole del Cavaliere che nel corso della registrazione della puntata di Omnibus aveva detto che l'esponente di An non è altro che «quella destra Billionaire che cerca di portarci i voti ma che fa soltanto il gioco della sinistra».
Afferma nel marzo 2008: "Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali" e "Il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare". |Daniela Santanchè, 26 marzo 2008 [31]

Febbraio 2010 la capitolazione, almeno in termini politici,  e diventa la più fiera e combattiva tigre al servizio del Presidente.

Nel Popolo della Libertà (febbraio 2010)
Il 24 febbraio il movimento della Santanché si federa con il PdL e, pur assenza di rappresentanza parlamentare, la sua leader il 1º marzo entra nel governo Berlusconi IV come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Attuazione del programma di governo[32], nomina che ha suscitato mugugni e polemiche all'interno del centrodestra[2].
( Le informazioni sono attinte da Wikipedia)


mercoledì 19 gennaio 2011

Berlusconi si diverte e i PM devono essere puniti!



Non scrivo quanto segue per enunciare una nuova verità, ma credo che a volte serva, per allargare gli orizzonti mentali, osservare le possibili verità da più  punti di vista.
Il fatto che Berlusconi si diverta, quando obbiettivamente c’è ben poco da divertirsi, mi spinge a considerare   una ipotesi quasi folle, quanto folle è da parte sua ridere di questa situazione italiana.
Non sarà che fin dalla telefonata in questura a favore di Ruby, Berlusconi mise in campo di proposito questa storia? Come si può pensare che non potesse prevedere il rumore che avrebbe fatto il suo intervento a Via Fatebenefratelli? E perché tutto questo? Per depistare l’opinione pubblica e puntare i riflettori su queste vicende “ private”, lasciando in ombra altri scenari ben più inquietanti che riguardano fatti collegati alla presenza mafiosa in Italia. Forse.
Ormai, l’abbiamo visto, gli aspetti piccanti della sua vita fanno grande rumore, ma poi si risolvono in niente, anzi spesso a livello del suo popolo aumenta i consensi e diverte  le persone.
E’ ormai evidente che più sta al potere, più concentra l’attenzione sulle proprie vicende private, lasciando che la sua squadra faccia quel che può per portare avanti gli obbiettivi di governo.
La possibilità di essere indagato per reati di mafia, a torto o ragione, è molto peggio che essere chiacchierato per il puttanaio che ama costruire intorno a sé. Sia per quanto riguarda l’immagine, sia per le eventuali conseguenze.
Già ci siamo dimenticati che nel secondo grado del processo Dell’Utri è risultato che quando Berlusconi non era ancora in politica e Mangano era un suo sottoposto nel management familiare, pagava il pizzo alla mafia per evitare rischi di sequestro per sé e la sua famiglia. Poi decise di scendere in campo in politica, e da quel momento la mafia decise di lasciarlo tranquillo.
A parte le accuse di stragismo che gli arrivano in questi giorni da pentiti che speriamo di qualificare come falsi pentiti,  l’attenzione non punta a sgombrare il campo da queste inquietanti ombre, ma a mettere a fuoco tutti i dettagli delle notti ad Arcore, condite da belle e giovani ragazze e dal bunga bunga.
Evviva!  Una volta scongiurati i reati di concussione e prostituzione minorile la magistratura sarà sconfitta e ridicolizzata e le trappole di Berlusconi potranno andare avanti fino al 2013!

lunedì 17 gennaio 2011

Le bugie del Presidente





Pare inevitabile. 
Il rubygate ruba le cure del Paese in modo che il lavoro legislativo, che per come vanno le cose normalmente in Italia dipende dall'attività di governo, è fermo. 
Potremmo fare l'elenco di tutte le questioni che possiamo definire futili rispetto all'importanza dei problemi da affrontare, che sistematicamente bloccano il lavoro serio e lo lasciano sempre a metà. 
E' come quando un bambino svogliato, che deve fare i compiti a casa, continua a interrompersi, ora perchè ha sete, poi perchè deve andare in bagno, poi perchè corre alla finestra a vedere da dove arriva uno strano rumore  ecc. 
U' pesce fet d'a capa mi pare che si dica a Napoli. 
Ho l'impressione che la squadra di governo, che viene messa in discussione da parte dell'opposizione, lavorerebbe di più e con migliori risultati se non fosse continuamente chiamata a difendere quel piccolo enfant terrible di Silvio Berlusconi. 
E' tale la sua smania di potere e di essere diverso dagli altri, che i guai se già non li ha se li va a cercare.
Inevitabilmente l'ho sentito ieri in televisione e provo un senso di disgusto, la sensazione di un insulto alla mia intelligenza, quando dice tante bugie con tanta apparente convinzione. Mai pagata una donna per fare sesso (ma se la D'Addario scrisse un libro sulla sua notte con il Presidente!). E la D'Addario fu pagata essendo una escort! Una relazione di affetto con una donna da due anni (non di sinistra stando alle sue recenti parole: nessuna tresca con donne di sinistra), ora la stanno cercando. (Sarà diversa da Veronica Lario che disse di lui che era malato e doveva essere curato). 
I festini che fa sono eleganti e servono a rilassarlo per il troppo lavoro. (Ma alcune ragazze hanno detto che non capiscono come possa lavorare il giorno dopo i festini, che mettono a dura prova anche ragazze abituate a prostituirsi normalmente).


La parte più sentita e indignata della sua difesa è che fra le mura di casa qualunque persona non deve essere controllato e può fare quel che vuole. Dimentichiamo, se così lui vuole, che stiamo parlando del Presidente del Consiglio, che secondo il comune buon senso, dovrebbe osservare un decoro particolare e dovrebbe essere consapevole di essere un punto di riferimento per quanto attiene il costume della popolazione. 
Qualunque persona privata comunque non può fare quel che vuole fra le mura domestiche. Altrimenti non si dovrebbero perseguire i reati di violenza verso le mogli, di violenza  verso i bambini e di pedofilia. Qualunque persona privata normale si comporta mantenendo un misurato decoro verso la sua famiglia. 
Quanto più uno che ha una carica pubblica di cui rispondere verso il mondo esterno. 
Ricordo quanta vergogna provò Marrazzo, ex governatore del Lazio, quando si seppe che aveva rapporti con dei trans. Vergogna che lo portò a dimettersi, meritando la pietosa considerazione umana di molte persone.
Silvio Berlusconi non sa cosa sia la vergogna, per lui tutto quel che  fa è normale, ma uno che ha una fidanzata la sera se ne sta con lei e si prepara alla giornata di lavoro che lo attende attingendo forza dal suo rapporto d'amore e non invitando a casa sistematicamente un discreto numero di ragazze prostitute o disposte a prostituirsi e pagate per questo.
Se riesce a provare che con Ruby niente sesso e che la telefonata in questura era solo per chiedere informazioni, forse non sussiste alcun reato, ma rimane la sua incapacità di fare il Presidente del Consiglio e di diffondere intorno a sé ottimismo e  fiducia che a parole dice di voler infondere.

sabato 15 gennaio 2011

Berlusconi, grazie di tutto, ci basta così!



Agli amici del centro destra di Berlusconi piacerebbe un approccio morbido da parte dei magistrati.
Vorrebbero vedere una magistratura tranquilla e che soprattutto non si soffermasse su reati che Silvio potrebbe aver commesso.
Ciò che Silvio fa non è mai reato, anzi diventa un insegnamento anche per la gente comune. Pagare una minorenne per una notte d’amore non è esattamente conforme alla legge che cerca in ogni modo di proteggere i minori da simili situazioni.
Ma se il premier lo fa con ragazze estremamente belle e procaci, che dimostrano ben più dei 17 anni dichiarati, allora bisogna chiudere un occhio ed essere indulgenti anche con normali cittadini che si trovano nelle stesse condizioni.
Se il premier telefona al Questore e fa una raccomandazione per  una ragazza minorenne, priva di documenti a cui per  ragioni non ancora evidenziate tiene molto, non c’è nulla di strano. Anche un normale cittadino può appellarsi a un amico che per il suo status è in grado di fargli cancellare una multa per infrazione stradale.
Dunque ai fedelissimi del centro-destra piacerebbe un approccio morbido da parte dei magistrati.
Due pesi e due misure a vantaggio di chi conta di più sul territorio di questo travagliato Paese.
La realtà invece non è morbida. I magistrati non si piegano davanti al potere esecutivo che in verità mal sopporta anche la Presidenza della Repubblica, accettata sempre con grandi parole di elogio, fin che non pretende di incidere sulle scelte più sensibili.
E così la magistratura diventa la grande accusata, il potere che abusa del suo potere, in quanto dovrebbe stare tranquilla e limitarsi a consegnare al governo tutti i meriti per l’attività antimafiosa.
La magistratura politicizzata, i PM comunisti, Magistratura democratica e quant’altro, tutto sarebbe da abbattere come un cane rabbioso.
Se questo fosse possibile mi domando chi dovrebbe giudicare i reati dei politici? Se non tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, chi giudicherà i meno uguali?

Ricordo che quando scese in campo Berlusconi alcuni di coloro che cominciavano ad aderire a Forza Italia, puntavano il dito contro i PM che per tanti anni avevano ignorato i reati legati al mondo politico, e soltanto l’avvento di Borrelli e Di Pietro aveva aperto una pagina sconvolgente in cui cominciavano a crollare gli antichi feudi.
Una magistratura che si lasciava intimidire dal potere legislativo ed esecutivo, tenuto conto che per quanto riguarda i parlamentari allora c’era l’immunità parlamentare, non fu di aiuto all’Italia, dal momento che il malaffare progrediva a macchia d’olio in modo sotterraneo, erodendo tutto, e lasciando solo il vuoto che poi mise in bella mostra l’operazione Mani Pulite.

E oggi vogliamo una nuova edizione di quanto sopra? Una magistratura che non vede e non sente per tutto quanto attiene al mondo politico e si occupa di tutto ciò che non comporta grane?
Nessuno può volere questo. Non è con l’azzittire fascisticamente il potere giudiziario che si risolve il problema, se problema c’è, di controllare abusi di potere da parte della magistratura.
In una sperabilmente prossima riforma della giustizia si potrebbero istituire dei contrappesi, tipo organi di controllo appellabili dagli interessati, che abbiano la necessaria imparzialità di giudizio per risolvere eventuali dubbi.
Ma la magistratura dovrebbe continuare a svolgere con grande attenzione il lavoro di pulizia quotidiana delle serpi in seno alla politica.
Solo così sia la magistratura sia la politica potranno continuare ad essere rispettati dagli elettori.

Nel frattempo Berlusconi continua ad occupare il suo ed il nostro tempo con le cavolate di sua pertinenza e il centro destra sembra sgomento all’idea di perdere il papi Silvio come se questo equivalesse a un grande non auspicato momento di grande disordine nella maggioranza.
Non capisco perché senza bisogno di andare a nuove elezioni, non si possa rifare un governo di centro-destra sostituendo il Presidente del Consiglio con un nome nuovo concordato fra il Capo dello Stato e i Presidenti delle Camere, dando così un po’ di tranquillità al popolo italiano e iniziando un nuovo governo che si occupi finalmente dei problemi del Paese e non di quelli privati e discutibili di un Berlusconi che potremmo ringraziare di cuore per tutto quel che ha fatto per l’Italia, ma che ormai, basta, è ora di passare la mano! Perché? Perché non se ne può più!
  

venerdì 14 gennaio 2011

Tre mesi di sesso con Ruby?


E ci risiamo con il caso Ruby.
Mi pareva strano che se ne fosse parlato così poco, si fa per dire. Ora ci sono le accuse inequivocabili da parte del PM di concussione e prostituzione minorile.
A proposito della concussione penso che sarebbe molto interessante indagare, e certo i magistrati lo faranno, su chi aveva dato il numero di telefono di Berlusconi alla brasiliana Michelle, affinché potesse telefonare direttamente al Presidente del Consiglio. Michelle nell’intervista pubblicata in televisione dice che un amico le diede il numero di telefono, ma mi sono sempre chiesto chi era questa persona di sesso maschile in confidenza con Berlusconi più delle stesse ragazze.
Si dovrebbe sapere. Se dessimo una lettura diversa dell’evento e cioè che un uomo capace di esercitare una grande influenza su Berlusconi chiama la brasiliana e le ordina di telefonargli subito  e dirgli da parte sua che Ruby, quella ragazza conosciuta ad Arcore, va liberata immediatamente dal fermo in questura, in qualunque modo, beh, questo mi sembrerebbe un po’ più da brivido perché in tal caso Silvio Berlusconi sarebbe stato spinto non dal buon cuore o dal ricordo delle notti d’amore che potrebbero non esserci state o dalla situazione tragica della ragazza, ma dalla volontà di un uomo capace di muovere le azioni del Capo del Governo, che, fra un aereo e l’altro, poco prima di mezzanotte, telefona da Parigi alla Questura di Milano per mettere subito a posto le cose.
Altrimenti si poteva anche aspettare la mattina dopo e fare le cose con calma.
Dunque se gli avvocati difensori affermano che il premier non può essere tacciato di prostituzione minorile perché non c’erano stati rapporti sessuali fra Ruby e S.B. devono anche spiegare qual è la molla potente che ha fatto esercitare tutto il suo ascendente verso la Questura a favore di Ruby. Altrimenti dovranno accettare la tesi dei rapporti sessuali che ha spinto il buon cuore del Presidente a intervenire e sminuire così il reato di concussione, sostenendo magari che era minorenne a sua insaputa in quanto il Berlusconi non lo sapeva.
Comunque credo che l’identità dell’uomo che aveva il numero di telefono segreto di Berlusconi andrebbe accertata.
Le prime reazioni dei difensori sono state che si tratta di un’ingerenza indebita nella vita privata del Presidente del Consiglio.  Sottovalutano l’ingerenza indebita del privato Silvio Berlusconi nella vita pubblica dello Stato.

giovedì 13 gennaio 2011

Tutto in prescrizione?

La sensazione di presa in giro comunque c’è. Quante volte abbiamo sentito dire e riaffermare che il legittimo impedimento o prima il lodo Alfano non avrebbero cambiato l’esito dei processi in quanto si trattava di riprenderli a fine mandato al punto in cui essi erano interrotti, senza alcun effetto sui termini delle prescrizioni? Tante volte ! E ora? A parte il risultato secondo me discutibile della decisione, non da un punto di vista tecnico, non mi permetterei, ma da un punto di vista ingenuo dove il fatto che il giudice debba stabilire se l’impegno del Presidente del Consiglio è o non è importante, tale da motivare l’aggiornamento a nuova data, dà al potere giudiziario un controllo sull’attività esecutiva che non sembra consono alla divisione dei poteri.
Comunque torniamo a Silvio Berlusconi. Sta di fatto che quelle assicurazioni non erano vere perché ora si prevede che tutti e tre i processi che lo vedono imputato si esauriranno per decorrenza dei termini e quindi andranno in prescrizione. Ho sentito al telegiornale che i giudici sono cambiati e quindi bisognerà ripartire da zero, così decorreranno i termini.
Allora questa legge del legittimo impedimento non è servito a sospendere i processi, ma a risolverli a favore dell’imputato, senza che sia possibile la riaffermazione di estraneità dai fatti di cui era accusato. Questo è quanto capisco questa sera, spero che domani porti una nuova luce su questo strano punto interrogativo.

lunedì 10 gennaio 2011

Borghezio mi fa ripensare a Marchionne

L'Abruzzo è un peso morto per noi.
Questa gente che dice quel che pensa e poi lo smentisce con pusillanime malizia, mi fa semplicemente schifo. 
Mario Borghezio: chi sono questi noi a cui si riferisce? Intende dire il popolo della Padania? Pensa che questo sarà orgoglioso di avere un simile capitano? Se proprio quello era il suo pensiero, con licenza parlando, non poteva dire che l'Abruzzo è un peso morto per l'Italia?
Evidentemente no. La parola Italia è cancellata dal suo vocabolario. Quel noi si contrappone al nome Italia. 
Ebbene l'Italia è di chi si sente italiano. 
Come si permette questo straniero di dire che l'Abruzzo è un peso morto?
E come si permette quell'altro straniero di affermare che l'Italia è un peso per la Fiat? 
Questa mentalità da padroni non è accettabile. Nè da Borghezio, nè da Marchionne. Quando gli italiani negli anni 60 salivano dal meridione verso Torino, per guadagnarsi il pane e far girare la Fiat, andavano bene. 
Poi, usa e getta. Oggi: Prendere o lasciare. Mille altre possibilità al posto di Mirafiori. 
Gli italiani sono piagnoni. Credo che anche al nord ci sono degli italiani. Anche loro piangono, perchè sono di un'altra pasta. Perchè sono stanchi di quel NOI.  

domenica 9 gennaio 2011

L'unità d'Italia dopo il federalismo?



Nel primo ottocento l’idea di unità d’Italia era un sogno un po’ fuori della realtà. Il popolo , quello vero, analfabeta, preoccupato del pane quotidiano più che di fumose teorie politiche, non era interessato. Sicuramente chi veniva a conoscenza degli eccidi di tanti mazziniani che si lasciavano affascinare da questo sogno scrollava la testa senza convinzione, senza pensare che qualche beneficio materiale potesse scaturire da una Italia rinominata tale e condotta da un unico potere.
L’idealismo di pochi si sposò con le mire espansionistiche del Regno di Sardegna e diede luogo all’occupazione di tutta la penisola. E di occupazione si trattò, specialmente per il sud che vivacchiava sotto il Regno borbonico, non bene, ma sempre meglio che sotto il Regno di Sardegna.
Da una sudditanza all’altra, ma gli errori del Piemonte furono notevoli. Applicare le loro stesse leggi fino in fondo allo stivale non fu molto delicato per quegli italiani che ancora non parlavano italiano e che si videro aumentare le tasse a sproposito senza avere nulla in cambio.
Quindi l’unificazione fu una manovra un po’ forzata e poté essere cementata solo con il sangue abbondantemente versato in due guerre mondiali.
L’idea di Cavour, come documentato da Arrigo Petacco in Il Regno del Nord, era di conquistare al Regno di Sardegna Lombardia e Veneto, strappandoli dal dominio austriaco. Per quanto riguarda il resto poteva esserci uno stato del Sud e uno del Centro. La federazione di questi tre stati sarebbe stata l’Italia e avrebbe avuto il Papa come garante dell’unità. Adesso l’ipotesi sembra stravagante, ma allora era tutto quanto si potesse immaginare realisticamente.
Sarebbe vano andare a pensare quali sarebbero state le sorti di una simile Italia nel corso dei due conflitti mondiali. E’ più semplice pensare che dal momento che bene o male questa unificazione c’è stata, è meglio tenercela e non disperderla al vento come vorrebbe una parte degli amici del nord. In fondo oggi è più importante unire che dividere. Un Europa unita è indispensabile per il futuro, per poter interloquire con Cina e Stati Uniti. E nell’ambito dei paesi europei è meglio essere una nazione che non due. Poi, quando l’Unione europea sarà abbastanza avanzata, non ci sarà bisogno di nazioni, ma solo di regioni non solo per quanto riguarda l’Italia ma anche gli altri paesi.
Dividersi oggi non conviene a nessuno. Il federalismo dovrebbe essere pensato unicamente come chiave migliorativa dell’organizzazione dello Stato Unitario.
E se proprio il nord vorrà completare l’operazione e definire lo stato della Padania, potrà solo osservare con meraviglia il rifiorire dell’Italia, fulcro di una Lega mediterranea che potrebbe comprendere tutti i paesi del nord Africa, con una moneta, non più l’euro, che potrebbe essere base di un nuovo equilibrio monetario. Fantasia? Certo. Ma piccoli passi casuali non si sa mai dove possano portare!

Voglia di sinistra



C’è una parte del Paese che non si riconosce nel berlusconismo e ha voglia di rappresentarne l’esatto contrario in opposizione a quello che è l’attuale incantesimo di un leader che pur fiaccato da molti ostacoli, continua a reggere la barra dell’ottimismo e ad esorcizzare tutti i cattivi spiriti che si susseguono ininterrottamente.
Questa parte che secondo la terminologia corrente è a sinistra e dovrebbe essere rappresentata dal PD in realtà non è rappresentata da nessuno. In caso di elezioni il voto al PD viene dato senza convinzione, nella speranza che qualcosa si aggiusti all’interno di esso e cominci veramente a rappresentarli. Attualmente così non è. Un PD che non riesce ad andare d’accordo con se stesso pretenderebbe per bocca di Bersani di fare una coalizione di tutti gli antiberlusconiani per mandare a casa Berlusconi e cominciare una pagina nuova per il bene del Paese.
Ma quale pagina nuova? L’unione ipotizzata con questo scopo primario (eliminare Berlusconi), se dovesse vincere diverrebbe una disunione totale che coinvolgerebbe anche lo stesso PD. C’è una lunga storia alle spalle che ci parla dell’incapacità dei partiti di sinistra di mantenere un minimo di unità. E poi come si  può pensare che questa coalizione comprenda l’ex AN senza cozzare con il sentimento di milioni di elettori?
La via semplice è soltanto una. Rinnovarsi come partito chiaramente di sinistra e puntare al rafforzamento dell’identità politica oggi così sfumata, approfittando di una unione con Vendola che caratterizzi il partito in modo univoco. Questo non porterebbe a vincere le prossime elezioni, farebbe anche confluire una parte di cattolici nel poli di centro, ma riporterebbe il PD a fare bene l’opposizione, senza se e senza ma, accreditandosi per un‘ alternativa futura.
Chi non è in grado di fare opposizione in modo serio e costruttivo, chi non ha una progettualità visibile su cui si possa discutere, chi tentenna fra le varie posizioni dipendendo ormai dalla sopravvivenza dell’avversario, non può aspirare a governare. Un prossimo governo di centro destra mi sembra inevitabile, se la Lega continuerà a volerlo. Per cambiare le cose il lavoro va fatto sull’elettorato, ridando fiducia alla gente, chiarendo bene le posizioni nei confronti degli obbiettivi del nord Italia, indicando piani economici alternativi che possono fare meglio di quanto è stato fatto finora.
Chi vivrà vedrà!


sabato 8 gennaio 2011

Uccellini e uccellacci



Si attende il giorno della Consulta, chiamato anche in modo improprio il giorno del giudizio, come quello che farà chiarezza sul futuro di questa legislazione. Pare che l’allontanarsi della verità possa portare una prosecuzione della legislatura, mentre se il giudizio della consulta sarà negativo, non rimarrà che tornare a nuove elezioni. Tutto questo fa parte della falsificazione che ci circonda in modo sempre più subdolo.
Prendiamo per vero almeno per una volta quel che ha detto Berlusconi, di non aver mai proposto leggi ad personam per difendersi dai processi, ma che sono stati sempre i ministri più vicini a lui a proporli. Da questo risulta che a lui non interessa difendersi dai processi. Se sarà necessario, dedicherà del tempo a questo, sottraendolo alle cure del governo. E va bene! Non si può avere tutto dalla vita. In compenso anche noi, favorevoli o non a Berlusconi potremo conoscere la verità su di lui e accettare con fiducia le conclusioni della magistratura. Perché fosse anche vero che i PM che lo accusano sono politicizzati e sono di parte “comunisti”, è pur vero e condiviso che i magistrati sono equi e credibili e che quindi ci consentirebbero la conoscenza del vero Berlusconi, premier di questa squinternata Repubblica Italiana, in parte padana, in parte poco convinta della propria unità.
Se la Consulta dovesse premiare la prosecuzione dell’attuale governo Berlusconi, non faremmo che avanzare nella fanghiglia crepuscolare di questa caotica situazione apolitica dove non si riconoscono più né partiti, né progetti, né futuro, né libertà.
Siamo nella situazione ideale per una prerivoluzione, mancano però (fortunatamente) sia i cannoni sia i generali.
Sta di fatto che qualcuno si sente libero di riferirsi al Capo dello Stato come al Signor Napolitano, piuttosto che al Presidente della Repubblica, e di affermare che il federalismo è più importante dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia. Che il Capo dello Stato si preoccupi della secessione è evidente fin dall’inizio dello scorso anno quando lui per primo lanciò l’avvertimento che è necessario dare la degna rilevanza ai 150 anni dell’Unità d’Italia ricorrenti nel 2011. Infatti, c’è da attendersi che finita l’approvazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale, sarà fissata dalla Lega una nuova tappa. Magari l’organizzazione politica di una macroregione padana. Comunque un cammino lento ma inesorabile verso la secessione auspicata fin dall’inizio da Gianfranco Miglio.
Dal confine alpino al crinale dell'appennino tosco-emiliano l'Italia transpadana e cispadana ha una sua specifica ragion d'essere, una sua fisionomia economica produttiva storica e perfino linguistica da richiedere, per il suo pieno sviluppo, anche a beneficio dell'intera nazione, una sua posizione esatta e spiccata in seno all'Italia che sta nascendo. L'unità d'Italia non potrà essere fatta che su altre basi [...] La Liguria, il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia e le Tre Venezie, ossia tutta l'Italia settentrionale nel suo insieme costituisce un'armonica unità geografica, economica, etnica e spirituale, ben degna di governare se stessa. (da Il Cisalpino, 22 luglio 1945)
Davanti a queste priorità leghiste, la sopravvivenza di Berlusconi nella loro ottica è soltanto strumentale. Nulla potrebbe impedire di buttare a mare l’alleato di ferro e sostituirlo con qualsiasi altra parte, se questa fosse una soluzione più favorevole all’acquisizione degli obiettivi.
Oggi la Lega Nord è l’unico partito che ha un progetto chiaro per il futuro, e l’unica formazione che avversa questo progetto, purtroppo senza averne uno alternativo che non sia la riconferma di valori del passato, è Gianfranco Fini che proprio per l’eccessivo appiattimento di Berlusconi sulle posizioni di Bossi ha scatenato il putiferio che stiamo ancora vivendo. E il PD non ha capito che questo è il vero problema di oggi. Si è lasciato sorpassare da Fini e ancora oggi cerca alleanze per abbattere Berlusconi, che non è il pericolo numero uno. Il pericolo numero uno è un’Italia spaccata dalla miopia Veneto-Lombarda che non vede che le Nazioni in Europa non avranno una lunga vita, ma al momento sono l’unico ambiente utilizzabile per una contrattazione internazionale comunitaria. Indebolire o uccidere questa Repubblica, piuttosto che migliorarla ed evolverla verso i primi posti fra le Nazioni europee, sarebbe indebolire o uccidere qualsiasi regione o macroregione che velleitariamente volesse fare da sola.
E Berlusconi? E’ lo stesso. Consulta o non consulta l’importante è che si dedichi agli uccellini. Quei colibrì che numerosi lo attendono ad Antigua, pronti a dargli un festoso saluto e un grande ringraziamento per i fratellini di Miramare.