Fino all'ultimo momento prima di mettere una
croce su un simbolo mi sono chiesto a
chi potevo dare la fiducia del voto e a chi potevo appellarmi per una
speranza di cambiamento.
In particolare da quando ho iniziato a postare in questo
blog ho cercato di condividere la mia insofferenza per la presenza in politica
di Silvio Berlusconi che ho visto sempre
come una presenza anomala e tutt'altro che democratica, una presenza che non mi
è mai parsa politica, ma piuttosto orientata a fare il meglio dei fatti suoi, fra i quali liberarsi dai processi in cui è sempre più avviluppato.
Per questa insofferenza avrei votato per chiunque mi avesse dato il massimo
delle garanzie di eliminare le leggi ad personam, varare una legge
anticorruzione e una legge volta a regolare il conflitto d’interessi.
Ebbi vari ondeggiamenti fra Vendola, Ingroia, Bersani,
(Monti non mi sembrava il tipo, nonostante ne avessi apprezzato la linea
austera, sicura e rappresentativa che esibiva prima della campagna elettorale).
Una volta in cabina mi ricordai che Bersani aveva proprio affermato che le
prime cose che avrebbe fatto sarebbero state proprio quelle cui accennavo
sopra, legge anticorruzione, regolazione del conflitto d'interessi, eliminazione delle leggi ad personam, e pensai che per battere Berlusconi era necessario far convergere i voti
su un solo competitor che avesse le caratteristiche necessarie per farlo.
Perché avevo escluso Grillo? Perché quando lo sentii dire
che si devono abolire i sindacati lo cancellai dalla mia prospettiva e non lo
presi più in considerazione.
Quindi il mio voto anche se non pienamente convinto, per una
mancanza di trasparenza che caratterizzava e caratterizza il PD, andò
direttamente a Bersani.
Errore che non ripeterò mai; una volta arrivati i risultati
sono emersi tutti gli errori di Bersani, primo fra tutti, quando Berlusconi
insisteva sul concetto che PD=comunisti, non andava presa l’affermazione come
una battuta , ma andava spiegato riga per riga alla gente che fra il PD e il
vecchio comunismo c’è una differenza abissale, che il PD è una sinistra nuova
moderna che si può paragonare al sentiment di Obama e non certo di Lenin. Queste
cose ovvie andavano ridette perché per molti anziani fa presa il concetto che
bisogna combattere il comunismo votando l’altra parte che oggi non è più la DC ma è il PDL. Ridicolo? Si ma
terribilmente reale.
Questa paura del comunismo c’è ancora e Bersani ricordo di
averlo sentito una volta sola a inizio della campagna elettorale: ‘noi non
siamo comunisti’, poi qualcuno deve averlo silenziato perché non l’ha più
detto.
E adesso ci accorgiamo che il PD ha tante anime, oggi
parlano D’Alema, Cofferati, Veltroni e quant'altro e colui che forse aveva i
numeri per ricreare un’anima unita e rinnovata nel PD (Prodi) pare che sia
stato silenziato e messo fuori gioco da una manovra ignobile degli avversari.
Bersani parla a nome dei morti viventi che ho citato sopra
(Pare che D’Alema accetterebbe un Presidente del Senato nel figuro Berlusconi)
e... sfido che si becca del morto vivente da Grillo!
Poi ci sono i più giovani che non riescono a capire cosa è questa storia del comunismo, né che
importanza abbia (giustamente) e stufi dei partiti si coalizzano attorno a
Grillo per risolvere i problemi reali da
cui siamo sempre più attanagliati.
I partiti sono stati previsti dalla Costituzione come
strumento perché i cittadini possano raggrupparsi intorno a delle idee,
mettersi in competizione democratica fra loro, e determinare attraverso il
meccanismo delle maggioranze le linee della politica nazionale. Strumento. Non ricchi
soggetti di potere come sono diventati negli anni che ci separano dalla stesura
della Costituzione.
Un ulteriore aiuto al
buon senso costituzionale lo dà l’evoluzione tecnologica che rende più facile
raccogliere il sentiment dei vari gruppi attraverso internet che ora sta
dimostrando il grande potere comunicativo anche nella politica. Vari gruppi che
la Costituzione
chiama appunto partiti.
I vari partiti attuali deformati dall’abuso e dal discredito
non hanno saputo guardare avanti e oggi vediamo l’alba di un unico partito, che
è quello nel quale sfocerà il movimento m5s, che non solo si trova l’onere ovvio
di governare, ma anche quello di tracciare una nuova strada per la realizzazione
del percorso costituzionale che è basato
sulla democrazia e sul lavoro, nonché sul riappropriarsi della sovranità
popolare ceduta per sfiducia, indifferenza, fatalismo.
Ci riuscirà?
Riuscirà a esprimere la libertà di milioni di
persone che lo hanno votato?
Vediamo!