Visualizzazioni totali

martedì 19 febbraio 2013

Un mezzo golpe dai giornalisti!



Ok, tutto sommato sono contento di questa campagna elettorale!
Infatti sono convinto che l’importante di queste elezioni sia battere Berlusconi e lasciare lo spazio agli altri partiti che sia di  destra che di sinistra non presentano anomalie e considerano positivo il fatto di vivere in un paese democratico.
Noto infatti con piacere (sic!) che l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si rivela sempre più per quello che è: anti democratico e anticostituzionale. 
Queste qualità le sta esplicitando sempre di più, per cui a nessuno di quelli che in passato lo votarono può sfuggire il fatto che la sua unica mira è vincere e accentrare potere nelle sue mani, senza regole, ma basandosi su quello che gli dice la testa.
Non gli basta più inveire sulla magistratura, che dice essere cancro della democrazia (già per questo dovrebbe essere spiazzato),  ora accusa i giornalisti di aver esercitato un mezzo golpe facendo credere all'opinione pubblica che l’Italia era sull'orlo del baratro, mentre invece veleggiava benissimo su mari tranquilli. 
Quindi contro la magistratura, contro i giornalisti, contro il Presidente della Repubblica, contro le lentezze del Parlamento, contro la Corte costituzionale, contro le televisioni, insomma dovrebbe comandare, più che governare, soltanto lui, e con questa strategia suicida dovrebbe poter vincere le elezioni? Non posso crederlo.
Mi aspetto che nessuno che in passato ha votato diversamente lo possa votare, e mi aspetto che chi in passato lo ha votato credendo alle sue menzogne ora faccia scelte diverse.                     
Credo che nessuna campagna elettorale del passato ci abbia immersi nella ricerca della verità e nella denuncia della menzogne come questa, e nonostante parte dell’elettorato si ritrae essendosi stufato di questa campagna fatta di accuse reciproche e di promesse infondate, un’altra parte prende coscienza della delicatezza del momento e si impegna nel miglior modo possibile per la speranza di raggiungere la meta di un governo che faccia dell’onestà e del lavoro la base per dare un nuovo volto all'Italia.
E che i giornalisti abbiano il massimo della libertà di stampa, sempre.



sabato 16 febbraio 2013

Se Berlusconi fosse diverso...



Se Berlusconi avesse usato un’altra strategia elettorale.
Proviamo a ricorrere alle nostre migliori possibili capacità visionarie e immaginiamo un Silvio Berlusconi che non fa cadere il governo Monti dopo 13 mesi, ma continua ad accompagnarlo per la fine naturale della legislatura.
Le elezioni sono indette per marzo e Berlusconi si fa vanto di aver determinato l’avvio del governo tecnico e di averlo sostenuto per tirar fuori l’Italia dal baratro in cui l’aveva confinata la crisi internazionale. Encomia il  prof. Monti  per l’ottimo lavoro svolto e condivide con il resto dell’Europa e con Obama la fiducia di una Italia che riprende vittoriosamente il cammino sotto la sua guida che riprende con immutato senso di responsabilità. 
Prenderà infatti come riferimento programmatico l’agenda del prof. Monti e incurante delle lamentele della sinistra che non vuole proseguire un cammino di sacrifici, promette una graduale ripresa e un alleggerimento delle condizioni onerose inflitte alla popolazione, promettendo una ripresa nel mercato del lavoro simile a quella che già si manifesta negli USA.
Accetta il fatto che Monti senta la spinta di entrare in politica e promette collaborazione con la sua lista civica, abbandonando definitivamente le urgenze della lega.
Anzi ha buon gioco a imputare a quest’ultima il mancato raggiungimento di alcuni obbiettivi nell’ultima legislatura. Il movimento di Grillo sarebbe molto più contenuto e ci sarebbero meno partiti più o meno stravaganti.

Credo che se così fosse, NON potremmo scrollarci di dosso Berlusconi/Alfano per i prossimi cinque anni, rinnovamento addio, porcellum apparentemente variato  ma non sostanzialmente, tutti i giochi rimandati al 2018.

Per fortuna S.B. è molto diverso, condanna Monti, la magistratura, i comunisti, mette in imbarazzo le donne, depreca i 13 mesi di Monti assumendosi il mea culpa per aver sbagliato e aver rischiato il golpe. E poi fa una quantità  di promesse irrealizzabili, si contraddice, si fa deprecare dagli altri stati europei, trasmette  solo odio e distruttività.
Per fortuna! Perché in questo modo ce lo toglieremo dalla scena politica e potremo andare avanti fra mille casini, ma anche con la speranza di una svolta che ci faccia respirare più democrazia e più giustizia.

giovedì 14 febbraio 2013

Al di là della legalità



Potevamo aspettarci le reazioni di Silvio Berlusconi a questa confluenza di provvedimenti giudiziari che, come normalmente avviene, lui e Maroni definiscono provvedimenti a orologeria da parte dei giudici comunisti in vista del giorno elettorale.
Oggi con tristezza dobbiamo constatare che fra i valori da abbattere include quello della legalità. La legge non deve produrre effetti in tutte le circostanze. Le tangenti, anche se la legge le vieta, devono essere accettate come un normale modo di fare affari con alcuni paesi dove così fan tutte e quindi non dobbiamo essere da meno per non mettere in difficoltà l’industria italiana.
Per cui mi domando: che ci sforziamo a fare nel promettere al popolo una legge anticorruzione più severa se poi dovrebbe vigere un etica berlusconiana di tolleranza e accettazione del sistema?
Allora anche il pizzo potrebbe essere considerato una salvaguardia dell’economia nazionale e dovrebbe essere accettata senza farsi troppi problemi. Se tanto mi da tanto…
Accettare un principio sbagliato è sempre pericoloso perché le implicazioni a volte sono imprevedibili e possono andare oltre le stesse intenzioni iniziali.
Mi permetto di osservare che con il diffondersi di questa mentalità ordinariamente chiamata berlusconismo, gli scandali sono aumentati a dismisura, e dal finanziamento illecito dei partiti della prima repubblica, siamo passati al depauperamento sistematico di quella parte d’Italia che non fa parte dei furbi e  che si identifica sempre più in un movimento di protesta quale è quello di Grillo,  che si alimenta a più non posso di antiberlusconismo.
Mi chiedo spesso perché non dobbiamo avere una democrazia imperniata su un centrodestra e un centrosinistra normali, a somiglianza di quel che avviene negli Stati Uniti e in tanti altri paesi che riflettono lo stesso modo di vedere. Perché dobbiamo continuare a sorbirci l’anomalia?

lunedì 11 febbraio 2013

E se Berlusconi, già papi, volesse candidarsi Papa?



Ecco, proprio quando Berlusconi orchestrava una scenetta hard a Mirano destinata a riacchiappare i voti dei vecchietti nostalgici del sesso che lo hanno votato la volta scorsa e che erano disposti a perdonargli tutto a fronte dell’ammirazione per uno che, nonostante l’età, ama esibire una capacità amatoria giovanile, ecco che capita l’imprevisto!
Già c’era il festival di S,Remo ad offuscargli i piani della campagna elettorale, ora anche le dimissioni di Benedetto XVI.  Ma proprio ora doveva dimettersi? Non poteva aspettare il dopo elezioni italiane?
E va bene, siccome non è il tipo da scoraggiarsi facilmente , ora penserà come fare per volgere a proprio favore l’onda emotiva di questo evento che ci riallaccia al 1294, tipo le dimissioni di Celestino V, che però avevano una connotazione del tutto diversa (almeno si spera!)
Quanto alla decisione di Benedetto XVI, essa va appresa e considerata con grande rispetto come ha detto il Presidente della Repubblica, e non dimentichiamo che le condizioni di sofferenza e di indebolimento fisico del papa sono dovute in buona parte a una parte dei suoi  figli (i preti pedofili) che hanno palesemente tradito gli ideali pastorali della Chiesa, mettendolo in  una situazione di grande rammarico e di rassegnazione in Dio. 
Forse ci vorranno cento anni per capire le ragioni collaterali che hanno portato a una decisione così eccezionale nella storia della Chiesa. 
Tuttavia potremmo pensare che urge un cambiamento nell'organizzazione della Chiesa stessa, che deve fare un passo avanti o un passo indietro, dipende dai punti di vista, e che questo può avvenire solo con un cambio di pontificato. Ma questa idea sarebbe in contraddizione con quanto già dichiarato da Lombardi, che nessun fattore esterno ha portato a questa decisione. Quindi staremo a vedere quale sarà l’orientamento dello Spirito Santo che è solito stravolgere regolarmente i piani degli ecclesiali!
Dei politici italiani no? NO!!!!! 

sabato 9 febbraio 2013

La protezione dei fuori legge.




Il condono tombale è già una frase che fa venire i brividi al solo sentirla pronunciare, se poi ci mettiamo anche la parola edilizia come ha fatto Berlusconi, ancora peggio.
Si, perché gira e rigira gli aiuti finanziari li dovremmo attingere sempre o dagli evasori o da chi è in situazione di illegalità, favorendoli.
Come dire: tutto quello che hai fatto era illegale,  ma grazie a me, e al voto che tu mi dai, diventa legale. Pagherai pochissimo a fronte di una bella lavata di faccia che ti farà circolare a testa alta fra gli onesti del tuo paese.
Naturalmente questo avviene perché l’aspirante Presidente del Consiglio  fa tutto per il bene del Paese. Purtroppo ha la sfortuna…di essere circondato e avversato da comunisti che cercano di soffocare sul nascere le sue ottime idee, e di riportare il bolscevismo in Italia(!).
Io sono convinto che nel PDL ci sia una parte più o meno numerosa che vorrebbe essere paladina di una sana destra liberista, capace di alternarsi idealmente a una sinistra operosa e democratica quale dovrebbe essere quella che oggi abbiamo in campo. E’ quella parte, ne sono certo, che vive con serio sconcerto e imbarazzo la sequela del Capo e che avrebbe preferito un nuovo assetto nel ventaglio destra-sinistra. Voglio dire che questo tipo di campagna elettorale dove l’unico successo di Berlusconi e’ quello di far parlare di sé, scandalizzando quanto più gente possibile, non porta fortuna a nessuno.
Qualche tempo fa disse che solo i coglioni possono votare schieramenti contrari al suo partito, e molti si dichiaravano orgogliosamente coglioni.
Adesso, mentre Tremonti ha definito scimmiette gli italiani che corrono dietro alle noccioline che graziosamente vengono lanciate, il Cavaliere, ospite di Leader, intervistato da Lucia Annunziata, afferma che gli italiani devono imparare a votare.
Questa secondo me è un’offesa al popolo sovrano.
Un’offesa abbastanza pesante che la dice tutta sul concetto che lui ha della gente italiana e come cerchi di dividerla in buoni e cattivi, in berlusconiani e comunisti.
La litigiosità anziché diminuire come sarebbe auspicabile, aumenta dopo le elezioni, ed è per questo che si è dovuto invocare un governo tecnico, per l’incapacità di auto regolarsi e di procedere insieme in momenti di estrema difficoltà per le sorti dell’Italia.
Che ce ne facciamo di un governo che non ci sa accompagnare nelle difficoltà emergenti e che deve chiedere aiuto a dei tecnici? 

venerdì 8 febbraio 2013

Venti anni della nostra vita!


“Purtroppo il partito , il movimento era andato troppo in basso e allora sono stato a forza richiamato, con la scusa che io fossi l’unico che poteva tenere insieme i moderati e costituire un’alternativa alla sinistra che sembrava ormai sicura vincitrice.” (Parole di Silvio Berlusconi).

Queste parole sono state riportate così come furono pronunciate a Ballarò il 5 febbraio 2013 dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Dalle quali emergono alcune ammissioni molto utili per inquadrare la situazione del PDL. Infatti durante la passata legislatura di centro-destra si diceva spesso, da parte di vari esponenti dell’opposizione, che il PDL si reggeva grazie alla presenza di Berlusconi.
Si diceva anche che nel caso lui si fosse allontanato dall'agone politico il PDL si sarebbe frantumato. 
Era una pura supposizione, ma al momento in cui Berlusconi annunciava di lasciare spazio ad Alfano per le future elezioni e di tornare ad occuparsi del Milan, il partito cominciava ad andare in basso e i “moderati” non riuscivano più a stare insieme e a sentirsi parte di un unico movimento.
E’ quello che veniva ripetuto: il PDL si regge intorno alla figura di Berlusconi, se manca lui il PDL si frantuma. 
Non è più un’ipotesi, lo vediamo nei fatti, suffragati dalla stessa ammissione di Berlusconi. 

Questa è la più evidente dimostrazione che il movimento non si regge su degli ideali, non perché gli ideali non siano condivisi, è proprio che gli ideali non ci sono. 
Soltanto affermazioni populistiche e contraddittorie sono il terreno su cui si basa la pretesa superiorità politica del movimento.
Ergo, la fine è solo procrastinata e legata alla presenza carismatica di un uomo che è unico nella sua capacità di affermare tutto e il contrario di tutto e di ‘abbindolare le persone’, giusto per ripetere una frase del Cardinale Bagnasco.
Al ché mi chiedo che senso ha oggi votarlo? Lo dico per chi ha il cuore a destra, come fa a non rendersi conto che questo PDL è una semplice anomalia e che ha finito la sua traiettoria?
Lo stesso Berlusconi aveva cominciato a pensare di cambiare nome al partito , con un po’ di nostalgia di Forza Italia dentro.
Che poi ha lasciato perdere dal momento che ha deciso di rimettersi in gioco in questo revival di cui non possiamo prevedere né il successo né la durata.
Dopo lo sfascio dei partiti di maggioranza DC e PSI, in occasione dei tempi di ‘mani pulite’, Forza Italia prometteva una rinascita della buona amministrazione nel Paese, mettendosi insieme le forze più innovative e oneste della nazione, per costruire una seconda Repubblica migliore della prima.
Forza Italia era un movimento entusiasmante: basta con i giochi della politica e le truffe a danno dei cittadini. Un uomo che sa amministrare le realtà aziendali e senza alcuna esperienza di politica quale è Berlusconi porterà avanti l’impresa Italia con gli stessi criteri con cui si può governare e far crescere una realtà aziendale.
Entusiasmante. Promettente. Convincente.
Poi piano piano sono sorti i problemi giudiziari  e abbiamo dovuto rassegnarci a mettere in secondo piano tutti i problemi di riforma e di crescita dell’Italia perché la precedenza doveva essere data alla lotta contro i ‘magistrati comunisti’.
L’immunità, il legittimo impedimento, le leggi ad personam per depenalizzare certi reati…le feste di Arcore, le olgettine, Ruby, e siamo ancora in questo pantano.
Berlusconi avrebbe potuto fare molto per l’Italia, portare avanti riforme che erano volute da tutti ma sostenute da nessuno, prevedere la crisi e agire immediatamente con strumenti adeguati, rappresentare l’Italia in un consesso internazionale in modo ufficiale e non quasi privato con alcuni simpatici amici dittatori, più o meno. Avrebbe potuto ‘allevare’ dei successori capaci di interpretare una idea liberista adeguata ai tempi, nuova e favorevole alla crescita. Avrebbe potuto coltivare un consenso basato sulle idee e non sulle trovate del momento.
Avrebbe potuto dare del filo da torcere alla sinistra che sarebbe cresciuta nelle idee e non nell’antiberlusconismo, e questo sarebbe stato favorevole al bene dell’Italia in una misurata alternanza di idee.
E invece abbiamo lasciato lo spazio alla furberia, al ricatto, alla corruzione. Dico abbiamo perché la prima responsabilità di noi cittadini è di non aver saputo usare gli strumenti della democrazia, primo il voto, per cambiare le cose in meglio. E poi ci siamo lasciati avviluppare dalla rete, il berlusconismo non soltanto come idea parapolitica, ma come stile di vita basato  sulla furberia e l’inganno, l’evasione delle tasse, lo scambio di favori, la religiosità millantata piuttosto che vissuta, il menefreghismo nei confronti dei nostri fratelli sfortunati che hanno cercato un po’ di sopravvivenza in Italia, l’indifferenza davanti ai problemi sociali, quando non ne siamo toccati.
Questi non sono necessariamente difetti personali di Berlusconi, ma lui è come un aereo che rilascia le scie chimiche e poi come la va la va.
Credo proprio che queste elezioni siano particolarmente importanti, non si può affidarsi al caso, o allontanarsi dalle urne per il cattivo odore. 
E' fondamentale: dobbiamo assolutamente uscire dal guado e migliorare.
Io non so ancora per chi votare, ma sicuramente lo saprò il 24 febbraio, è certo che Berlusconi da parte mia no, ma essere presenti è importante, e credo che non mi lascerò deviare dall'idea di non voler votare un piccolo partito, cercherò quello che meglio rispecchia la mia anima, piccolo o grande che sia, e così non potrò pentirmi della scelta fatta. 

martedì 5 febbraio 2013

Perché non abbassiamo la spesa pubblica?


Lo stesso Berlusconi ha affermato in occasione della sua proposta choc che i costi per far funzionare la macchina dello stato in Italia sono altissimi, addirittura un terzo in più di altri paesi. E perché in 8 anni non ci ha lavorato, anzi questi costi sono aumentati nel corso delle sue legislature? Quanto si potrebbe fare risparmiando anche soltanto 200 miliardi su 850 miliardi di uscite annuali, senza ricorrere a sottili alchimie di tassazione o ad uno sconcertante condono fiscale!
Di questo non solo Berlusconi ne parla come fosse colpa degli altri dimenticando che non è un esordiente, ma nessuno comunque presenta un piano ragionato di rientro per evitare gli sprechi e dare nuovo ossigeno all'economia. Ma anche per diminuire il debito pubblico e i conseguenti interessi.
Per quanto attiene alla sanità, che è la più grossa voce di uscita credo, si potrebbe risparmiare moltissimo senza diminuire la qualità del servizio, anzi migliorandola (e ce n'è bisogno). Basterebbe andare a fondo di ogni voce di spesa ed eliminare tante visite, analisi e interventi che non servono al malato, ma servono alla struttura per dimostrare che c'è una grande richiesta di servigi e non si può tagliare nulla.
E che c'entra questo con la salvaguardia della salute? Centra solo col fatto che molti ospedali piccoli per paura di essere ridimensionati o tagliati aumentano le prestazioni per garantirsi la sopravvivenza. E la spesa invece di diminuire aumenta senza alcun beneficio per la salute. Un piano di riduzione della spesa pubblica sarebbe una vera proposta choc, ma nessuno si fa avanti! Neppure Monti che ha cominciato ad andar giù morbido, visto che la gente crede più volentieri ai miracoli infondati che alla realtà, ritiene di poterla fare. 

domenica 3 febbraio 2013

La promessa shock di Silvio Berlusconi




E’ arrivato il giorno della promessa di Berlusconi, promessa shock, come da lui preannunciato.
Crede che gli italiani siano una massa di conigli pronti a dargli il voto a fronte di qualunque cazzata da lui pronunciata? 
Ha tutta l’aria di voler rimettere a posto questa Italia sconquassata, e da chi se non da lui? 
Si fa vanto di aver mantenuto tutte le sue promesse elettorali, ma dove mai? 
Ha tolto l’ICI sulla prima casa e i comuni messi in ginocchio hanno dovuto tagliare i servizi ai cittadini. Ha rimediato inventandosi l’IMU e adesso ne dà il demerito al governo tecnico da lui invocato, ora è chiaro, solo per salvarsi la faccia.
Eh si! L’Italia era sull'orlo del baratro e non era conveniente che il suo fosse l’ultimo governo su cui far pesare il fallimento, ci voleva un nuovo governo, tecnico appunto, sul quale far ricadere le colpe di una gestione sprovveduta che ci rendeva ridicoli anche agli occhi degli osservatori internazionali. 
Gestione che però non possiamo imputare al governo tecnico che è riuscito a salvare il salvabile durando in carica soltanto un anno, ma a quello del predecessore che fra la gestione del paese e la gestione delle olgettine preferiva la seconda chance.
Ormai sappiamo tutti che la proposta shock da lui preannunciata era restituire l'Imu sulla prima casa, quei 4 miliardi che verrebbero da lui cancellati anche per gli anni a venire.
Poi promette l’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti e il dimezzamento dei parlamentari.
Ma si rende conto che se tutto andasse secondo i suoi piani lui dovrebbe essere il ministro dell’economia e non il Presidente del Consiglio che a quanto ci viene preannunciato  potrebbe essere anche Tremonti o Tosi? E se anche fosse Alfano è sicuro che lo stesso farà parte del suo teatrino dei burattini e non metterà cappello, visto che i precedenti non mancano (V. Fini nella passata legislazione)? 
Mettere le mani sulle istituzioni sarà un compito molto difficile per chiunque dovesse governare, e lui sicuramente lo sa, ma promette il vulcanico vecchietto, promette, promette….

venerdì 1 febbraio 2013

Berlusconi propone il ritorno alla lira



Ma com'è che Berlusconi ogni giorno ne spara una di nuove? Certo è per far parlare di sé in omaggio alla legge di marketing per cui per aumentare la domanda si deve parlare molto del prodotto, se anche se ne parla male, non importa: il prodotto è là sotto i riflettori, e tanto basta per aumentarne la domanda.
Però pur senza essere un berlusconologo ho notato qualche altra cosa.
Credo che si tenga aggiornato con i sondaggi non solo per capire se va avanti o va indietro con le previsioni di voto, ma anche per scoprire quali sono gli argomenti degli avversari che fanno presa sulla gente. 
Ad esempio se Grillo esordisce dicendo che bisogna tornare alla lira e questo gli crea consenso, lui, il vulcanico vecchietto,  si appropria dell’idea e ne fa una promessa elettorale come in tanti altri casi per altri argomenti, e comincia a spiegare le cose che mi spiegavano in seconda ragioneria , che stampando moneta aumentano le esportazioni e questo va a beneficio dell’economia.
Infatti noi non possiamo autonomamente stampare moneta perché siamo legati all'euro, ma se tornassimo alla lira…
Il fatto che questo genera inflazione creando una specie di taglio lineare occulto a tutti i livelli passa sotto silenzio. 
Il fatto che per equilibrare il conseguente aumento del costo della vita bisogna riesumare la scala mobile innescando un circuito perverso tipo quello che ha portato alla fine della prima repubblica non lo spiega, tanto l’importante è far scena sparandole grosse, poi si fa sempre a tempo a dire che in Italia il Presidente del Consiglio non ha poteri e che ci vuole troppo tempo a votare le leggi perché abbiamo una Costituzione comunista.
Però ricordiamoci: Berlusconi, ‘se lo conosci non ti uccide!’ e se non lo voti hai già vinto!